Bizzarrie d'un nonagenario di Francesco Argenta

Bizzarrie d'un nonagenario Bizzarrie d'un nonagenario Vuole che le sue ceneri siano disperse in mare - E dona aita Chiesa una villa fastosa, a parenti ed amici un gruzzolo di milioni (Dal nostro inviato spedale) BORDIGHERA, maggio. La « Corte delle successioni» della città di Greenwich, nello Stato del Connecticut, ha trovato ineccepibile nella forma e inoppugnabile nella sostanza il testamento che John Hemming Fry, nove giorni prima di spegn'ersi, aveva dettato alla presenza di quattro testimoni, come vuole la legge del luogo, significando che quelle erano davvero le sue ultime volontà, che l'atto costituiva il suo ultimo testamento. Dinnanzi alla Corte, con, Fredericka Fry Hale, figlia adottiva del de cujus ed esecutrice testamentaria, erano comparsi i quattro testimoni, i quali avevano dichiarato, sótto U vincolo del giuramento, di «aver ben visto il Fry mentre sottoscriveva l'atto » ed avevano aggiunto ohe il de cujus, nel momento in cui testava «. godeva di tutte le sue facoltà mentali». Imbalsamato e cremato Ora — e non si vuol certo contrastare con questo il giudizio emanato dalla Corte — 41 testamento di John H. Fry è uno di quei.documenti ohe fanno trasecolare per verte bizzarre condizioni imposte agli eredi, per il modo stesso con cui il de cujus ha disposto delle proprie sostanze. John H. Fry si e spento a 92 anni 7 mesi e 15 giorni, come attesta la signora Mary Clarice, vice-cancelliere all'ufficio nascite e decessi della città di Greenwich. Di padre ignoto, egli aveva visto la luce il 1 luglio 1852 in una cittadina dell'Indiana, aveva avuto una giovinezza avventurosa, si era avviato per la carriera dell'arte, aveva raggiunto, in pochi anni, notorietà e fortuna. La sua fine fu di una serenità senza pari, come avviene per tutti i vegliardi. Il medico era stato chiamato al suo capezzale una settimana prima del decesso — due giorni dopo la redazione del testamento — ed aveva cercato inutilmente di arginare il male da cui il Fry era afflitto: «Lo vidi vivo per l'ultima volta — ha attestato il sanitario — il 24 febbraio 1948. La morte, dovuta a miocardite, si dice sia avvenuta in questo stesso giorno, alle ore 1,10 pomeridiane ». Imbalsamata, (e gli atti registrano meticolosamente il nome e l'indirizzo dell'impresa che provvide alla bisogna) la salma di John H. Fry fu avviata, tre giorni dopo, al cimitero crematorio Fernoliff di Ardsley (New York). Senonchè all'urna contenente le ceneri dell'artista non si doveva dare Za «olita sepoltura. E questo per una disposizione esplicita e peren- iiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ili torta dello stesso de. cujus, nelle cui ultime volontà ù individuabile uno degli aspetti più pittoreschi e clamorosi in cui si estrinseca la bizzarria testamentaria per parte di tanta gente al di là dell'Atlantico. Occorre premettere che John H. Fry ha soggiornato per lungo tempo in Italia, legandosi di una amicizia schietta ed istintiva col nostro paese. Nel 1929, al vertice della sua fortuna economica, egli acquistava a Bordighera la villa Garnier, una delle ville più fastose della riviera, con tutti gli annessi e la cornice dei suoi giardini incantevoli. Ora. è proprio in Italia, a Bordighera, nel tratto dì mare prospiciente a villa Garnier, che John H. Fry ha deciso di far dare sepoltura al pugno delle sue ceneri. Amnistia per i debitori Dopo aver disposto perchè gli esecutori testamentari paghino tutti ì suoi debiti effettivi e le spese dei suoi funerali « subito dopo la sua morte », egli prosegue : « Col presente testamento ordino ai miei esecutori di far cremare il mio cadavere e di far trasportare, quanto più presto è possibile, le mie ceneri alla villa Garnier, in Italia, perchè esse vengano disperse nel tratto del Mar Mediterraneo prospiciente alla villa Garnier, in prossimità della sede della Società di mutuo soccorso fra pescatóri di Bordighera. -Desidero che il mio segretario, Giovanni Bertini, prenda tutte le misure per i miei funerali a Bordighera (Italia), e curi che un numero della cerimonia a Bordighera sia costituito dalla romanza di Giulietta, quando essa monta in gondola con Pittichianaccio, nell' ultima scena dell'opera di Offenbach Les contee d'Hoffmann, suonata dalla banda di Bordighera ». A questa estrema volontà seguono le altre. E sono di indole economica, patrimoniale. John B. Fry lascia milioni per tutti. Fissa in 25 miZa dollari il lascito al fratello, in cinquemila dollari quello a ciascuno dei nipoti e dei parenti prossimi o remoti (e sono una teoria senza fine), designando, con impeccabilità di ordine e lucidità di previsione, le persone che dovrebbero succedere nel beneficio in caso di premorienza del legatario; non H dimentica di alcuno dei suoi impiegati e della servitù; testimonia, con analoghi lasciti di cinquemila dollari, la sua amicizia e la sua devozione a talune signore della haute (la contessa D'Harcourt, miss Margaret Caligny, ecc.) e riserva un trattamento particolare al suo fedele segretario, Giovanni Bertini, cui lega una parte degli annessi della villa Garnter, sita in questo comune. Quanto al restante della proprietà, John H. Fry ne dispone nel modo seguente: « Lascio al Vescovo cattolico della Diocesi di Ventimiglia, in evi si trova la seguente proprietà, per uso e utile della Chiesa cattolica apostolica romana e per perpetuare le tradizioni classiche della villa Garnier, tutto quel tratto di tèrra, con gli stabili che fan parte della proprietà comunemente nota come villa Garnier, che trovasi ad ovest della linea seguente...» E il de cujus fissa meticolosamente i confini della proprietà riservata in legato alla Curia vescovile, così come fa per la quota della medesima proprietà riservata al segretario Bertini, mentre al sig. Maurizio Lega, dona uno degli annessi e riserva, vita naturai durante, il diritto di abitare, senza alcun onere, lo stabile che egli occupa attualmente. Nè la teoria delle disposte «ioni imperative cui han da sottostare eredi ed esecutori è finita. John H. Fry ha pensato al museo d'arte che ha sede nel castello sforzesco a Milano ed al quale han da andare alcune delle sue tele: Dante e Beatrice sulle sponde del Lete, Abbozzo de La sirena, La morte di Saffo ecc.; ha pensato alla figlia adottiva, Fredericka Fry Hale, cui ha destinato le sue proprietà nel Connecticut; al figliolo di questa, Eligio del Guercio, cui i fiduciari dovranno provvedere anche oltre la maggiore età; si è preoccupato, infine, dei debitori, ai quali ha riservata questa deliziosa sorpresa: «Esonero chiunque mi dovesse del danaro, al tempo della mia morte, dall'obbligo di pagarlo e ordino e autorizzo i miei esecutori testamentari a rilasciare loro quietanza di pagamento». Che più? Convalidata dalla Corte delle successioni di Greenwich, il testamento di John H. Fry ha avuto oltreatlantico la sua esecuzione. Ora sta per avere esecuzione in Italia, per quel che riguarda le disposizioni destinate a trovare attuazione nel nostro Paese. E, sarebbe sciocco nasconderlo, è acuta e generale, a Bordighera come in tutto l'arco estremo della riviera, l'attesa per quello che potrà verificarsi. Non già perchè la successione si presenti con un groviglio di difficoltà inestricabili, sia densa di incognite o di accidentalità, ma unicamente per le bizzarrie cui si è abbandonato, nel dettare le sue ultime volontà, il nonagenario de cujus. Francesco Argenta