30 anni per il Montagnino richiesti dal Proc. Generale

30 anni per il Montagnino richiesti dal Proc. Generale Im JL S TRA. GE ni MURISENGO 30 anni per il Montagnino richiesti dal Proc. Generale è i o i : e». i ò e o i o n o {Dal nostro inviato speciale) Casale, 17 giugno. Il testimoniale, avrebbe dovuto concludersi oggi con la deposizione di Anna Berta ina. sorella del Vittorio, condannato, com'è noto, ■all'ergastolo. -Costei, insieme al fratello Secondo, ebbe i primi approcci coi familiari di Adamo .Montagnino e con i suoi avvocati. L'Anna che risiedeva, a San Dalmazzo di Tenda, ha sposato un francese e si è trasferita ad Antibes. Difficoltà insormontabili hanno indotto la Corte e le parti a rinunciare alla teste e a limitarsi alla lettura di un verbale ài interrogatorio reso in istruttoria. La Bertaina raccontò che, pochi giorni prima del processo svoltosi a Oasale, l'il aprile 1946, avendo appreso da una lettera del fratello detenuto che sarebbe stato difeso dall'avv. Avonto di Torino,' si recò da questi per sapere che cosa sperasse di fare nei riguardi del fratello. Il verbale di interrogatorio reca: «Le prime parole che mi rivolse l'avvocato furono — Signorina, della causa di può fratello non voglio più saperne nulla n*rcliè nella faccenda vedo molto oscuro. Si guardi anche Iti di non entrare in queste pasticcio». Il pasticcio fu rivelato poi un anno dopo (Montagnino venne infatti arrestato la v.gilia di Natale del '47) e consisteva in queBto: qualche giorno prima era andato dall'avv. Avonto un uomo alto biondo brizzolato che si qualificò come Montagnino, il quale voleva pagargli la difesa dell »m pittato Bertaina. Siccome detto avvocato aveva già avuto, per tramite di altra- persona, 10 mila lire di anticipo, non intendeva più sotto simili auspici pòco chiari assumersi l'incarico, cosicché dù-se alla ragazza; — Se continuasse cosi andrei nei pasticci anch'io. — Quindi restituì la somma ricevuta trattenendosi soltanto una piccola somma per le spese sostenute. Altrettanto fece l'altro avvocato che, salvo errore, aveva avuto 30 mila lire, e cosi i due imputati vennero a trovarsi difesi, all'ultimo momento, da due avvocati non di Torino. Il fratello if iiiiiiiif iiiiiiiifiiif ìftiiiuiiiiiif iiiiiiinif mitif ■■■( r i i 1 oo, . : a . o. a ei o e n o ; oi e a e o o i i i à r di del Bertaina ricevette per spere di difesa 8 mila- lire, mentre il padre del ^agnino faceva, pervenire, a mezzo di sua figlia Gelsina, 10 mila lire al padre del Bertaina. somma che tuttavia non bastò perchè l'Anna Bertaina fu costretta a, vendere gli ori lasciati alla famiglia dalla defunta madre. « Quando feci notare a mio fratello^Secondo che la- difesa di Vittoricrci sarebbe costata una. somsuperiore alle nostre, possibilità mio fratello mi assicurò che qualcuno avrebbe pagato tutto. Ai miei dubbi, mi rispose che costui doveva pagare altrimenti avrebbe pensato lui personalmente.- Disse queste parole facendo una faccia, minacciosa come se dovesse rivelare qualche cosa che riguardasse il Montagnino. Non pensai di chiedergli a che titolo il Montagnino gli dovesse tale somma; ma, vista la eua aria minacciosa, mi convinsi che 11 Montagnino era implicato nella triste faccenda per cui mio fratello era rinviato a processo. Il nuovo difensore pretendeva So mila lire onde Secondo Bertaina si recò a Murisengo per indurre il Montagnino a pagare. Il resto è noto. Pessimo soggetto Molta impressione ha destato infine la lettura di un documento informativo inviato all'autorità giudiziaria due mesi PCima che si celebrasse il processo contro i due assassini, del Comando della Divisione Guardie di P- S., a firma del colonnello Quaranta. Il documento diceva: «Durante la sua permanenza al Corpo (1« maggio 1945 - 15 aprile 1946) il Montagnino ha- mantenuto pessima condotta In genere, dando adito e svariati provvedimenti disciplinari a suo carico. Elemento dedito al vino, di pessimo esempio per gli inferiori dai quali era malvisto, non seppe mai accattivarci la stima dei superiori diretti che intendevano proporlo per la retrocessione dal grado di vice-brigadiere da lui rivestito. Di scarsa cultura, ha sempre dimostrato un contegno non adeguato ella posizione e alla carica coperta. In data 5/4 corrente anno, precedendo una disposizione d'autorità, richiedeva le dimissioni dal Corpo. Per quanto «opra questo Comando lo ritiene pessimo elemento dando nei di lui confronti parere sfavorevole ». Dopo questa specie di colpo di grazia all'imputato, ha avuto la paria l'avv. Durant di Torino di P. C. il quale si è proposto di dimostrare che gli autori della strage dovevano avere avuto un mandante. Ohi li istruì sulla via da percorrere fu a confessione dello stesso imputato Bertaina, il Montagnino, individuo torbido, malvisto, prepotente, da diversi anni l'incubo del CasaleBe. Chi pagò le spese degli avvocati? Il Montagnino di persona, ma di tasca, però, dei suoi tribolati congiunti dei quali nessuno è in udienza ad assisterlo. Montagnino, secondo l'avv. Durant, non merita pietà. La fortuna lo assecondò fin troppo sicché la Sezione di accusa 10 mandava assolto per mancanza di reato, mentre rinviava a giù. dizio i due esecutori. Però il tristo era inesorabilmente, condannato dall'opinione pubblica. Oggi in Corte non un teste è venuto a deporre in sua difesa. Parte di coloro che furono sentiti si è dimostrata reticente, ma per paura; anche questa stessa reticenza fu una prova contro l'imputato. Il criminale regista L'aw. Baverio di Oasale. pure patrono di P. C, ha discusso la causa in diritto, illustrando la parte principale che l'imputato ha avuto nell' organizzazione della strage. La popolazione ancora inorridita chiede alla Corte di Oasale esemplare gius-tizia. Dna severa requisitoria ha pronunciato l'A G. della Corte d'Appello di Torino dott. Quinto, magistrato di profonda cultura giuridica e oratore fervido. L'artefice della strage era rimasto in ombra ha affermato il Proc. Gen. — ma un regista c'era e poteva ricercarsi soltanto tra gli amici dell'esecutore principale del delitto. Il Bertaina aveva fatto parte del- primo Corpo di polizia come vice-brigadiere. Era stato retro cesso, ma era ancora in servizio ed era un compagno, un amico del Montagnino. L'istruttoria che mandò a giudizio Trolese e Bertaina non trovò elementi consistenti per affermare la colpevolezza- del mandante perchè costui imbrogliò la giustizia. Ma, forse, fu un bene perchè se fosse stato chiamato allora come correo nel processo nell'aprile del '46 sulle scarse risultanze del tempo e la omertà dei due complici e gli altrui silenzi, il Montagnino sarebbe stato assolto e, allora, non farebbe stato più possibile processarlo una seconda volta. Oggi lo abbiamo qui nella morsa tremenda di risultanze che egli non può ementire. Bertaina ha accolto l'idea malefica di Montagnino. ne ha ricevuti i consigli, le indicazioni sul posto, in una ricognizione preliminare a Murisengo, seguendo nell'attacco alla cascina 11 piano predisposto dal criminale regista. E, più tardi, gli ha perfino ubbidito nelle sue ultime raccomandazioni: «Badate, nel caso siate scoperti e arrestati non dite mai il mio nome perchè Io vi aiuterò sempre». 11 suo nome è saltato, però, fuori scritto indelebilmente: è quello di un assassino del quale sono dolente di non andare nella mia requisitoria, oltre l'imputazione ascrittagli perché l'art. 116 dèi Codice Penale in matera di omicidio non consente l'ergastolo. C3ztnfltlplanrdupfcpp Chiedo, perciò, sia condannato a 30 anni di reclusione. L'imputato in queste due udienze ha mantenuto sempre un contegno indifferente. Domani mattina, parlerà l'aw. Oillio della difesa e, quindi, si avrà la sentenza. ERCOLE MOGGI

Luoghi citati: Antibes, Casale, Murisengo, Torino