La Regione individuerà le proprie zone agricole di Bruno Pusterla

La Regione individuerà le proprie zone agricole Convegno a Pallanza sui "piani zonali,, La Regione individuerà le proprie zone agricole In Piemonte già fatti i comprensori, cui seguiranno i "piani di zona" per l'agricoltura: vi parteciperanno direttamente anche gli agricoltori (Nostro servizio particolare) Pallanza, 6 maggio. Per chi non si occupa d'agricoltura, il «piano agricolo zonale» può essere un argomento oscuro. Però la sua importanza, per lo sviluppo economico generale, tocca non solo gli agricoltori, ma tutti i cittadini, in quanto consumatori di prodotti alimentari. Il «piano agricolo zonale», in parole povere, dovrà individuare, nelle varie regioni, qual è la vocazione agricola di ogni zona, e poi indicare le coltivazioni (o allevamenti) più adatti a quella zona. La stesura del piano sarà affidata alla Regione; ma, cosa importante, saranno coinvolti anche i diretti interessati, cioè gli agricoltori e i consumatori. Su questo argomento si è aperto oggi a Pallanza un convegno indetto dall'Ente di sviluppo agricolo del Piemonte (Esap), con le proposte avanzate dalle tre relazioni di base: «Contenuti e metodi del piano agricolo zonale» (Giuseppe Maspoli, presidente dell'Esapp); «Piani agricoli zonali e agricoltura in Piemonte» (Sergio Clerico); «L'esperienza di un ente di sviluppo agricolo nel campo della pianificazione territoriale» (Alto Tartaglini). Il piano zonale non può essere disgiunto dal piano comprensoriale (e in Piemonte un'apposita legge ne ha ap¬ provati poco tempo fa quindici), più vasto del primo, perché comprende tutte le attività, non solo quelle agricole. Il piano zonale, come abbiamo detto, darà l'indicazione della specializzazione delle colture, nonché delle attività agricole che si devono inserire nell'ambito dei processi generali di sviluppo del territorio. Per questo si devono comprendere le linee di sviluppo del piano zonale agricolo anche per quanto riguarda il suo comprensorio, riferito ai piani di sviluppo delle comunità montane. Ma l'elemento di novità del piano agricolo zonale, nell'intenzione dei suoi ideatori, è il modo con cui dev'essere gestito: non più imposizione dall'alto e diretto da pochi, senza il controllo di chi in definitiva ne deve fruire, bensì partecipazione alla sua attuazione, alle varie fasi dei processi e ai vari livelli operativi di tutte le forze direttamente interessate che vanno dagli enti locali alle organizzazioni di categoria, ai singoli agricoltori, ai consumatori. Il piano zonale, così concepito e attuato, dovrebbe rivelarsi strumento di autentica democrazia economica e sociale. Oggi a Pallanza, il presidente dellTSsap, Maspoli, esponendo le linee programmatiche dell'Ente, ha sottolineato l'ottica imprenditoriale che guida gli interventi pubblici, affinché l'agricoltura del Piemonte possa decollare verso strutture produttive più moderne ed efficienti. Il convegno, che ha visto l'affluenza di quattrocento partecipanti — studiosi, amministratori pubblici, rappresentanti di categorie agricole e sindacati, nonché delle forze politiche e regionali — è il primo del genere tenuto nel nostro Paese. Alla conclusione dei lavori interverrà il presidente della Regione Piemonte Aldo Viglione; è anche attesa la partecipazione del ministro dell'Agricoltura, Marcora. Bruno Pusterla

Persone citate: Aldo Viglione, Giuseppe Maspoli, Marcora, Maspoli, Sergio Clerico, Tartaglini