Tremila italiani passeggiano per la Gran Via di Madrid

Tremila italiani passeggiano per la Gran Via di Madrid Tremila italiani passeggiano per la Gran Via di Madrid Sul campo di "Vista Alegre,, alle porte della città durante la corrida, due tori sono caduti in onore di Mazzola e di Amadei - La serata sotto le lampade a gas (Dal nostro inviato speciale) Madrid, 26 marzo. Come in certi versi famosi di DI Giacomo, che descrivono una pioggia di marzo, anche a Madrid oggi o viene giù una pioggerella da niente o al resta sempre In attesa dell'acqua, tanto il cielo è di un azzurro cupo, dominato qua e là da grosse nubi. Gli Italiani arrivati ieri e stamattina, quasi tutti alloggiati negli alberghi della Gran Via, mettono involontariamente qualche cosa di elastico nell'atmosfera. Il salvacondotto Le vie centrali di Madrid sono ampie, già scaturite da progetti di urbanistica moderna. I grandi palazzi che le fiancheggiano, quasi tutti di banche, di uffici, di negozi di lusso, rispecchiano bene un momento di vita facile, quello intorno al 1910. Risalgono infatti a quell'epoca le costruzioni di queste vie, che hanno spostato 11 centro della città allontanandolo dall'antica Puerta del Sol. Non a torto qualcuno vi trova una cert'aria sudamericana, cioè una grandiosità un poco pesante e certe prospettive ampie, certe disposizioni cosi geometriche che risultano nuove al viaggiatore Italiano, abituato di solito a città cresciute a poco a poco e che sono rimaste allo schema avuto nel secoli passati. GII italiani venuti a Madrid per vedere quello che gli spagnoli hanno nientemeno definito « 11 derby calcistico della latinità» non sono pochi e qualcuno è rimasto a casa non avendo avuto il visto d'ingresso spagnolo. Da Milano sei aerei, da Roma quattro, una cinquantina di torpedoni da varie regioni (il più dinamico è quello che viene da Reggio Emilia), due treni speciali hanno portato qua circa tremila persone. In gran parte erano questa mattina a passeggiare sulla Gran Via, dando lavoro al vigili. Non che la circolazione a Madrid sia confusa o caotica: è soltanto regolata con fischi che i vigili di quando in quando lanciano imperiosamente ed a gesti che, interpretati all'uso ita- iano, direbbero proprio 11 contrario di quello che invece vogliono dire. Nonostante il carattere Individualista degli spagnoli, essi sono scrupolosamente attenti al fischi ed ai segnali dei vigili; ed 1 vigili sono altrettanto scrupolosi nel dare multe appena uno sbaglia. Questa mattina gli italiani, tra quel fischietti e quel gesti, godevano di uno speciale salvacondotto: nessuna autorità lo aveva dato, ma la cortesia Io suggeriva. Alla corrida Nel pomeriggio, invece, non sarebbe stato possibile trovare in centro nemmeno uno di questi italiani. Per molti di essi era naturae che un viaggio in Spagna si identificasse anche con la possibilità di vedere una corrida. Con un ricordo di letture romantiche e le immagini ancor vive di qualche famosa pellicola, un viaggio In Spagna anche se di tre giorni soltanto, senza vedere una corrida poteva risultare per metà sprecato. La Stagione delle corride è Iniziata appena domenica scorsa e domani vi sarà la seconda giornata. Era però Impossibile pensare che uno soltanto di questi tremila italiani potesse barattare la partita di calcio con una corrida e allora si pensò di rimediare a simili difficoltà. Fu cosa presto fatta: oggi, nell'allenamento di Vista Alegre, alle porte della città, sulla strada che va a Toledo, venne organizzata una corrida in onore dei giocatori e del visitatori italiani. L'arena di Vista Alegre è chiamata dai madrileni « Piccolo naso di signora », e questo perchè non possiede un anfiteatro molto vasto. Per dire la verità, anche 1 toreri che partecipavano alla corrida non erano i più famosi della Spagna. Gli intenditori di qua (dirò intanto che proprio il gioco del calcio sta sottraendo appassionati spagnoli alle corride, almeno tra 1 giovani) scuotevano la testa nel leggere sui manifesti i nomi dei matador. Dicevano: «Buoni, ma non buonissimi. Non sono certo all'altezza di Domingo Ortega ». Da questo mio viaggio In Spagna pensavo proprio di non dover descrivere una corrida: ma tutti i nostri giocatori sono andati a Vista Alegre e quasi tutti gli Italiani venuti a Madrid li hanno seguiti: perciò i necessario raccontare anche questo nella cronaca della giornata. Il cappello a Mazzola La squadra Italiana arrivò che il primo toro era già stato ucciso. Lo aveva lavorato un torero che si chiama Navarrino. Ma venne subito fuori 11 secondo, destinato a Juliàn Marta. Egli si mise davanti alla tribuna d'onore e gettò il cappello a Mazzola, per dirgli che a lui, come capitano della squadra Italiana, quel toro era dedicato. Non fu un gran che. Il lavoro del picador passò Inosservato; miglior fortuna ebbe il banderillero; e due belle mezze veroniche di Juliàn Mtcniiiiiiiiiiii a e a a Marta furono apprezzate eoi tanto dagli intenditori. Il successo della giornata l'ebbe il terzo torero, Aguato de Gasto, ohe portava calzoncini azzurri. Anch'egli venne a buttare il cappello, ma stavolta lo gettò ad Amadei, dedicandogli cosi il toro. Si trattava adesso di una magnifica bestia, pronta, piena di vivacità e di reazioni. Quando Venne il momento di dargli 11 colpo di grazia, ed entrò in campo Aguato de Gasto, tutti poterono capire certe sottigliezze del gioco. L'anno scorso è morto Manolete, che fu un fenomeno nella storia della tauromachia: egli aveva inventato un « passo », si tratta di mettersi esattamente di fronte al toro, alla distanza di un metro, di accorciare tale distanza a poco a poco, a seconda del proprio coraggio, ed infine di evitare d'essere colpiti compiendo soltanto un quarto di giro su se stessi. Manolete morendo lasciò In eredità agli altri toreri la «manoletlna» e la « mezza manoletlna ». Entrambe queste figure furono oggi eseguite da Aguato de Gasto con molta fermezza e con grande precisione. Il pubblico allora si alzò in piedi, tutti sventolarono il fazzoletto bianco. Così fanno gl'intenditori per incitare la giuria a concedere l'orecchio del toro a ohi Io fronteggia in maniera perfetta; e la giuria rispose di sì. Ma al comparire del quarto toro, cominciò a piovere adagio, il vento fece alzare quasi a tutti il bavero del pavletò. Faceva freddo a molti cominciarono a tornare in città. Nella Gran Via Adesso gli italiani passeggiano di nuovo nella Gran Via, sotto gli sguardi cortesi del vigili che hanno deciso di adoperare 1 loro fischietti ed i loro gesti per gli spagnoli, ma non per gli stranieri. Di sera Madrid ò illuminata con lampioni a gas, per mancanza e per risparmio di energia elettrica. Le sue strade larghe, diritte appaiono allora quasi deserte, sembrano interminabili gallerie di cui non si vede la fine. Ogni strada ha la sua guardia, e il Sereno che passeggia dalie 10 di sera, quando si chiudono i portoni, alle 7 della mattina, quando si riaprono. Egli, come vuole un costume vecchio di secoli, sorveglia la strada, apre al nottambuli che rientrano (ancora oggi soltanto il Pater familias ha diritto a possedere la chiave del portone di casa, tutti gli altri devono per forza ricorrere al Sereno), e una volta annunciava ogni ora il trascorrere del tempo • ee la giornata prometteva sole o pioggia. Molti aportivi italiani e spagnoli, con quest'atmosfera incerta, sarebbero felici se 11 Sereno della loro strada stanotte leggesse, come faceva un tempo, notizie meteorologiche. Ma oramal l'usanza è caduta, 11 Sereno apre la porta, prenda la mancia e poi continua a passeggiare silenzioso da un capo all'altro della sua strada. Enrico Emaniteli! T Castigllano, Ballarin e Becattln! (al centro In piedi), assistono alla corrida organizzata in onore degli azzurri (Da Madrid con le valigie telefotografiche de La Stampa)