"Il Messia,, di Händel
"Il Messia,, di Händel IERI SERA AL TEATRO NUOVO "Il Messia,, di Händel Abbondante, gonfia, rapida, la fiumana di Handel, quella degli oratorll geniali, tanto più eletta e costante che nel melodrammi, ti passa davanti, piacevolmente eccitando, sensualmente entusiasmando, e lascia soltanto un vago ricordo Inebriato, se non curi di mirar molto vicino come variamente rifletta 11 cielo luminoso e terso o nuvoloso, le sponde aride o verdi, e dove docilmente lambisca insenature o spruzzi urtando gli ostacoli. In quella fluenza, specialmente se l'oratorio non reca persone nominate, cosi /( Mesjki, bisogna cercare 11 particolare accento di ciascun pezzo e cogliere l'unità di alcuni episodi, quindi l'Intima sostanza lirica. Bene osservando, si accerta che questo componimento non consta, come può sembrare al primo aguardo, d'una casuale filza di cori e di arie per lo più avvincenti, nè si riduce al celeberrimo Alleluia e a qualche aria da concerto; si scopre, nella limitazione che fu propria di Hàndel, la gagliardla di alcune rappresentazioni sentimentali e la proprietà, dell'espressione. Qui 1 sentimenti son pochi, ma precisamente caratterizzati e originalmente formati nel linguaggio del tempo. Le immagini della attesa del Messia e dell'avvenuta redenzione dell'umanità costituiscono Il nucleo del dramma musi rale e si estendono nella maggior parte del frammenti. Infatti la lestezza del moti, l'agilità e la affettuosità delle melodie rlcorro- no ovunque, esclusi solamente dal e e o e e u a a a i a o- prlml tempi della seconda sarte, 1 quali evocano le sofferenze e la morte di Gesù. Handel canta la serenità, la riconoscenza, la fiducia, l'esultanza, infine la' gioia di vivere. Tali sentimenti si sfogano in melodie e polifonie cesellatlsslme. graziose, delicate, festose, oppure fastose, pompose, solenni maestose, echeggiami con un'elea quenza che. mossa certamente dalla fervida liricità, si sistema In marcati e quadrati periodi, e colpisce l'animo e la logica, convince, conquide. Ve poi qualche accenno all'umile nascita del Redentore, e son cantilene soavi, la cui agreste Ingenuità. Imitativa e Incantevole, è espertissima, e anche essa sostanzialmente poetica. V'è qualche accenno alle pene future, nelle arie del Basso, e son enfatiche, manierate, barocche. Ho già ricordato 1 primi pezzi della seconda parte: tempi lenti, ritmi pesanti, esclamazioni dolorose, tristezza, cupezza. Ma 11 compianto dura poco. La consolazione è nella certezza che, sacrificatosi Gesù l'umanità è salva. Ma l'avvenire? Gli ulteriori peccati T L'ultimo giudizio? Hàndel è ottimistico Grida: evviva; e s'augura.- cosi sia. Quanto in ciò diverso da Bach, diverso nel mondo, quindi nell'arte; Bach, sempre devoto, angosciato. Invocante la morte per evitar 1 peccati, tremebondo per l'eternità. Ma l'opera d'arte non ha da essere edificante, nè confessionale. E il mondo lirico di Hàndel è | qual'è, nè dovrebb'esser altro. An l ch'egli Intravede 11 cielo, e nel misurar la distanza non si senti nè cristiano, nè pagano, benché 1 contemporanei, lo giudicassero, per la sua vita di tutt'i giorni gran pagano. Ma senti In sè una forza che aspira ad essere piena e attiva, e che per attuarsi con fida in una Provvidenza, energia che l'arte trasumana e che, fuori del tempo e degli scopi, si libra carne cantica perenne. Il Messia tornava Iersera dopo dieci anni al pubblico torinese. Lunga assenza. Questo e altri belli oratorll d'ogni età dovrebbero veti.r men tardi, a diffusione della cultura e a compenso delle magre possibilità teatrali. L'accolsero letizia 1 soci della Pro Coltura Femminile, 1 quali occupavano 11 maggior spazio del Nuovo. Venne riprodotta la stesura ormai tradì zlonale, che vonrebb'esser filologi camente ritoccata secondo le va rlantl documentate e discusse dal lo Scherlng, dal Soldan e ultima mente dal Coopersmlth. lAnche ut sognerebbe ritradurre il testo di rettamente dall'inglese). Collabora vano all'esecuzione sotto l'alta competenza di Vittorio Gui, nobl llssimo Interprete, il Coro di San ta Cecilia, belle voci romane, duttili ed espressive, assai ben istmi te da Bonaventura Somma, 1 solisti G. Gatti, L. Ribacchl, P. Mun. teanu e B. Christoff. corretti e si curi, e la valente orchestra della Radio. E fu una collaborazione concorde ed efficace, che gli udì tori giustamente apprezzarono, più volte acclamando 11 maestro Gui insieme col maestro Somma.
Persone citate: Bach, Bonaventura Somma, Christoff, Gesù, Gui, L. Ribacchl, P. Mun, Vittorio Gui
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