Per frutta e ortaggi un discreto futuro
Per frutta e ortaggi un discreto futuro Convegno di studio a Torino Per frutta e ortaggi un discreto futuro Le specie e le varietà più adatte al Piemonte // fenomeno della distruzione di frutta, che periodicamente avviene in Italia, non tocca quasi il Piemonte, che in genere riesce sempre a smaltire la propria merce. Quindi, per la nostra Regione non si pone con estrema urgenza il dilemma * produrre meno o vendere di più ». Ma sarà bene tenere sotto controllo il settore ortofrutticolo, perché anche in Piemonte potrebbero succedersi periodi difficili, e anche perché il gusto e le necessità del consumatore variano in fretta, e non bisogna essere colti impreparati. Questa una delle conclusioni cui è giunto il convegno svoltosi a Torino, organizzato dal Ciacap (Consorzio cooperative agricole Piemonte). Il direttore dell'ente, Giovanni Garavello, ha indicato nella cooperazione la forma per migliorare la politica commerciale del settore ortofrutticolo, settore oggi molto esposto alle oscillazioni del mercato. Bisognerà che le cooperative si organizzino anche per conservare ed eventualmente trasformare frutta e ortaggi. Alcune Indicazioni ai produttori, per la frutticoltura, le ha date il prof. Piero Romìsondo, direttore dell'Istituto frutticoltura industriale dell'Università di Torino. Egli ha premesso che in futuro ci sì possono attendere scarsi Incrementi nei consumi Interni, quindi sarà alla trasformazione industriale e all'esportazione che bisognerà dare il massimo Impulso. Comunque, ' non esistono nella nostra Regione remore tali da suscitare eccessivi allarmismi » per i produttori (la frutticoltura piemontese costituisce solo il 4% di quella nazionale). Bisognerà però osservare alcune precauzioni, come ad esempio evitare che la coltivazione delle piante da frutta si estenda al di fuori delle zone di sicura vocazione; poi si dovranno scegliere, per Il rinnovo degli impianti, quelle varietà più richieste dai consumatori. Vediamo le due specie più diffuse in Piemonte, il melo e il pesco. MELO. Evitare un'ulteriore diffusione della * Golden Deliclous », specie nelle zone di pianura, fertili e irrigue, dove la qualità è piuttosto scadente. Bisognerà ridurre I costi di produzione, dato che i nostri concorrenti francesi lavorano a costi inferiori del 3040%, con produzioni unitarie molto più elevate (attorno al 500 q per ha). Per ottenere ciò bisognerà cambiare metodo di coltivazione: gli impianti dovranno essere di tipo semifitto (200 piante per ha) e di altezza non superiore ai due metri e mezzo. Si dovrà ricorrere a portainnesti e forme di allevamento adeguate: PESCO. Non è prudente, come alcuni fanno, estirpare i meli per sostituirli con i peschi. Ciò avviene nel Saluzzese (anzi negli ultimi 5 anni ne sarebbero stati spiantati per circa 1000 ha); questo perché la produzione italiana di pesche è soggetta a squilibri e conseguenti crisi di mercato dalla metà di luglio alla metà di agosto. Le pesche saluzzesi non potranno certo essere precoci, dato Il clima; quindi si dovrà puntare sulle varietà tardive, per spuntare buoni prezzi. Le cultivar da scegliere dovranno maturare dopo la metà di agosto. Fra le medio tardive a pasta gialla, si segnalano • Glohaven », « Suncrest », « Cresthaven », « Hate ». Degli ortaggi ha parlato il prof. Luigi Basoccu, dell'Università di Torino, accennando alla minor richiesta negli ultimi anni, di ortaggi « poveri », quali cavolo, cipolla, zucca, con maggior domanda di ortaggi più pregiati, come peperoni, pomodori, fragole, asparagi, zucchlni. Nelle colture, quindi, bisognerà tener conto del mutato gusto del consumatore (ma la crisi non ci farà tornare verso consumi più » poveri »?). In Piemonte le colture ortive più importanti sono la fregola, il peperone, il cardo, il sedano, l'asparago e lo spinacio. La specializzazione colturale ha portato a un progressivo abbandono di determinate colture, che non trovano nel nostro ambiente le condizioni pedoclimatiche più adatte (pomodoro, pisello, cavolo) rispetto ad altre regioni. Livio Burato
Persone citate: Giovanni Garavello, Livio Burato, Luigi Basoccu, Piero Romìsondo
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