Ex seminarista e studente tra le delusioni d'amore
Ex seminarista e studente tra le delusioni d'amore PRIME VISIONI SULLO SCHERMO Ex seminarista e studente tra le delusioni d'amore Il solco di pesca di Maurizio Liverani, con Martine Brochard, Gloria Guida, Alberto Terracina. Italiano, colore. Cinema Torino. In questo che è il suo secondo film dopo l'estroso Sai cosa faceva Stalin alle donne? (1966), il regista Liverani, già critico e saggista (e come tale tenuto al gusto delle citazioni colte: per cominciare, il Del titolo è tolto da Browning), tocca un punto di verità incontestabile: che l'eccesso di permissività erotica è nemico giurato del sentimento d'amore, che tanto più divampa nel nobile cuore dell'uomo quanto più incontra divieti e tabù. Con questa incrinatura di fondo (il rimpianto del senso del peccato), il film può ben adeguarsi, nel resto, alla casistica erotica, spogliata però degli ingredienti più volgari, narrando la storia e i dilemmi dell'ex seminarista David, divenuto fotografo di moda e specializzatosi nel ritrarre la parte più carnosa del corpo femminile. Una ricca signora francese e la sua procace cameriera di Casalecchio di Reno sono, fra tante callipigie, le sue modelle preferite, e al tempo stesso, in modi diversi, sue iniziatrici erotiche. Ma ahimè la loro offerta è troppo devouèe, la loro conquista non presenta alcuna delle difficoltà che insaporiscono il rapporto, e il nostro inibito dongiovanni non solo non riesce a dare un senso all'amore, ma fuorviato dalla sua professione che privilegia una sola parte del corpo muliebre, finisce, per abbaglio analogico, col dargliene due, essendoglisi obnubilata la distinzione dei sessi. Tramato di paradossi, di strizzatine d'occhio, di non inerti citazioni di autori, quando risolto in ironia e quando (meno felicemente) in pura eleganza formale, II solco di pesca è specialmente nella prima parte un felice tentativo di sfatare, attraverso una fuga dai luoghi comuni, la materia del cinema sexy. Non è, ad ogni modo, un film di bottega o di tendenza, ma un'operina destinata a fermentare nella memoria e dove si muove con sicurezza la persona di un autore. 1. p. Illuminazione di Krysztof Zanussi con Stanislaw Latallo e Monika Denisiewicz. Polacco a colori. Cinema Arco. (p. p.) Per il grosso pubblico il nome di Krysztof Zanussi è poco più di un oggetto misterioso. Invece chi ha la fortuna di seguire i festival o di leggere la stampa specialistica conoscerà già il valore di questo trentasettenne regista polacco. E'- imo studioso di problemi scientifici (trattati nell'opera d'esordio La struttura di cristallo e in questo Illuminazione'), un uomo che ricerca la verità. Così è possibile intuire che gran parte delle sue idee vengono riversate nel personaggio di Pranciszek, studente in fìsica originario della campagna, che in città conosce l'amarezza degli studi interrotti e della delusione d'amore. Ma il tempo passa e il giovanotto mette incinta una tenera compagna, la sposa e si tramuta in padre affettuoso. Purtroppo il lavoro e gli studi non procedono altrettanto bene. Ulteriori delusioni — l'incontro con l'ex fidanzata, un'esperienza mistica in convento — lo avviliscono. Troverà comunque la forza di riprendere le attività interrotte e l'accortezza di traslocare in un alloggio nuovo. Tutto a posto dunque per ques; ' singolare contestatore? 1 risultati di un « checkup » rimettono in discussione una vita che pareva serena. Il cuore è fragile, Pranciszek dovrà rinunciare a cambiare l'umanità con l'entusiasmo della sua generazione. Qui nel finale emerge l'interpretazione di Stanislaw Latallo, dallo sguardo mite e però determinato, precocemente scomparso in un incidente sul lavoro. Del regista, persino meticoloso nell'esporre le tappe d'una crisi esistenziale, si riconosce l'austerità della tecnica e del linguaggio. Egli giunge alla condanna dell'individualismo senza trionfalismi, con amarezza vera. Non è poco. ★ ★ Uccidete Mister Mitchell di Andrew V. Me Laglen, con Joe Don Baker, Martin Balsam, Linda Evans. Americano a colori. Cinema Ideal. (a. v.) Mitchell è un nuovo tipo di poliziotto impersonato dall'attore Joe Don Baker, massiccio e ciondolone in modo tale da rammentare a tratti Renato Pozzetto anche per certa sua sorniona aria di vittima (che però nasconde accortamente nella manica l'asso pigliatutto della rivincita). Al momento giusto, difatti, Mitchell scatta, diventa efficiente sfoderando una grinta da pugile o da killer: chi fa maggiormente le spese di questo zelo professionale sorretto dall'astuzia e dell'audacia, nonché accompagnato dalla pistola, è Cummings, un farabutto tradizionalmente impersonato da Martin Balsam, contrabbandiere e trafficante. Diretto da Andrew V. Me Laglen, noto regista di western, questo « Kill Mister Mitchell » è un prodotto di consumo girato con le risorse d'un corretto mestiere, sostenuto, specie verso l'epilogo, da qualche trovata spettacolare come il duello fra l'elicottero con a bordo Mitchell e il battello sul quale Cummings tenta la fuga in Messico. Una spiritosa attrice, Linda Evans, disegna saporitamente l'enigmatica campagna del poliziotto ciccione. Martine Brochard in una scena del film « Solco di pesca »
Luoghi citati: Casalecchio Di Reno, Messico, Torino
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