Il riconoscimento
Il riconoscimento Il riconoscimento ]Pozzo, H riconoscimento delle povere salme — o dei miseri resti di esse — ha avuto luogo, a notte, al Cimitero Generale, dove esse erano state trasportate nella serata. Scena triste, si può dire lugubre. Sotto le mura del Cimitero era convenuta tutta una folla: uomini e macchine, ricchi ed umili. Tutta questa gente stava in attesa di conoscere chi fossero i deceduti, quali fossero. Una fila di ■funzionari di P. S. e di carabinieri sbarrava le entrate. Si attendeva l'arrivo del Procuratore della Repubblica, che insieme ai designati, doveva procedere al tristissimo rito. Nell'attesa i fari di nuove macchine in arrivo si incrociavano, frugavano le tenebre umide. Arrivava sempre qualcuno, qualcuno di nuovo, che chiedeva, voleva sapere. « Come sono le vittime ? Sono bruciate? Sono conservate ? ». Quelli che le avevano già viste nel pomeriggio, su a Superga, nel punto dello spaventoso urto, parlavano di orrendi residui. C'erano anche due scarpette da donna! Ma l'unica donna che avrebbe dovuto salire sull'apparecchio — e non era salita per dare il posto a un altro passeggero — era l'hostess, l'inserviente. A quest'ora essa poteva ben accendere un cero davanti a una immagine sacra. Ma nella folla è corso a un tratto un brivido. « Il Procuratore della Repubblica è arrivato! ». Erano le 22,30. Un funzionario faceva l'appello dei pochi ammessi al ricono,'scimento tra i quali il comm. inale, che gli uomini del « To rino» li conosceva bene. I de- i_^0_i„„», , sPanvano entro la c*n- ! ceuata scura, segmti dagli oc, ehi attoniti della folla. La me1sta funzione cominciava quindi ex-commissario nazio- ed è durata per circa tre ore Assieme all'ex Commissario della nazionale Vittorio Pozzo erano il sostituto Procuratore della Repubblica, un cancellie re, il rag. Giusti, segretario del Torino, il sig. Rabezzana, noto sportivo che conosceva perfettamente l'intera compagine granata e due medici, i dottori Micheli e Giovara. I cada veri erano sistemati in due sale: in una ve ne erano venti disposti su due file; nell'altra, undici su di un'unica fila. L'identificazione si rivelava subito impresa difficilissima. I corpi erano stati straziati nell'urto tremendo. Ti riconoscimento avveniva soprattutto per mezzo di anelli e di documenti rinvenuti nelle tasche posteriori dei pantaloni, gli unici indumenti che i cadaveri avevano conservato perchè trattenuti dalle cinghie. II primo ad essere identificato era il giocatore Ossola; poi il giornalista Tosatti; indi, man mano, la commissione esaminando i resti, riconosceva gli altri, giocatori, dirigenti e giornalisti. A tarda ora rimanevano da identificare, fra gli ultimi quattro cadaveri, i giocatori Maroso e Martelli e tre dei quattro uomini dell'equi passio. Ecco il nome dei riconosciuti: Giocatori: Bacigalupo, Ballarin I. Ballarin II, Operto, Fadini, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Ossola, Gabetto, Mazzola, Loik, Bongiorni, Schubert, Menti e Grava. Dirigenti: rag. Agnisetta, dottor Civalleri, il direttore tecnico Egri Erbstein, l'allenatore Llevesley, il massaggiatore Cortina. I giornalisti: Luigi CavaUero de « La Stampa », 1 Renato Casàlbore direttore di « Tuttosport » e Renato Tosatti della «Gazzetta del Popolo ». L ' organizzatore del viaggio sig. Bonaiuti e il comandante ' l'equipaggio ten. col. Meroni;
Luoghi citati: Ossola
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