Dichiarazioni dei Ministri riuniti a Washington

Dichiarazioni dei Ministri riuniti a WashingtonDichiarazioni dei Ministri riuniti a Washington _ l^a«^1»S^^-- nomato" » 4mi(Dal nostro corrispondente) Washington, 1 aprile. Si stringono 1 tempi a programma la riunione conclusiva dei ministri degli esteri dei paesi atlantici. Oggi è giunto a Washington Paul Henri Spaak. L'eminente statista belga è stato avvicinato all'aerodromo dai giornalisti, e pregato di esporre il proprio punto di vista sul fatto della giornata: il memorandum sovietico ai Paesi promotori del Patto atlantico. « Il Belgio — ha replicato Spaak — non è stato turbato dalle proteste sovietiche. Sono certo che il Patto non è diretto contro la Russia. Vorrei porre in rilievo che la più importante caratteristica della nota sovietica è la dichiarazione che Mosca non vuole la guerra e non è animata da mire aggressive. Risponderemo senza dubbio alla nota russa, ma essa non ci impedirà di firmare il Patto >. In effetti, a Washington si è dell'unanime opinione che Mosca abbia presentato la sua protesta ai Paesi occidentali to, pia HtHfkyli iSàmM«9^^^''^^ukBé non già Intoni ultimo tentativo di evitare.jìaàfirma del tratta>.,di; in- ai governi di Waqhinirtnn a ! larici wasnington 1 — - - - - comuniste \'o comunisteggianti dei Paesi occidentali, e di liberarsi di ogni impegno assunto nei confronti dell'Occidente, con l'accusare i governi atlantici di aver violato i trattati. Al Dipartimento di Stato si è energicamente confutata la tesi sovietica secondo cui il Patto atlantico avrebbe mire aggressive. « Le accuse — ha esplicitamente detto un portavoce del Dipartimento — non sono altro che propaganda intesa a creare confusione. Non ci hanno sorpreso nè tantomeno sconvolto ». Non è stato ancora, deciso se Washington risponderà singolarmente alla nota russa. E' probabile che la questione dell'atteggiamento da assumere venga presa in considerazione domani durante la riunione dei ministri degli esteri. Intanto, negli ambienti ufficiali americani si pone In rilievo che il trattato, contrariamente a quanto asserito da Mosca, non è affatto in conflitto con lo statuto delle Nazioni Unite, nè con alcun altro patto di cui i Paesi firmatari facciano parte. Se violazioni .degli accordi di Yalta e di Potsdam, del patto anglorusso e di quello franco-russo vi sono state, si rileva a Washington, esse sono partite da Mosca, e il blocco di Berlino ne è un chiaro esempio. E' quindi evidente che il Cremlino non ad altro mira che a svincolai';.' dai residui impegni con gli Occidentali. D'altra parte, non si riesce a prevedere quali intenzioni concrete abbia la Russia per il futuro. Anche un accurato esame del memorandum non permette di risolvere l'enigma. Nel quadro delle consultazioni con i ministri degli Esteri dei Paesi europei, che culmineranno domani con la grande riunione generale, Aeheson ha oggi conferito per un'ora e mezza con Paul Schuman. Al termine del colloquio è stato pubblicato un comunicato riaffermante la piena identità di vedute fra i e di tbcfnvsdltmraJslcIga a e a . e a e l i o a A l n , i e. oa e Si è chiesto a Schuman se I sia stata discussa la questioI ne delle ex-Colonie italiane. La risposta è stata negativa, comunque il ministro francese ha osservato che senz'altro il problema sarà preso in considerazione in quanto è all'ordine del giorno dell'imminente sessione dell'assemblea generale delle N.U. Schuman, Bevin ed Aeheson si sono riuniti alle 3 del pomeriggio al Dipartimento di Stato. Partecipavano alla riunione sir Oliver Franks e Henri Bonnet, nonché i principali consiglieri dei tre ministri degli Esteri. In precedenza, Bevin aveva parlato al circolo della stampa di Washington. In rispo sta alle domande rivoltegli dai giornalisti, il ministro degli Esteri inglese ha posto in rilievo come l'attuale situazione internazionale sia stata ben dipinta da Winston Ohur chili nel discorso di Boston, allorchè ha fatto cenno al timore sovietico di un'amicizia con l'Occidente. Bevin ha esaltato il Patto Atlantico, strumento pacifico di collaborazione e ammonimento ai regimi totalitari che fossero animati da mire aggressive e sovvertitrici dell'altrui ordine di vita. Edoardo Depuri