Sogno e Cavallo in carcere a Roma Altre nove persone sono Incriminate di Fabrizio Carbone

Sogno e Cavallo in carcere a Roma Altre nove persone sono Incriminate L'inchiesta sul "golpe,, trasferita per competenza Sogno e Cavallo in carcere a Roma Altre nove persone sono Incriminate L'ex ambasciatore e il suo segretario sono accusati di reati contro le istituzioni e attentato alla libertà personale del Capo dello Stato - Tra gli incriminati spicca Randolfo Pacciardi che secondo le imputazioni sarebbe dovuto diventare "presidente" della "nuova repubblica" Roma, 6 maggio. L'ex ambasciatore Edgardo Sogno ha varcato il portone del carcere di Regina Coeli alle 9,40 di stamane, assieme al suo uomo di fiducia, Luigi Cavallo. Li avevano fatti arrestare ieri sera i magistrati torinesi Luciano Violante e Vincenzo Pochettino, spiccando nei loro confronti mandato di arresto, un provvedimento urgente diverso dal rrmndato di cattura perché dovrà essere convalidato entro 20 giorni dal giudice competente. Le accuse sono gravi: reati contro le istituzioni e attentato alla libertà personale del Capo dello Stato. E' la fine del primo atto di quella parte dell'inchiesta sulle «trame nere» che la Cassazione aveva lasciato svolgere alla procura di Torino, dopo che quasi tutto quello che riguardava i tentati «golpe» (da quello Borghese in poi) era passato per competenza a Roma. Violante e Pochettino si sono «spogliati» dell'istruttoria, dichiarando la loro incompetenza e inviando tutti gli atti ai colleghi romani. Così, mentre Sogno e Cavallo entravano a Regina Coeli, due ufficiali dei carabinieri si presentavano nell'ufficio del procuratore capo della Repubblica, Elio Siotto, portando sotto braccio i nove volumi che contengono tutti i documenti raccolti dai magistrati torinesi. Siotto ha cominciato a prenderne visione e al più presto deciderà a chi affidarli. Si parla già del pubblico ministero Alberto Dell'Orco e del giudice istruttore Filippo Fiore, che avevano portato a termine (assieme a Claudio Vitalone) le indagini sulla fetta più grossa delle «trame nere», rinviando a giudizio i presunti responsabili. Le novità di rilievo riguardano gli altri personaggi coinvolti con Sogno — stando al risultato delle indagini giudiziarie — nel progetto di rovesciare le istituzioni nell'estate del '74 con una serie di atti che sarebbero culminati con il rapimento del presidente della Repubblica, Giovanni Leone, il giorno di Ferragosto nella tenuta di Castelporziano, il grande parco popolato di daini, cinghiali e fagiani, già residenza reale. Nel provvedimento urgente firmato da Pochettino e Violante, oltre al mandato di arresto per Sogno e Cavallo, c'è una lista di altre nove persone. Si era parlato in un primo momento di comunicazioni giudiziarie emesse nei loro confronti, cioè avvisi che l'autorità giudiziaria indagava su presunte responsabilità e invito a nominarsi un avvocato difensore. Stamane si è saputo che i nove sono incriminati, cioè imputati a piede libero. Spicca tra questi Randolfo Pacciardi, 77 anni, fondatore del movimento «Nuova Repubblica». Pacciardi secondo il progetto golpista sarebbe diventato il nuovo «Presidente della Repubblica». Di questo fatto si era parlato più volte l'anno scorso, ma si era sempre detto che Pacciardi era all'oscuro del progetto e che i «golpisti» lo avevano scelto a sua insaputa. Con l'incriminazione di oggi la posizione dell'anziano uomo politico, che fu valoroso combattente repubblicano durante la guerra civile in Spagna, si è modificata sostanzialmente. Si vedrà ora la piega che prenderà l'inchiesta romana nei suoi confronti. L'elenco del gruppo prose¬ gue con Andrea Borghesio, assolto pochi giorni fa nel processo torinese contro «Ordine nuovo» e Vincenzo Pagnozzi, il segretario di Edgardo Sogno, milanese. Poi c'è un quintetto già rinviato a giudizio per il «golpe» tentato in Italia: Remo Orlandini, costruttore, latitante in Svizzera, braccio destro di Junio Valerio Borghese, il «principe nero» morto in Spagna nel '74; il generale di brigata Ugo Ricci, in libertà provvisoria in attesa del processo; il medico della polizia Salvatore Drago e il colonnello dei carabinieri Salvatore Pecorella. Ultima della serie è una donna: la contessa Maria Antonietta Nicastro, 74 anni, ro¬ mana, zia dell'onorevole Giulio Andreotti. Si è saputo che, allegati agli atti del processo giunti a Roma, ci sono gli interrogatori, in veste di testimoni, dei generali Eugenio Henke, ora in pensione, dell'attuale capo di Stato maggiore dell'esercito, Andrea Viglione, e dell'ex capo del Sid (Servizio informazioni Difesa), Vito Miceli, rinviato a giudizio per favoreggiamento nei confronti di Valerio Borghese. Durissima e violenta la replica di Randolfo Pacciardi all'iniziativa dei giudici torinesi. In una dichiarazione rilasciata all'Ansa si scaglia soprattutto contro Violante. «Mi pare — ha detto — che questa volta il magistrato, notoriamente comunista, abbia passato il segno. Ci dà un'idea di quel che sarebbe la nostra giustizia coi comunisti al potere». Dopo aver offerto la sua versione di come si è sviluppata l'inchiesta, Pacciardi parla di «storia grottesca», afferma che avrebbe capito se Sogno avesse voluto rapire «la bella signora Leone», conclude dichiarando che le vittime preferite di Violante sono «gli eroi della Resistenza democratica» e che «la Repubblica che non riesce a mettere le manette ai protagonisti degli scandali, ma arresta le medaglie d'oro è già giudicata». Fabrizio Carbone

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