La Finlandia non si trova dietro la cortina di ferro di Giovanni Artieri

La Finlandia non si trova dietro la cortina di ferro La Finlandia non si trova dietro la cortina di ferro Stretto da ogni parte da terra e da acque sovietiche questo piccolo paese ha conservato tutte le sue libertà - Ha stipulato un patto con Mosca: " Assicurazione sulla vita„ H nostro inviato, Glovamnl Artieri, dopo le visite a Oslo e Stoccolma è giunto In volo a Helslnskl. Egli si trova oggi in uno del luoghi pollllcamenr te più interessami! del mondo, in un centro sensibilissimo e ricco di Incognite della vita Internazionale. DI là egli ci manda per telefono queste prime impressioni e osservazioni. E' una presa diretta di con'tatto con un mondo di cui molto si parla, e poco si sa. (Dal nostro inviato speciale) Helsinki, 30 marzo. La Finlandia ha perso due guerre in cinque anni, tutte e due contro la Russia. Qualunque altro paese si troverebbe adesso bene addietro la cortina di ferro, incorporato nel sistema sovietico o prossimo ad esserlo; governato — comunque — dal partito comunista locale o da un "fronte popolare" pieghevole agli ordini del Cominform. E' inutile fare degli esempi: si pensi alla Bulgaria e alla Romania, alla metà del defunto Terzo Reich, all'Ungheria, alla Polonia e alla Cecoslovacchia. Non rammento neppure le infelici repubbliche baltiche, che senza avere fatto mai la guerra ai russi, vennero molto per tempo invase, masticate e assimilate dall'U.R.S.S., come anonime Provincie. Si arriva facilmente Per la Finlandia nulla di questo è accaduto: nè dopo la guerra di Lemo, nè dopo quella combattuta accanto alla Germania hitleriana. Pure stretta in ogni parte dalla terra sovietica e bagnata dal Baltico divenuto un lago russo, da Leningrado a Stettino, la Finlandia non si trova dietro la cortina di ferro. E' un paese dove un giornalista occidentale, come me, può arrivare facilmente, e speriamo, ripartire con una uguale facilità. Dove tutte le libertà sono garantite dalla legge, dove lo Stato è impersonato dal signor Paasikivi, il più fiero difensore dell' indipendenza del suo paese nel 1939. Il presidente del Consiglio signor Fagerholm è un socialdemocratico di spicce maniere che non si accontenta di trattare i comunisti di dentro e di fuo- 1111 ri con rude linguaggio e spesso, minacciosamente, ma risponde per le rime sui suoi giornali ai virulenti attacchi della stampa di Mosca, proclamando alto e forte il diritto dei finnici, vinti o non vinti, a respingere ogni interferenza nella loro politica interna. Il signor Fagerholm non dispone, tra l'altro, neppure di una maggioranza di ferro come De Oasperl in Italia. I socialdemocratici formano un gabinetto di minoranza con i loro 54 seggi e contano sull'equilibrio instabile dei voti dei conservatori, dei liberali e degli svedesi. Il fronte popolare dispone di 38 deputati di cui 32 comunisti e 6 fusionisti e non spera di afferrare mai più il potere dopo che le elezioni ultime chiarirono la situazione a favore principalmente degli agrari (96 seggi), dei socialdemocratici e delle altre forze avverse all'estrema sinistra. Con mano di velluto Ma anche queste forze di estrema sinistra non sono qui ciò che un italiano può immaginare. I/armistizio con la Russia venne firmato da una Commissione a capo della quale si trovava il ministro Pekkala, fusionista, e il ministro dell'Interno Leino, comunista. Le condizioni ottenute da questo Commissione furono dibattute accanitamente e senza servile dedizione alle autorità di Mosca. Pekkala e anche il Leino, più tardi espulso, come dirò, dal partito comunista, si mostrarono assai più finlandesi che comunisti. Le truppe si fermarono poco oltre Viipuri e iZ paese non conobbe l'invasione della capitale. A Helsinki arrivò solo una commissione interalleata presieduta da Zhdanov. Requisì l'albergo Torni e le legazioni di Germania, di Lituania e di Estonia. Zhdanov scelse la legazione di Estonia nel Brunsparken, come sua abitazione. Vi menava una vita lussuosa, disponeva di una massaggiar trice, di medici privati e di un sarto militare perchè le sue uniformi di maresciallo fossero sempre impeccabili. Adorava i profumi e i corteggi di motociclette della polizia di Stato. Fu, per la Finlandia, ciò che è Mao Arthur in Giappone, un proconsole. Ma quale mano di velluto I Nè soldati nè funzionari in numero eccessivo calarono sul paese; si spedirono soltanto commissioni nelle c*ttà industriali, a Vasa, a Tampere, ad Abo, per controllare la produzione da fornire alla Russia in conto riparazioni. Nessun muso poteva circolar . re senza permesso in una città finnica e nel 1945 un grande giornale americano valutava a trecento e non più i sudditi sovietici in Finlandia. La correttezza di quei pochi che circolarono in uniforme o «enza, fu esemplare. Un solo russo fu ucciso a Helsinki, in un conflitto con suoi compar gni ubriachi. Nel marzo si celebrarono le elezioni Uberamente, e furono le prime in Europa dopo U 1939. / comunisti vennero sbaragliati dalle schede e la Finlandia ridivenne una nazione completamente indipendente al confine sovietico. Intanto Zhdanov, che era un ometto cortese, grassoccio e piuttosto portato all'allegria, propose e Stalin accettò, di ridurre del cinquanta per cento i gravami economici del trattato di pace. Venne offerto, lllllllltllItllllllIllIlll llllllllllllllKlIlllllllll discusso e firmato nell'aprile dell'anno scorso il patto di amicizia e di mutua assistenza per il quale la Finlandia accetta di rimanere fuori del conflitto delle grandi potenze, di opporsi a qualunque aggressione ai Sovieti attraverso il suo territorio e promette di non contrarre alleanze o partecipare ad alcuna coalizione contro la Russia. E' un patto di dieci anni e qui 10 chiamano "una assicurazione sulla vita". Nè è inutile segnalare che durante il governo del fusionista Pekkala venne silurato 11 ministro dell'Interno Leino, marito alla signora KuusU neen, attivista di grande grido e figlia di quel Kuusineen presidente della repubblica sovietica di Carelia. Leino era responsabile di persecuzioni illegali a ufficiali dell'oserei to che non obbedirono al bando del disarmo, di aver permesso l'arresto notturno di ventidue russi bianchi residenti in Finlandia, muniti di passaporto Nansen; richiesti dalla GPU e deportati in Siberia. / conservatori e i liberali vollero la testa di Leino e la ottennero. A sua volta questo interessante comunista, resosi inviso alla moglie Erta Kuusineen, non si sa bene se per le sue vedu¬ lllMIIllIIIIIllllIlIMllllllllillllllllllllIItlllllllllll te poco ortodosse o per la forte inclinazione alle bevande ,alcooliche, è caduto in disgrazia del partito e qui lo chiamano il " Tito " della Finlandia. Ma è un Tito abbandonato da tutti. Una fucilata per una foto Nessuno può dunque dire di questo paese che giaccia sotto il tallone di ferro della Russia, ma non si deve neppure credere alle brillanti apparenze. Il confine sovietico è solo a sedici chilometri da Helsinki, sul lago di Porkkala. Dalla città vi sono arrivato in dieci minuti di automobile, passando da un'isola all'altra nel gelato panorama del mare e dei laghi non ancora intenerito dal sole di primavera. Un lungo ponte di legno rilega la riva e la strada finnica alla riva russa, e due solitarie sentinelle, passeggiano agli estremi, segnati da un tabellone in russo e in finnico: "Proibito passare senza permesso delle autorità militari". Per fotografare questo ponte uno svedese si è preso una fucilata. Nel bosco al di là si trova, a quanto mi hanno detto, artiglieria pesante sovietica, capace di spianare al suolo Helsinki in poche ore; la linea ferrovia¬ rsiacpdtspUrtgmstvmstcmvsotmcgf ria Helsinki-Abo che attraversa la zona di occupazione è in attività, ma all'entrata e all'uscita dell'* enclave » i convogli sono sorvegliati da pattuglie della GPU e le tendine rigorosamente abbassate. In un solo caso — previsto dal trattato di pace — si può derogare, ed è l'incendio. Una settimana fa una vettura prese fuoco proprio nel tratto Porkkala-Abo e i viaggiatori hanno tirato inutilmente il segnale d'allarme. La scorta sovietica non ha creduto l'incendio abbastanza grave da fermare il treno e permettere il trasbordo. La corsa è continuata e solo al limite della zona finnica i macchinisti hanno potuto finalmente frenare e distaccare la vettura in fiamme. I russi si sono scusati: " Noi dobbiamo obbedire agli ordini e non al trattato di pace" hanno detto. Questi sono incidenti minimi della vita normale, democratica, facile e quasi sorridente di questa isola di liberta dietro o, se si vuole meglio, ai piedi del sipario di ferro. E' una libertà vigilata e incerta, direi. Ognuno può pensare di svegliarsi domattina con una guardia rossa alla porta. Giovanni Artieri MIIIMIItllllllllllllIMCIIMIIIIIIIlllllllIllIEIIlllllll

Persone citate: Erta Kuusineen, Mao Arthur, Nansen, Stalin, Vasa