Il titismo si estende oltre la cortina di ferro

Il titismo si estende oltre la cortina di ferro Il titismo si estende oltre la cortina di ferro Perchè è stato sostituito Vambasciatore russo Pushkin? Notizie contraddittorie sul dramma di Budapest (Nostro servizio speciale) Londra, 28 giugno. Non tutto è chiaro nel ca-\so-Pushkin, anzi ben poco vi è di definito. Ma busta a raf-ìforzare la tesi degli esperti)londinesi di problemi orienta-! li, i quali da 4 ìnesi vanno sottolineando l'estendersi a j macchia d'olio della situazio-ìne di instabilità ad est della cortina di ferro Cade oggi un anno da quando il maresciallo Tito fu scomunicato dal Cominform per l'eresia di nazionalismo e per l'eterodossia marx-leninista. In un anno la situazione nei paesi satelliti è profondamente mutata. In Ungheria il caso Mindszenty, in Cecoslovacchia il caso Beran, l'Instabilità bulgara, l'accentuarsi della « ribellione » jugoslava, poi ancora in Ungheria il caso Rajk. La sostituzione di Georgi Maximovic Pushkin, ambasciatore sovietico a Budapest, con Arsenio Vasilievic Tishkov attrae l'attenzione degli osservatori altrettanto quanto la lotta che monsignor Beran sta sostenendo contro il regime di Gottwald. Sotto un determinato punto di vista è di quella più interessante. Mentre in Cecoslovacchia, come già. in Ungheria per l'arcivescovo Mindszenty e ancor prima in Bulgaria per Nikola Petkov, si tratta ai opposizione da parte di chi è sempre stato ostile al comunismo ed al suo dominio totalitario, il caso Pushkin rientra in quel complesso sviluppo di eventi che la storia comprenderà in un ciclo definito e che la cronaca raccoglie oggi sotto il titolo di « Titismo ». Non solo, ma questa imito si tratta addirittura di un diplomatico sovietico. La notizia secondo cui Pushkin si sarebbe opposto all'arresto di Laszlb Rafk, l'exministro degli Esteri comuwista magiaro, e avrebbe sparato al ministro della propaganda Eugen Revai, reo di (« unrest ») ' hu avuto conferma, e si sa che non è facile appurare Quanto di vero e quanto di falso o distorto sia nelle no tizie che provengono dalle ca pitali dell'est europeo, Sfa di fatto che Pushkin è non voler aderire al suo de-\siderio di salvare Rajk, Monistato sostituito, d'ordine del Soviet Supremo. Questo significa che non faceva più al caso di Mosca. Procedendo nel ragionamento, se ne può dedurre senza timore di andar lontani dalla verità che al Cremlino stava sfuggendo il controllo sulla politica di Budapest. Il titismo è un male contagioso, al punto che i governi hanno sentito la necessità di denunciare t rei di eresia e di punirli pubblicamente, nel chiaro intento di dare un esempio. L'episodio di Laszlo Rajk è l'ultimo della serie, l'ultimo in ordine di tempo ma non certo in senso assoluto. Negli ambienti londinesi si spiega quindi il caso Pushkin come un indizio di nervosismo da parte di Mosca. Viscinsfei non intende lasciar sviluppare un moto di sfaldamento che potrebbe portare a conseguenze cui un anno fa, quando Tito era ancora compagno e additato quale esempio da seguire per ogni buon comunista, nessuno pensava. Questo sfaldamento potrebbe essere accelerato dalla rinnovata energia dell'opposizione cattolica in Cecoslovacchia. E' omtai evidente che i van Paesi dell'Europa orientale sono collegati in un sistema intercomunicante non solo agli effetti di Mosca ma anche a quelli dell'opposizione. La resistenza di Mindszenty è operante in Cecoslovacchia come quella di Beran in Ungheria. L'atteggiamento di Tito ha influenza ben oltre i confini jugoslavi. Se quanto si dice di Pushkin risponde a verità, occorrerebbe dedurne che l'opposizione opera perfino tra le fine della diplomazia souiefica. Se così è si presenta a Viscinsfci un nuovo problema, quello di sorvegliare anche gli uomini che invia nelle capitali satelliti per reggere le fila della politica- interna ed estera delle varie nazioni. E' il classico interrogativo del «Qui» custodiet custodes». E corollario ne èja constatazione che ben sviluppato deve essere il movimento « tifisi a » se può coinvolgere persino uomini allevati in atmosfera comunista e consci dell'onnipotenza della N. K. V. D. Se effettivamente a Budapest siano risuonati i colpi di pistola di Pushkin non è dato sapere per ora. Ma già il cambio della guardia all'Ambasciata sovietica di Budapest e la « destinazione a diverso incarico » di Pushkin stanno a significare che anche sotto ponti del Danubio l'acqua non scorre più tanto liscia per la politica del Cremlino. Walter Kolrz della « United Press ».