Una drammatica disputa tra mons. Plojhar e il Vaticano di Vittorio Gorresio

Una drammatica disputa tra mons. Plojhar e il Vaticano Una drammatica disputa tra mons. Plojhar e il Vaticano Il prete, ministro di Gottwald, tiene una conferenza stampa a Roma - Si aggrava la scomunica da parte della Santa Sede - Colloquio con l'assessore del Sant'Uffizio Roma, 21 giugno. Con l'esperienza tratta dalle vicende del cardinal Mindszenty, L'Osservatore Romano è stato questa volta ancor più sollecito nel reagire di fronte al caso Beran. Se per ipotesi, del resto, non fosse stata sufficiente l'esperienza dello scorso dicembre, un fatto nuovo che arricchisce oggi la cronaca, dandole un sapore affatto singolare, ve lo avrebbe costretto: un sacerdote ceko, monsignor Giuseppe Plojahr, ministro nel governo di Gottwald, trovandosi a Roma per l'assemblea dell'organizzazione internazionale della sanità, ne ha approfittato per tenere una conferenza stampa illustrando le relazioni fra Stato e Chiesa in Cecoslovacchia. Un acerbo rimprovero Come sacerdote sospeso a diuints ed in quanto membro del governo comunista, è facile Immaginare quale tesi egli abbia sostenuto davanti ai giornalisti convocati nella sede della Legazione del suo Paese; e difattl stasera L'Osservatore scrive contro di lui parole dense di vituperio: «Il sacerdote Plojhar ha avuto la non decente idea di tenere proprio in Roma una conferenza stampa... sulla sua posizione di sacerdote dopo la sospensione a divinis e sul conflitto tra il regime e la Chiesa del suo Paese. Come tutti i suoi pari, ha distinto nella sua coscienza i do¬ veri di cittadino da quelli di cattolico e di sacerdote. Non si è avveduto, come tutti i suoi pari, che quando questi doveri vengono in contraddizione tra loro, o si sceglie o, se si pretende che contraddizione non ci sia, si hanno due coscienze: e quando un uomo comincia ad averne più di una, uomo retto non è... anche senza aggiungere che sull'attuale conflitto e, persino nel confronti dei sacérdotJ"1ncàrcérati', égli ha parlato come un attivista qualsiasi ». Già sospeso a divini.?, come si è detto, monsignor Plojhar è incorso adesso nella scomunica riservata speciali modo allo Sede Apostolica, ieri intimata dai Santo Uffizio contro i promotori, autori o membri della écisruatica «Azione Cattolica» cecoslovacca ed è per questo dichiarato apostata. Sembra che prima di arrivare a tanto la Congregazione del Santo Uffizio abbia voluto compiere un ultimo tentativo di persuasione presso monsignor Plojhar. Secondo un'agenzia generalmente bene informata sulle cose vaticane mons. Ottaviani, che è l'assessore delle Congregazioni e come tale ha accesso al Papa un giorno fisso per settimana, avrebbe avuto un lungo colloquio con 11 Plojhar nel palazzo del C -miti in via Ripetta. Drammatico colloquio, continua l'ag'enzla, che sarebbe culminato in questo grido del monsignore e ministro cecoslovacco: «Voi potete lanciare tutte le scomuniche che volete, ma questo non ci impedirà di essere egualmente cattolici ». Il grido è sufficientemente eretico perchè ci sia bisogno di osservare che Huss, dunque, ha lasciato eredità di scismi nella Boemia; e d'altra parte monsignore non ha ancora certo esaurito le manifestazioni del suo temperamento battagliero. A un giornalista che gli ha chiesto quale aia .stato il suo sentimento nel venire a Roma senza poter celebrare la Messa, mons. Plojhar ha risposto: «Non certo un sentimento di indifferenza: ma per me non è stato una cosa nuova, poiché anche i nazisti m'impedirono le funzioni divine ». « Ma come spiega di aver contravvenuto al divieto episcopale per i cattolici cecoslovacchi di partecire al governo? ». Nel rispondere Phojhar è stato questa volta malizioso: «Non esisteva al tempo di mons. Tiso che fu Primo Ministro con i nazisti ». L'Osservatore, nel ribattere, compie un giro dialettico un po' largo : « Il Plojhar non fu sospeso perchè deputato, perchè ministro, per aver partecipato all'attuale governo; ma perchè accettò la candidatura e l'elezione a deputato in spregio alla notificazione vescovile e sfidan-* do le gravi sanzioni che l'avrete bero colto anche se non fosse stato eletto e quindi non deputato, non ministro». Linguaggio diverso Dalla sede della Legazione di Cecoslovacchia il sacerdote ministro di Gottwald ha continuato: « E' la Santa Sede che ha violato il modus vivendi concluso nel 1948 con la repubblica». Dai palazzi vaticani risponde L'Osservatore: «Il Plo■jhar sa perfettamente che il modus vivendi fu tanto violato al danni della Chiesa cecoslovacca e della Santa Sede che questa non aveva ragione di tenersene obbligata ». Insiste il Plojahr nella Legazione: «Con il decreto del Santo Uffizio la Santa Sede si pone contro la nazione cecoslovacca ». « Come prete e cattolico ho del doveri verso 11 Papa, ma anche del doveri verso il mio governo e ho una mia opinione politica alla quale non rinuncio ». Replica dal Vaticano: « Che tra i doveri verso 11 suo governo 11 Plojhar comprenda quello di . non rinunciare alla sua opinione politica è cosa che riguarda, in genere, il concetto conilnformista ùeiia libertà di opinione e in particolare il senso di indipendenza di lui; che poi i suol doveri di cattolico e di prete verso il Papa, verso la Chiesa e il magistero di lei non comprendano quella opinione che egli definisce politica, è smentito dal fatto che la sua opinione politica professa dottrine condannate dai Papi e dalla Chiesa». Risponde quieto il Plojahr: « Per me cattolicesimo e socialismo sono due parallele che non si incrociano, che non possono e non debbono incontrarsi ». Come si vede la differenza di linguaggio è tale che è impossibile pensare che si trovi un terreno di Intesa. Ne abbiamo dato qualche saggio perchè, come in principio dicevamo, il fatto singolare di un ministro di Gottwald che viene a Roma per occuparsi di problemi di sanità e invece prima disputa con l'assessore del Santo Uffizio e quindi convoca 1 giornalisti nella sede della rappresentanza diplomatica del suo Paese per esporre teorie in materia canonica, meritava, a nostro giudizio, di essere consegnato alla cronaca di queste giornate. Vittorio Gorresio

Persone citate: Giuseppe Plojahr, Gottwald, Intesa, Mindszenty, Ottaviani, Tiso

Luoghi citati: Boemia, Cecoslovacchia, Roma