I nove giovani del commando sono incriminati per omicidio

I nove giovani del commando sono incriminati per omicidio L'accoltellamento dei tre antifascisti I nove giovani del commando sono incriminati per omicidio Uno soltanto nega di aver partecipato all'aggressione ■ Ieri i funerali dell'avv. Pedenovi - Breve commemorazione di Almirante - Le indagini orientate verso gli ambienti della sinistra extraparlamentare (Nostro servizio particolare) Milano, 3 maggio. (m. f.) L'inchiesta per fare luce sull'omicidio dell'esponente missino sta muovendo i primi passi. Dall'autopsia è emerso che contro l'avvocato Pedenovi sono stati sparati sei colpi di cui tre mortali. Essenziale per fare qualche progresso nell'accertamento della verità è ritenuta la testimonianza di un cittadino francese, già ripartito per Parigi dopo avere parlato a lungo con gli inquirenti. Il testimone ha raccontato di avere assistito all'omicidio e di avere seguito la Simca degli assassini fino a che questi non sono scesi a terra. Quando i tre si sono separati, allontanandosi ognuno in una direzione diversa, il francese ha seguito il giovane che è entrato in un bar di via Casoretto. Il teste ha cercato anche di individuarlo nell'interno del locale, ma non vi è riuscito. Questo fa ritenere alla polizia che il commando dei terroristi possa disporre di una base nella zona, forse nello stesso palazzo del bar. Si è anche appreso che la descrizione dell'autista degli assassini corrisponderebbe, almeno in parte, con quella di un giovane che avrebbe parte- cipato, sempre come autista, ad una rapina ad un negozio di armi compiuta nel dicembre scorso. L'impressione, comunque, è che le indagini non siano più, come all'inizio, in tutte le direzioni, ma che siano state decisamente orientate dagli inquirenti negli ambienti della sinistra extraparlamentare. Vicini alla conclusione, invece, gli accertamenti sull'uccisione di Gaetano Amoroso, il giovane appartenente al comitato antifascista mortalmente ferito martedì notte da un commando di destra che ha anche ferito i suoi amici Luigi Spera e Carlo Palma. Il sostituto procuratore dottor Luigi De Liguori ha modifica, to gli ordini di cattura emessi nei confronti dei nove componenti il «commando» responsabile della tragica aggressione aggiungendo ai reati per cui sono finiti in carcere quello di concorso in omicidio aggravato. La nuova accusa verrà contestata ai nove neofascisti domani mattina, subito dopo l'autopsia sul corpo di Gaeta, no Amoroso. La perizia, condotta dai professori Mangili e Pozzato, dovrà accertare se, come pare, tutti i colpi sono stati vibrati con un unico pugnale. I periti esamineranno anche le ferite riportate da Luigi Spera e Carlo Palma, tuttora ricoverati all'ospedale policlinico. Mercoledì si svolgeranno i funerali del giovane aderente al comitato antifascista. Secondo quanto si è appreso, Gianluca Folli, Luigi Fraschini, Marco Meroni, Angelo Croce, Antonio Pietropaolo, Danilo Terenghi, Walter Cagnini, Claudio Forcati e Gilberto Cavallini, i neofascisti indiziati dell'omicidio nel corso degli interrogatori avrebbero cominciato a rinfacciarsi l'un l'altro le responsabilità delle coltellate mortali. Per il momento sembra accertato che tutti e nove abbiano impugnato l'arma, ma alcuni cominciano a prendere le distanze dal probabile esecutore materiale, Gilberto Cavallini, nel tentativo di rendere meno grave la loro posizione processuale. Composti, senza isterismi e senza manifestazioni nostalgiche si sono svolti oggi i funerali dell'avvocato Enrico Pedenovi, il consigliere nazionale del msi ucciso a colpi di pistola da due terroristi fino ad ora sconosciuti che lo attendevano giovedì mattina davanti a casa. In mezzo ad un imponente schieramento protettivo di forze dell'ordine, rivelatosi per fortuna inutile, un migliaio di persone, fra cui tutto lo stato maggiore del msi-destra nazionale guidato dal segretario Giorgio Almirante, ha seguito il feretro dalla federazione del partito fino alla chiesa di Santa Maria del Suffragio, lontana poche centinaia di metri. La salma alle nove del mattino era stata esposta nella sede del movimento sociale. Poco prima delle 14 è giunto Almirante, proveniente in auto dalla capitale. Dopo una lunga sosta nella camera ardente, Almirante ha svolto la commemorazione dell'ucciso. Ha parlato per pochi minuti. «Non mi sento — ha detto — di reclamare vendetta, ma non mi sento neanche di pronunciare la parola pacificazione. Siamo in guerra con delle belve sanguinarie» ha aggiunto alzando appena il tono della voce. L'orazione funebre è terminata ben presto: «La gente che è qui presente, civile, composta, coraggiosa — ha concluso il segretario del partito — non rappresenta che una piccola parte di Milano e del Paese, ma è una parte nobile, molto più grande, molto più forte di quel regime al quale non chiedo giustizia, ma contro il quale otterremo giustizia». Pochi minuti prima delle 15, al contrario di quanto era stato annunciato forse per prevenire incidenti, si è mosso un corteo. In testa molte corone di fiori sorrette da giovani attivisti del partito che non hanno voluto essere ripresi in volto dai fotografi «per motivi di sicurezza», è stato spiegato. Al termine della cerimonia religiosa, quando la cassa è uscita dalla chiesa per proseguire alla volta di Gavarno di Nembro (Bergamo), paese d'origine della vedova, dove è stata tumulata, Almirante ha dato l'attenti ed è stato osservato un minuto di silenzio.

Luoghi citati: Bergamo, Milano, Nembro, Parigi