Il "fronte della pace,, seppellito dai socialcomunisti

Il "fronte della pace,, seppellito dai socialcomunistiIl "fronte della pace,, seppellito dai socialcomunisti La decisione adottata nella riunione della giunta d'intesa Roma, 1 aprile. E' stato oggi sepolto definitivamente il progetto del fron- te della Pace- Per chi abbia in teresse a conoscere l'autori 5u^5iof,e <JeI J??1*1'° autore dell'impresa, faremo il nome di Riccardo Lombardi, deputato del P.S.I., direttore dell'Acanti.', esponente centrista nella membro della giunta d'intesa col partito comunista. In quest'ultima veste si è incontrato oggi con Togliatti, che aveva lanciato la proposta per la nuova for mazione politica, e si dicn che l'incontro sìa stato assai cordiale. Già 1 due campioni avevano ambedue scontato il fallimento dell'iniziativa comunista, e assai correttamente, in tutta la riunione della giunta d'intesa, nè il primo nè 11 secondo — il vincitore e il vinto — hanno fatto parola della polemica recente. Ci si è scambiata anzi una specie di riconoscimento che nè il partito comunista nè quello socialista progettavano un organismo superpartitlco permanente per la difesa della pace; è stato im r o invece detto che «lo schieramento delle forze del popolo italiano deve avvenire in modo tale che consenta la partecipazione di tutti coloro che, pur dissentendo su altri punti, sono concordi nel respingere una politica di alleanze militari e di provocazione alla guerra ». Tutto coma prima Sono parole un poco vaghe, atte soltanto ad esprimere un vago desiderio. La sola indicazione di carattere pratico che si trova nel comunicato emesso alla fine della riunione sta in una frase dove si dice che « sono stati presi accordi per coordinare e sviluppare, attraverso la giunta d'intesa, l'attività in questo campo », cioè nel campo della difesa della pace. Rimane dunque, come solo organo comune ai due partiti, la vecchia giunta d'intesa, che ha sempre funzionato scarsamen te e con modesti risultati: nul la è innovato nelle attribuzioni della giunta, nessun organo uovo da chiamarsi fronte o omitato ha veduto la luce. «Le arole non fanno figli», avea scritto stamattina sull'Ai**».' l'on. Lombardi, ma assai robabilmente non era nelle ue intenzioni di scherzare sul prevedibile sterilità delle dicussioni di oggi. Sono state, el resto, discussioni pacata ra Togliatti, Longo e Scoccimarro da una parte, e Lomardi, Jacometti e Pieraccini all'altra. Solo Pajetta, che ompletava la rappresentanza omunista, ha dato in qualche unto il contributo della sua ivacità, ma non per questo egli uffici di via del Corso, ede del P.S.I., dove si svolgea la riunione, si è alzato mai l tono delle voci. Lombardi è molto soddisfatto i aver bloccato la proposta comunista mercè due articoli edioriali sull'Acanti.', il primo altro giorno come abbiamo rierito, e il secondo stamattia. Con mezzi scarsi ha avuto unque un grande effetto, ma necessario riconoscere che i è impegnato a fondo nella olemica. Ribadita stamane la onvinzione che un nuovo ronte sarebbe un errore fatae, Lombardi è andato al conrattacco accusando 11 P.C.I. di ncomprensione, diffidenza e ostilità a danno del P.S.I.; quando Nenni propose la nota ormula politica di una neuralità attiva, i comunisti addirittura lo accusarono di complicità con l'imperialismo. Saebbe stato invece molto meglio, dice Lombardi, scegliere quella posizione per la lotta a difesa della pace; questo ora pensano, egli assicura, tutti i ompagni componenti la direzione, l'esecutivo e la segreteria del P.S.I.; non si tratta di una opinione personale del direttore 6ie\VAvanti!, ma è concorde convinzione degli esponenti responsabili, compreso dunque il segretario del partito, Jacometti, sulle cui intenzioni i comunisti sino a ieri hanno largamente speculato, nventando fra l'altro una circolare che egli avrebbe mandato per invitare le. sezioni ad aderire ai comitati promotori del congresso di Parigi; nulla di vero, la circolare non esiste e il P.S.I., In quanto tale, non ha aderito a quel congresso; si occupa del proprio che è imminente e che dà più di un motivo di seria preoccupazione ai dirigenti attuali. e o l l a a l l . o à i i a oe i l i ^i ^ - e n Togliatti e Terracini Domani sarà nota la mozione di Romita che giunge terza dopo quelle già presentate per la campagna precongressuale dal centro e dalla sinistra; la terza, come è ovvio, esprimerà la tendenza di destra, e Romita preannunzia che sarà presentata con 700 firme, che è già un buon modo di partire. I comunisti, dal canto loro, sembrano un poco disorientati, come accade a chi si trovi in attesa di nuove decisioni. La campagna di mobilitazione di larghe masse popolari non ha ottenuto grandi risultati, come hanno ammesso gli intervenuti alle riunioni del comitato centrale del partito: a un primo bilancio, oltre le solite organizzazioni che già gravitano nell'orbita del partito, non sembra infatti che altri gruppi politici si accingano a percorrere la via che i comunisti additano. Non sono, d'altra parte, tutti d'accordo gli stessi comunisti. Terracini, ad esempio, è stato molto esplicito nel criticare l'impostazione data alla politica del partito nella fase presente, in cui si parla solo di lotta per la difesa della pace : « La lotta per la pace rappresenta si un momento comune come in tutte le lotte, ma non può assorbirne o peggio annullarne i motivi particolari... Si può e si deve prevedere che le Potenze imperialistiche non marceranno in linea diretta nella loro politica di aggressione, ma ricorreranno alle manovre più svariate per raggiungere le loro mete nelle condizioni ad esse più favorevoli ». Tradotte in termini correnti le osservazioni di Terracini significano: le Potenze imperialistiche non faranno la guerra, e il partito comunista sbaglia quando si limita a gridare al pericolo di guerra. Se fra quattro o sei mesi saremo ancora in pace, com'è prevedibile, chi salverà 11 partito comunista dalla taccia di avere gridato al lupo senza giusto motivo? La pubblica opinione finirà per convincersi che il Patto Atlantico non significa guerra e la politica del P.C.I. ne uscirà screditata in modo forse irrimediabile. A queste osservazioni si è arreso anche Togliatti: «Senza dubbio — egli ha detto — vi possono essere fatti nuovi e seri. E' necessario quindi fare attenzione alle mosse che possono venire da parte degli imperialisti, alle possibili svolte. Una cosa — ha poi aggiunto — sappiamo con certezza: che la politica dell'U.R.S.S. coincide e coinciderà sempre con gli interessi reali e profondi non solo dei pòpoli sovietici, ma di tutti i lavoratori, onde è la bussola migliore per orientarsi nello sviluppo della situazione ». Anche queste sono frasi che non riesce difficile a tradurre in termini assai semplici: poiché la guerra non è probabile non insistiamo troppo nel parlare di un pericolo di guerra; stiamo a vedere cosa fa la Russia e regoliamoci di conseguenza. E questo non significa se non che avevano ragione gli on.li La Malfa, Sforza e De Gasperi quando in Parlamento consigliavano i comunisti italiani a non scaldarsi troppo e aspettare dalla Russia le nuove direttive meglio adeguate alla nuova situazione. v- g-

Luoghi citati: Parigi, Roma, Russia, U.r.s.s.