Agnelli: cosa aspettarsi dal voto del venti giugno di Renzo Villare

Agnelli: cosa aspettarsi dal voto del venti giugno Discorso all'Assolombarda di Milano Agnelli: cosa aspettarsi dal voto del venti giugno (Dal nostro inviato speciale) Milano, 4 maggio. La situazione politica ed economica dell'Italia; la sua appartenenza all'Europa unita; i problemi che travagliano il Paese e le responsabilità di tutti gli italiani; il ruolo del sindacato oggi; lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate sono stati gli argomenti che il presidente della Confindustria, Giovanni Agnelli, ha sviluppato oggi a Milano all'assemblea dell'Associazione lombarda (Assolombarda) di fronte a 700 imprenditori in rappresentanza delle 5000 aziende associate. Dopo la relazione del presidente dell'Associazione, Giuseppe Pellicano, che ha indicato una serie di punti obbligati, attraverso i quali deve passare la «strategia del rilancio» (la permanenza dell'Italia nel sistema occidentale europeo; il rinsaldamento di tale sistema; l'elaborazione di un sistema «eurocapitalistico» da contrapporre a quello dell'«eurocomunismo»; la riorganizzazione non solo del settore industriale ma anche dei settori agricolo, della distribuzione, del credito e della finanza), Giovanni Agnelli ha affermato che «il nostro sistema, nei giorni scorsi, ha veramente toccato il fondo, forse non ancora della crisi economica, certamente della crisi politica». LA SITUAZIONE ITALIANA — Dopo aver ricordato i recenti mortificanti provvedimenti monetari, in un sistema politico «del tutto incapace di elaborare misure accettabili», Agnelli ha detto: «Il problema che oggi il Paese ha di fronte è un'esigenza indifferibile di chiarezza e di efficienza. Si tratta, nel confronto elettorale, non solo di rinsaldare le strutture democratiche, ma di porre le premesse per un quadro in cui le maggioranze concepiscano il potere come responsabilità di indirizzare e governare le componenti economiche e sociali del Paese finalizzandone lo sviluppo e non come garanti di situazioni obsolete o come dispensatori di privilegi». Ricordata l'attuale situazione dell'Europa ed il fenomeno dei Paesi emergenti che controllano ormai gran parte delle materie prime e delle risorse energetiche del mondo, Agnelli ha confermato che l'obiettivo dell'Italia «dev'essere quello di diventare membro a pieno titolo dell'Europa» ed a questo proposito «spero molto nelle elezioni europee del '78 o '7i> e nel fatto che i popoli sono più lungimiranti dei loro governanti e sentono meglio le vie della storia». Per l'Italia la strettissima dipendenza dall'estero è dimostrata dal fatto che il nostro import-export conta per ben un terzo delle nostre risorse e che il 45 per cento avviene all'interno della Cee. Questo dimostra la necessità, per noi, di restare nell'ambito europeo, ma per restare in Europa «è necessario uscire dall'attuale condizione di confusione politica e mandare avanti adeguate riforme delle strutture e delle istituzioni». PROBLEMI E RESPONSABILITÀ' — Sui problemi che angustiano il paese « abbiamo tutti le nostre pesanti responsabilità, soprattutto noi imprenditori che dovremmo avere l'abitudine di prendere le nostre decisioni in base a serie analisi ed a con- j seguenti valutazioni dei fatti ». L'impresa non è solo un centro dove si trasformano in beni le materie prime, ma dev'essere un centro più com-1 plesso di rapporti economici e sociali. Non aver valutato questo in tempo — ha detto Agnelli — ha portato ai gravi errori di concentrazione industriale, con l'aggravamento dei secolari squilibri fra Nord e Sud. Questo è accaduto — ha spiegato — anche perché la classe imprenditoriale « ha disdegnato di fare politica e ha delegato la responsabilità di gestire il paese ». E' avvenuto così che, invece di sanare strutture e istituzioni attraverso riforme, « il sistema dei partners politici, sostanzialmente incapaci di unità di j governo, privi della volontà politica di realizzare la modernizzazione del paese, ha ritenuto di reagire alle analisi ed alle sollecitazioni ideLlogiche provenienti dalle opposizioni con il riferirsi ad un populismo che ha le proprie basi in una cultura rurale Renzo Villare (Continua a pagina 2 in quarta colonna) I1

Persone citate: Agnelli, Giovanni Agnelli, Giuseppe Pellicano

Luoghi citati: Europa, Italia, Milano