Appello di Tarchiani all'UNO per la restituzione delle colonie

Appello di Tarchiani all'UNO per la restituzione delle colonie Appello di Tarchiani all'UNO per la restituzione delle colonie "L'Italia ha già elaborato i progetti per un ulteriore progresso dei territori che si auspica le siano affidati,, '(Dal nostro corrispondente) Washington, 26 aprile. Il comitato politico delle Nazioni Unite ha ascoltato oggi un appassionato appello dell'ambasciatore Alberto Tarchiani, nel corso di una riunione che ancora una volta è stata caratterizzata dalla disparità di vedute dei singoli governi sulla questione delle colonie italiane. Nel quadro si sono inserite le pennellate a colori violenti del delegato siriano, per il quale un ritorno dell'Italia all'amministrazione di territori africani porterebbe addirittura a sanguinose lotte nell'estremo oriente, e le proposte sudafricane, bielorusse e Indiane. Tarchiani ha chiesto che l'Italia sia ammessa a partecipare all'amministrazione fiduciaria delle ex-colonie. Il foverno italiano — egli ha etto al comitato — ha già elaborato"! progetti per l'ulteriore progresso dei territori che auspica gli siano affidati. « Siamo pronti a svolgere la nostra opera di civilizzazione e di progresso nello spirito del sistema fiduciario e della carta delle Nazioni Unite — ha continuato l'ambasciatore — i territori già amministrati dall'Italia hanno tutto da guadagnare da una continuazione della nostra opera ». Ed ha descritto il lavoro svolto in passato dal governo di Roma per migliorare dal punto di vista economico, politico e culturale i territori coloniali. «Le grandi nazioni latinoamericane — ha proseguito Taròhiani — che sono le più direttamente conscie del contributo dato dall'Italia alla civiltà, vi hanno detto quanto esse valutino questo contributo. Le loro parole, in una con il costante ed efficace appoggio francese e con le espressioni di apprezzamento di altre delegazioni, sono state àocolte con grande emozione e gratitudine dall'intera popolo italiano, nel nome del quale io ho l'onore di ringraziarle >. Tarchiani ha rivolto a questo punto al comitato un caldo appeHo affinchè la questione coloniale non accentui le divergenze politiche internazionali: « Ora che il mondo è sulla via della pace e del progresso sotto la guida delle Nazioni Unite, tra le quali sono rappresentate tutte le civiltà, dalle più antiche dell'Oriente a quelle moderne dell'Occidente, l'Italia intende fare tutto il possibile al fine di evitare che la questione coloniale non divenga un'altra fonte di attrito internazionale in aggiunta a Suelle che già turbano il mono. Al contrario, l'Italia spera che la questione possa rappre • sentare l'occasione di una vera collaborazione internazionale, è dimostrare in maniera inconfutabile la capacità delle Nazioni Unite di consolidare la pace e la giustizia in uno spirito di amicizia e di cooperazione fra i popoli del mondo >. Fin qui il rappresentante italiano. Dopo di lui si è levato a parlare il delegato della Russia Bianca, Kuzma Kisselev. Egli ha fatto riferimento alle parole pronunciate la scorsa settimana da Foster Dulles nell'aspro scambio di vedute con Gromyko. « Il signor John Foster Dulles — ha det,to il russo — ha cercato qualche giorno fa di distogliere la attenzione del mondo dalla questione coloniale con uno spettacolo acrobatico in cui ha sfidato la Russia a porre sul tappeto delle N. U. il problema delle isole Kurili. L'Unione Sovietica sottoporrà all'esame delle Nazioni Unite il problema delle isole Kurili, ma non prima che gli Stati Uniti abbiano iscritto sull'agenda dei lavori i problemi della Florida, della California e di Long Island, o New York ». Il sudafricano Louw ha ri' badito il concetto già noto del suo governo: la questione coloniale deve essere risolta senza ulteriori indugi, ad evitare sgradevoli ripercussioni in Italia come nei territori diretta¬ mlearipnunacorisoladdtenncal'papdmcimzii cdsi'itsudIsrildtHtpcgmacScdmH1sgavsmIlfpdtthztbfLpllculsrfda 1111111111111111 j 11 i ■ 11111111111111111 l 1111 ■ 11 ■ 11 > 1111141 « mente interessati. «Molti de-ilegati — ha rilevato Louw, accennando ai fautori di un rinvio della decisione alla prossima sessione — sembra-no sottovalutare gli effetti che un rinvio avrebbe sull'opinio-ne pubblica italiana, vi sono alcuni che probabilmente accoglierebbero con piacere un rivolgimento in Italia, ma vi sono molte altre nazioni che la pensano altrimenti e desi- derano uno stabile governodemocratico italiano, negli in teressi della pace internazio naie ». Vi sono altri — ha continuato il diplomatico sudafricano — che intendono punire l'Italia per gli errori del suo passato regime. E' questo un atteggiamento non solo miope, ma ispirato ad uno spirito di vendetta che non è conforme agli alti ideali ed ai principi delle Nazioni Unite. La maggior parte delle delegazioni pensa che l'Italia abbia i requisiti necessari per esercitare un'amministrazione fiduciaria ». In sostanza, il sudafricano si è dichiarato favorevole al'amministrazione fiduciaria italiana sulla Tripolitania. e sulla Somalia ed alla raccolta di autorevoli informazioni sul¬ ila situazione in Eritrea prima della decisione definitiva. Ri levato, come sembra ormai certo, l'accordo sull'opportu|nità di concedere all'Etiopia < uno sbocco al mare, Louw ha 1 concluso notando che a suo parere non vi è alcuna prov\ di sentimenti anti-italiani presso le popolazioni eritree. L'indiano M. C. Setalvad ha insistito sul piano del suo Governo per un'amministrazione !diretta delle ex-colonie italia- ne da parte delle Nazioni Uni te, tramite il Consiglio fiduciario. Energico, quasi violento, è stato il siriano Rafik Asha, che ha richiamato ai colleghi visioni apocalittiche collegate ad un ritorno dell'Italia in Africa. Per la prima volta in sede di dibattito il siriano si è opposto alla formula di soluzione cui stanno lavorando i delegati di vari Paesi sudamericani. Nello stesso tempo egli si è manifestato contrario ad « un ritorno dell'Italia a una posizione amministrativa in Africa, che significherebbe il risorgere di un imperialismo cui seguirebbero seri sviluppi nell'estremo oriente ed in altre parti del mondo ». e. d.

Persone citate: Alberto Tarchiani, Foster Dulles, Gromyko, John Foster Dulles, Kuzma Kisselev, Louw, Rafik Asha