Stop al sesso in televisione (un bel gioco dura poco) di Fabrizio Carbone
Stop al sesso in televisione (un bel gioco dura poco) FINITE LE LEZIONI DOPO SOLO QUATTRO PUNTATE Stop al sesso in televisione (un bel gioco dura poco) Roma, 4 maggio. Il «Giornale di educazione sessuale», iniziativa partita dalla rete due della Televisione, è finito dopo appena quattro puntate. Nato all'improvviso come primo passo per aprire — senza drammi, ipocrisie e reticenze — un dialogo tra genitori e figli su un problema da sempre sottovalutato, la rubrica non andrà in onda sabato prossimo per decisione degli stessi ideatori del programma. Niente censura dall'alto ma un ripensamento dovuto alle critiche che hanno accompagnato la trasmissione. Ai responsabili del secondo canale è sembrato opportuno «riflettere» dopo che da molte parti vi erano state prese di posizione contrarie al «Giornale». La polemica, nata sui quotidiani, è ripresa oggi con una «lettera aperta» che il deputato repubblicano. Oscar Mammì, ha inviato al presidente della Rai-tv, Finocchiaro. Sono considerazioni da «cittadino e non quale deputato di una Camera peraltro disciolta». «Apprendo ora dai giornali — scrive Mammì — che viene smentito ufficialmente qualsiasi motivo censorio della sospensione, si tratterebbe della conclusione di un ciclo, ne seguirà un altro (...). Caro presidente, vogliamo sinceramente dire le cose come stanno? Nessun primo e secondo ciclo era stato previsto; le prossime trasmissioni si sarebbero dovute avventurare sul terreno scabroso delle pratiche sessuali, magari decolpevolizzando ciò che è stato di recente autorevolmente ribadito essere colpa grave. Le azioni di parte moderata e pudibonda sarebbero aumentate a dismisura, d'altra parte si era ritenuto il linguaggio della trasmissione troppo moderato (...). Vorrei sfidare i filologi critici a suggerire temi molto diversi da quelli usati, dovendosi evitare sia la terminologia scientifica, asettica e incomprensibile sia quella oscena. Se ancora non esiste una terminologia corrente, non scientifica e non oscena, ciò deriva da secoli di tabù sessuali». Concludendo l'onorevole Mammì aggiunge: «La verità è che per alcuni il sesso deve essere "desiderio, ebrezza, voluttà, ma anche angoscia, deliquio e delirio, non certo una cosina"; per altri deve essere "silenzio e mistero in attesa che le tavole rotonde ci maturino". Gli uni e gli altri appartengono entrambi ad una stessa cultura che tarda a rinnovarsi, quella cattolica». Ma che cosa era e cosa si proponeva il «Giornale di educazione sessuale» della rete due? In diretta, quindi nella massima spontaneità, alcuni genitori e altrettanti bambini chiacchieravano alla presenza di un pediatra (e con l'intervento di esperti) sul sesso, semplicemente, così come dovrebbe accadere in una normale famiglia, senza pudori, compiacenze, ipocrisie, falsità. Si parlava, cioè, di differenze fisiche tra uomo e donna, di accoppiamento, di concepimento, di amore, usando esempi alla portata dei bambini: la poesia, gli animali, i fiori, le cose semplici. Le critiche sono state serrate e per questo motivo il Tg 2 ha pensato bene di fermarsi. «Niente censura ma una decisione autonoma — conferma An¬ drea Barbato, direttore del Telegiornale del Secondo — del resto prevista. Avevamo già pensato di fare il punto della situazione dopo un certo numero di trasmissioni. Le critiche ci hanno addolorato». — Quale giudizio potete dare sulle quattro puntate trasmesse? «Come tutte le cose nate in fretta, da un'idea e eseguite così come è nel nostro costume in diretta, senza preparazioni, la trasmissione era perfettibile, superperfettibile. Ma era una iniziativa nuova. Chi ha giudicato subito avrebbe dovuto attendere non la seconda ma la trentesima puntata». Gli ideatori della trasmissione si sono trovati a verificare, quindi, quelle che erano state le loro preoccupazioni al debutto: sarà un inizio traumatico — avevano detto — proprio perché finora nessuno aveva voluto assumersi l'iniziativa di cominciare. «Apriremo il dibattito — aggiunge Barbato — e in seguito riprenderemo le trasmissioni». Fabrizio Carbone
Persone citate: Barbato, Finocchiaro, Mammì, Oscar Mammì
Luoghi citati: Roma
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