Sulle Alpi oggi si decide il Giro

Sulle Alpi oggi si decide il Giro Sulle Alpi oggi si decide il Giro La Sanremo-Cuneo è stata dominata dallo spettro delVIzoard • Vittoria in volata di Conte - Il traguardo di Col di Nava a Vittorio Rossetto {Dal nostro Inviata speciale) Cuneo, 9 giugno. Incombeva oggi sulla SanremoCuneo lo spettro dell'lzoard. C'era per aria sentore di preoccupazione se non proprio di paura per quello che riserba la giornata di domani, cosicché né il colle di San Bartolomeo nè quello di Nava hanno saputo far deviare quelli che hanno in mano le redin. del Giro dai loro piani di attesa: il primo è stato assolutamente nuli i agli effetti della movimentazione della corsa. Ha. visto sfilare tranquillamente tutti i partiti dopo un'ora esatta, di lenta e pacifica ascesa fatta a. 24 di media. Dopo eisersi divertiti a fare una vertiginosa calata su Pieve di Teco, i corridori sono giunti tutti ins.eme a poco più di 2 chilometri dal colle di Nava-, e qui Cecchi, Jlaggini, Pasotti, Eossello Vittorio e De Santi hanno attaccato briga per il premio della montagna; nel battibecco sono intervenuti Bartali e Coppi, che hanno potuto rimontare nell'ordine tutti i fuggitivi, meno Kossello, Tra Coppi e Leoni 111 conclusione, Coppi piazzandosi terzo ha ridotto di 15" il distacco in classifica da Leoni. Ma voi capite bene che tutto questo ha ben poca importanza. I pochi metri che separavano i primi fra loro e la fila sparsa che li seguiva facevano capire che in discesa tutti si sarebbero fusi insieme, riportando alla quasi integrità la formazione di partenza. E qi.estu, infatti, avvenne gradatamente prima del rifornimento di Cava, dove la media non raggiungeva i 31 all'ora. E andò calando ancora verso llondovi, perchè proprio nessuno aveva voglia di scalmanarsi. Tardava anche lo scoppio delle « bagarres » finali per la vittoria di tappa, mentre cominciava la disputa fra Oarollo, fanale di coda della classifica, e Halabrocca, intenzionato a rubargli cosi onorifico incarico. Immaginatevi che egli aveva ricevuto in mattinata dagli ammiratori di Aventi Apuana — sì, anche gli ultimi hanno i loro ammiratori — il seguente telegramma: «Momentaneo rammarico posizione non ultima, confidiamo tua astuzia calcolatrice detronizzare Cardio. Vera vergogna novellino battere vecchia volpe Malabrocca. Preghiamoti schivare tentazione vittoria tappa. Attendiamo maglia nera». Og^i però Malabrocca ha fatto fiasuo. Carollo, che era osn i primi a venti chilometri dall'arrivo, è stato preso da tanta sete che si è fermato in una osteria ed ha per; so quasi un quarto d'ora ! Ormai non c'È più niente da fare con Carollo maglia nera. Non è mancata, fì capisce, la solita sfuriata fina'? alla quale i tre che sono in lotta per la vittoria di domenica prossima hanno assistito con la solita indifferenza. Di questa situazione non nuova ha cercato di approfittare Luciano Maggini, inscenando una fuga che doveva essere decisiva, per quanto non a suo favore. Furono lesti a mettersi s-ulla sua ruota Conte, Eicci, Tonini, Pezzi, Eossello Vittorio e Brasola, e questi sette, trovatisi immediatamente d'accordo, non furono più raggiunti. Sull'ampio vialone di arrivo, dove organizzazione e disciplina erano perfette, la volata fu regolarissima e chiara. Conte ha saputo contenere il ritorno di Rif ci, mentre Maggini. che quest'anno mi pare abbia perso alquanto del suo spunto di velocità, ha dovuto lasciare il posto anche a Tp- nini. Non c'è proprio, niente altro da dire di questa tappa; assai modesta di fuoco e di colore, se non citare Eossello Vittorio per la 6ua attività sul Nava e nel finale. Ed ecco questa sera il Giro di fronte al suo tribunale supremo. Il presidente della dorte internazionale si chiama Izoard e siede su uno scranno alto 2.370 metri, e gli altri quattro. giudici hanno nome Maddalena (1996), Vars (2111), Monginevro (1860) e Sestriere (2033): due giudici sono francesi, uno italiano e due binazionali. Il loro verdetto sarà noto domani sera a Pinerolo, dopo circa nove ore di seduta indubbiamente agitatissima, nella quale le parti interessate si decideranno, o saranno obbligate, a sfoderare tutti i loro argomenti, uscendo finalmente dal riserbo nei quale si sono finora mantenute. E' dalla vigilia che ho scritto dellt ragione per la quale Coppi avevi deciso di raggiungere il massimo r-copo — vincere il Giro — cid! minimo mezzo, cioè col minore iliipendio di energie: l'obiettivo del Giro di Francia. Aveva sempre detto Fausto, che voleva andare al Tour, ma che ci sareb; be anda.to solo se dopo il Giro si fosse sentito in condizione da fare onore alla aia firma. Di qui il chiaro proposito di non spendere nel Giro che il minimo necessario a vincerlo, in base a un piano che si basava su tre punti di attacco: le Dolomiti, le Alpi e la tappa a cronometro; e per il resto sarebbe stato sull.i. difensiva. Tutto h e avverato finora secondo questo piano per la mancanza di Magni. Ortelli e Kubler, uomini che avrebbero potuto esaere assai più pericolosi per ODppi e quindi più impegnativi di Fazdo, Cottur e anche di Leoni. Oggi la decisione di Coppi di ■andare al Tour è fondata sulla persuasione di essere nelle condizioni che erano pregiudiziali alla sua partecipazione. In quanto a Bartali si può dire che il suo piano coincideva, con quello di Coppi, con la differenza che egli accentrava le sue mire offensive sulle Alpi, suo terreno preferito, per il caso che Coppi offrisse il fianco alle sue frecciate, mentre pensava di difendersi sulle Dolomiti e sui 65 chilometri da Pinerolo a Torino, terreno più favorevole al s:uo avversario. Dislivello: m. 4812 Sapp'amo che Leoni, approfittando rìj questi propositi di economia due grandi, è riuscito a prendere la maglia rosa a Udine e a conservarla, sia pure con sottilissimo filo, fino qui. Ma durante queste sette tappe l'ammirazione per la vigorosa e intelligente dii'esa di Leoni non ha fatto perdere, la sensazione che j conti con Coppi e Bartali egli avrebbe dovuto farli sull'Izoard. E' venuta l'ora di fare questi conti. Domani avremo la tappa più dura del Giro — non molto meno che quella famosissima dei quattro colli dei Pirenei. Nella Ouneo-Pinerolo i colli sono cinque con un dislivello complessivo di 4812 metri. Le domande che ci facciamo in queste ultime ore di attesa sono queste: Chi attaccherà; dove attaccherà; che esito avrà l'attacco? Si comincerà dal colle de'la Maddalena, risalendo lentamente la valli' Stura; ma l'ascesa sarà dolce, specie fino all'Argentenon redo che darà luogo a seri scontri. I dubbi cominciano col Vars. Se si può pensare che Coppi ritenga sufficienti gli ulti- mi tre colli (Izoard, Monginevro, Sestriere) per spodestare Leoni e non necessariamente utile attaccare Bartali, eul quale ha 9'43" di vantaggio, se non nel caso che gli 6i presenti l'occasione favorevole — come gli è capitata prima del Pordoi —, Bartali deve presentarsi il problema dell'annullamento del suo handicap, che sarebbe tanto più difficile quanto più tardivo fosse il suo attacco. Attaccando solo sull'Izoard può egli sperare di prendere più di dieci minuti (che tanti almeno gliene occorrono per essere più tranquillo nella tappa a cronometro), a Coppi, supposto che questi risenta- della violenza della sua offensiva? A meno di un crollo netto la cosa mi parrebbe impossibile. La logica, dunque, dice che, salvo casi eccezionali, se Bartali vuole ancora vincere il Giro dovrà fare l'estremo tentativo sul Vars, dove, ripeto, non vedo che necessità abbia Còppi di attaccare il suo rivale. Il biancoceleste è probabile, invece, che voglia dimostrare che il colle sul quale Bartali è passato due volte da dominatore, e che sarà per entrambi — se nulla cambierà all'ultima ora, come non è da escludere — punto cruciale del prossimo Tour, non lo spaventa e si adatta perfettamente ai suoi mezzi. Non è da oggi che si dice che Cbppi non è lo Fcalatore delle erte da caprioli, dove Bartali gli è superiore; egli ha da smentire questa valutazione, e la smentita potrebbe anche giovargli agli effetti del suo morali-, del suo grado, delle sue possibilità nella corea francese. La lotta fra questi due colossi della strada, fra i due più grandi campioni del ciclismo mondiale, sarà durissima, magnifica, epica. Essa deciderà quasi certamente di questo Giro e. quello che più conta, preciserà e illuminerà per la storia del ciclismo le figure dei due atleti, che da dieci anni si contendono il primato e tengono divisi il giudizio degli esperti e la passione delle folle. CIUSEPPE AMBR08INI Ordine d'arrivo della 1&> tappa 5. Romo.Cuneo (Km. 172)i 1. CONTE Oreste in ore 5,45'53", alla media di Km. 32,952 (tempo, dedotto l'abbuono di 1': 5,44'63"); 2. Eicci Mario, stesso tempo (ded. abb. 5,44'23"): 3. Tonini Olivero, st. t- (ded. abb. 5,44'B"); 4. Maggini L.; 5. Pezzi; seguono altri 62 corridori, con lo stesso tempo di Conte, tra cui: Eossello Vittorio (tempo, dedotto abbuono Col di Nava: 5.44*53"). Bartali (idem: 5,44'23") e Coppi F. (id.: 5,44*8"). Traguarda del Cai di Nava (metri 930) per il Gr. Premio della Miontagna è stato vinto da Eossello Vittorio: 2. Bartali; 3 Coppi F.; 4. Pasotti; 6. Cecchi Classifica generale: 1 Leoni, ore 105,43*47"; 2. Coppi ' Fausto ; 3. Bartali, 105.53*58"; 4 Logli, 105,58'23"; 5. Cottur, 105,58*49"; 6. Astrua, 106,0'38"; 7 BoncODi 106,1*33".