Bertoldo fra gli sbirri

Bertoldo fra gli sbirri Bertoldo fra gli sbirri La politica sta rovinando Persiceto - Lotta spietata tra braccianti e agrari - 500 agenti a guardia del paese (Dal nostro inviato speciale) - San Giovanni in Persiceto, 17 giugno. Non ho faticato a riconoscerlo. Se ne stava seduto in un prato, all'ombra di una bella pianta, e poiché 11 prato costeggiava la strada e 1 campi intorno apparivano deserti e silenziosi (faceva caldo e gli orologi di San Giovanni avevano già battuto da un pezzo le dodici ore) le prime cose che un viandante potesse vedere avviandosi al paese erano appunto quell'ometto seduto e i suoi due angeli custodi. I quali angeli invece — un carabiniere e un agente di P. S. pieni di cordelle e di baffi — se ne stavano in piedi, appoggiati all'albero, e sembravano cosi immersi nella contemplazione di un giornaletto illustrato, di cui si andavano scambiando le pagine, che non avevano voglia, nè tempo, di vigilare meglio il villano seduto. Un tipo singolare Costui era proprio un singolare villano: con indosso un ruvido salo, pantaloni corti e stretti al ginocchio, calze di lana bigia e tutte rappezzate, e nei piedi smisurati un paio di scarpacce di una foggia antiquata, alte con grossi tacchi. Nell'atto che si levò il cappellone tondo, nero e peloso come una talpa, e dalla posizione sull'erba al'piedi dell'albero, io non ebbi più dubbi. Il fermato, o arrestato, o sorvegliato che fosse, aveva .l'aspetto più goffo e brutto del mondo : la fronte increspata, le orecchie a ventola, i denti di fuori, una barbetta da caprone e sotto la gola tre o quattro bubboni che si alzavano e si abbassavano nel respiro. «Un villan di sì deforme aspetto — che d'orso più che d'uomo avea figura... ». Ad un tratto l'orso di Persiceto sentendosi fissare alza 11 testone e strizzando l'occhio, destro, che aveva rossiccio e irto di peli, mi fa di là dalla siepe un breve cenno di saluto (devo dire che l'agente, come quello che era più giovane e zelante, fu il primo ad accorgersene; e chiuso il giornale, serrato in fretta l'harem di Hollywood, prese a interrogai^ mi tutto con gli occhi, col mento, col baffi, con le cordelle secondo il costume siciliano). «In che pasticci ti sei messo Bertoldo?» gli chiedo io, avvicinandomi alla siepe. Era davvero lui. Non già 11 Re Bertoldo, sovrano del carnevale di Persiceto, maschera e invenzione ottocentesche, il quale ogn' no per bocca del verni-: ciat-, n Balletti, comunista, rivolge nel suo imperiale teatro un amabile discorso in vernacolo ai sudditi e agli ospiti, satireggiando la moda femminile, gli alberi dei viali, i balli o gli edifici nuovi, tnt un clemma d'ziviltà — d'algrì pas e libertà. (In un clima di civiltà, di allegria, pace e libertà); un discorso della corona che da venti anni in qua il cavaliere Lodini, poeta e agrario, prepara con intatta fiducia nel buon umore dei suoi concittadini. (E' una gran festa, vi accorrono tutti i buontemponi dell'Emilia, e il fatto che 1 monarchi o le maschere invitati dai luoghi Vicini, come Sandrone modenese e il principe di Franciacorta mirandolese — Balanzone no, che si mantiene agnostico — siano oggi comunisti, impersonati cioè da «compagni» noti toglie allegria all'avvenimento, è una tregua rispettata dal partiti). Non già dunque il Re Bertoldo mi stava dinanzi, ma proprio il vero e unico figlio di Giulio Cesare dalla Croce, 11 malizioso e Immortale villano, ed ecco come lo trattavano al suo ritorno in paese... «In che guai ti sei messo, Bertoldo? » « Chi è uso alla zappa non pigli la lancia — risponde lui sospirando — chi tira il sasso in alto rischia di riceverlo in oapo ». «I tuoi saggi proverbi, i tuoi mille strattagemmi — faccio io — non ti hanno servito molto questa volta se, come vedo, sei solo benché in compagnia, che tu m'Insegni nessuno considera una utile compagnia quella degli sbirri ». Mi veniva in mente infatti quando Bertoldo ficcò nel sacco al posto suo lo sbirro della regina e la umana difesa di sè che il povero sbirro, finito poi annegato, pronuncia in quella circostanza: « Sebbene faccia lo sbirro, sono uomo anch'io e ho comprensione delle sventure del compagni». Dove quel sebbene spiega molte cose sull'indole del popolo emiliano. Poi il villano incomincia a parlare si che tra molte strizzatine d'occhio e molti proverbi, la situazione di Persiceto mi fu chiara alla fine. Da molti mesi Persiceto e le campagne intorno rivelavano per causa naturalmente della politica, una intolleranza diffusa e sempre all'erta che non prometteva nulla di buono. Enrico l'acquaiolo, ad esempio, che cumula molti Incarichi in paese, di custode dell'acquedotto, di presidente di una cooperativa e di suonatore di grancassa nella celebrata banua di San Giovanni, si è già messo in urto con molti perchè, ogni volta che la banda si raduna, lui vuole suonare Bandiera rossa. E Bambola, che nonoatante il soprannome è un uomo vigoroso e bizzarro (un giorno stirò, voglio dire che passò il ferro da stiro sulla pancia della moglie che fu ricoverata all'ospedale), Bambola, bravo per le serenate, è stato rovinato dalla politica: prima repubblichino e ora " libero ", cioè crumiro per coloro che non la pensano come lui, è tenuto assai d'occhio. L'aria si accende, il paese perde la sua giocondità e si arriva alla sparatoria di tre ore, di cui hanno parlato 1 giornali, un assalto in piena regola. Muore nel conflitto un bracciante di un paese vicino 1 comunisti hanno un morto da contrapporre al democristiano Fanin, i morti servono talvolta ai partiti, 'ma nuocciono sempre alla tranquillità generale. (Qual'è colei che nessuno vuole in casa? chiede re Alboino. « La colpa » risponde sicuro Bertoldo). Pecora nera Così di colpa in colpa una schioppettata dietro l'altra, si è arrivati al quasi coprifuoco di oggi. (Ben vada la capra zoppa finché nel lupo non s'intoppa). Einaudi non aveva ancora controfirmato 11 decreto che vieta all'ex-sindaco di Persiceto di essere rieletto per tre anni, che più gravi provvedimenti venivano presi. I locali pubblici e i cinema devono chiudere alle nove di sera, è proibito ogni comizio e riunione anche nei luoghi chiusi, più di cinque persone non possono camminare insieme a piedi, e più di tre in bicicletta. Persiceto è mortificata, i bottegai si lagnano, il mercato del bestiame, che qui è sempre stato fiorente, è In crisi pochi hanno voglia-di venire in questo paese sorvegliato speciale, la pecora nera d'Italia in questo momento. Cinquecento tra agenti e carabinieri in feeps, con radio e mitra, pattugliano notte e giorno 11 Persicetano e fanno pensare a certe scene del 1944. E anche Bertoldo, vittima di una lotta agra ria che si conduce in modo goffo e cattivo dall'una e dall'altra parte, è costretto a rimanersene fuori del suo paese guardato a vista come ve l'ho descritto. « Qual'è — domandava un tempo re Alboino, al quale piacevano gli ingenui indovinelli — qual'è colui che si serra in prigione volontariamente? ». « Il baco da seta » replicava Bertoldo sorridendo. Ma erano, come vedete, altri tempi. Un malizioso villano del 1949 potrebbe rispondere invece: il persicetano, o, generalizzando, l'uomo accecato, guastato dalla passione politica. Giorgio Vecchietti ,

Persone citate: Balletti, Fanin, Giorgio Vecchietti, Lodini, Re Bertoldo

Luoghi citati: Emilia, Hollywood, Italia, San Giovanni In Persiceto