Non libertino ma romantico lo ricorda la signora Mimi di Clara Grifoni

Non libertino ma romantico lo ricorda la signora Mimi L'UCCISO DI VILLA D'ESTE Non libertino ma romantico lo ricorda la signora Mimi (Dal nostro inviato speciale) ROMA, marzo. Anche la signora Mimi Guidi, come Kravcenko, ha soelto la libertà (il che, trattandosi di una donna, vuol dire soprattutto romperla col pregiudizi); e lo ba dimostrato recentemente, permettendo a un aet> timanale milanese di pubblicar le lettere indirizzatele da Carlo Sacchi durante la loro relazione, che incominciò sul primi del '46 e fu troncata la sera del 15 settembre scorso dalla pistola della contessa Bellentanl. La signora Guidi afferma che la cessione delle lettere non è stata fatta a scopo di lucro e bisogna crederle; fra l'altro, sembra una donna largamente provvista di mezzi. Dopo la tragedia lasciò Milano, rifugiandosi per tre mesi in un palane della Costa Azzurra, questa specie di Montecatini per le malattie spirituali dei ricchi; a Roma è scesa in uno dei più grandi alberghi di via Veneto, dove occupa un appartamentino. E' nell'età indefinibile, che si protrae finché una donna ce la fa a tener duro. La signora Mimi durerà a lungo: è una lottatrice foderata di velluto. Ha i capelli corti e gonfi, un nasino piccante, un sorriso fresco e due grandi occhi un po' usati, sotto le nere mezzelune 1 delle sopracciglia. Bella? AbbaIstanza, con quell'irritabile toc co che esalta le donne non più giovani quando parlano d'amore. Mi dice: «Fu splendido», riassumendo cosi i due anni del suo legame con Carlo Sacchi; poi aggiunge che l'uomo dagli occhiali neri, tanto spregiudicato In apparenza • dèsabusè, nascondeva sotto la sua scorza fibrosa un cuore timido e sentimentale da studente. Mimi Guidi l<r conobbe in una casa di amici, a Como: ballarono insieme e lui, con quel suo gusto duro e sbrigativo per le avventure passeggere, le fece subito la corte. In seguito, prese a mandarle fiori tutti I giorni, la chiamò carezzosamente « Mlmmollno » e disegnò a memoria 11 volto di lei anche sui fogli del bilancio. < Se non ti vedo, mi ammalo » le scriveva. E così s'incamminò la loro storia. Mimi aveva quarantanni, una figlia di venti, Maria Grazia, che somigliava primo marito (l'industriale Riva, da cui divorziò nel '28), un ragazzo quindicenne, Dldo, nato dal secondo matrimonio con un industriale ticinese; per suo conto, il Sacchi aveva una moglie, due bambine, una grossa azienda e la Bellentanl; ma tutto questo non impedi agli amanti di vivere il loro romanzo tardivo e, per certi lati, assurdamente romantico. Si vedevano quasi ogni giorno e poi si scrivevano. Chiedo alla signora Guidi perchè, dopo aver negato ogni suo rapporto con la vittima, nel primi interrogatori resi subito dopo il fattaccio, si eia oggi decisa a proclamare in pubblico la sua Intimità con il Sacchi. E lei: «I commissari, quando Interrogano, son cosi ruvidi! Ma anche dopo sarei rimasta nell'ombra, se lei (la Bellentanl) non si fosse accanita a gettar fango sulla sua memoria, descrivendolo come un libertino impudente e senza scrupoli, che l'avrebbe spinta al delitto col suo contegno provocatorio! » Fa una breve pausa e riprende: «So che 11 mio gesto ha indignato i benpensanti. Ma che importa? Non avevo altro mezzo per far luce sul vero Carlo Sacchi». Vorrei dire alla signora che certi gesti non servono a nulla. In amore, ogni donna inventa il proprio uomo. E qual'è la sua « verità »? Un uomo è sfaccettato come gli occhi dell'ape; anzi, ha tante facce quante sono le donne che incontra. Può esser tenero e delicato con una, insensibile e duro con un'altra, specie se non l'ama. Una donna ch'egli non ama, quale ebbrezza per un uomo! Può vendicarsi au di lei di tutto quello che gli ban fatto patire le altre. Carlo Sacchi scriveva a Mimi Guidi: «Io sento che dovrei di¬ vd«taSmvqpmmqargfadcEgappcmIusEsdtdccsads n e e o i e e e i r i n o ii¬ ventar» do per esser degnd di te» e chiamava rozzamente «terrona» la contessa Bellentanl. Da qui si capisce che 11 vero Sacchi della Guidi ha solo una minima parte in comune col vero Sacchi della Bellentanl. H quale, sin dal primo incontro, parve alla borghesueda di Sulmona, trapiantata nel gran mondo, 11 prototipo stesso di quella cinica, oziosa e viziosa alta società che si era scelta le rive comasche come rifugio di guerra e non aveva che la fornicazione e 11 bridge quali antidoti contro la noia. « MI dedicai a lui per redimerlo» confesserà poi la Bellentanl. Ed era, ammettiamolo, una gran bella parte; ma il Sacchi ai stancò di lei prima che l'opera di redenzione fosse a buon punto e, malgrado le sue lacrime, buttò via la donna come una scatola di cerini vuota. Il Sacchi della Bellentanl era un don Giovanni che s'Infischiava del pianti delle sue Elvlre; e fu su costui ch'ella sparò. Ora la sfida e lanciata e i! duello di queste due vive intorno a un morto si prospetta drammatico. «Non voglio esser coinvolta nel processo — dichiara la signora Guidi.— Ma se lei (la Bellentanl) continua ad accusare Sacchi per difendersi, mi presenterò alle Assise e dirò cose che sarebbe meglio tacere. E che la gente mi biasimi pure: io rivendico la libertà di essere me stessa». Parla di libertà come le eroine di Ibsen e poi ammette, con voce accorata, di sentirsi molto sola. A giorni verrà emessa la sentenza di divorzio che farà di lei, ancora una volta, l'indipendente - Mimi Giorgi (però dice : « Mio marito non meritava questo. E' l'uomo migliore del mondo»). Sembra decisa a non risposarsi per quanto le piovano, da ogni parte, brillanti offerte di matrimonio. E fiori, e regali di ignoti ammiratori. La settimana scorsa ricevette un'enorme torta e, Dio sa perchè, una sveglia. Gli artisti romani sollecitano l'onore di farle il ritratto; e proprio in questi giorni Mimi ha posato per lo scultore Vecchi e la pittrice Marietti. Che altro? Naturalmente: una casa cinematografica italo-inglese le ha proposto di interpretare un film sulla tragedia di Villa d'Este; ma la signora ha rifiutato. Dice che non ha progetti, se non quello di tornar presto a Milano, dov'è attesa con ansia dal figli. Già, perchè ci sono anche 1 figli. Ce ne sono molti, in questa brutta faccenda. Ma è meglio lasciarli al loro silenzio. Clara Grifoni

Luoghi citati: Como, Este, Milano, Montecatini, Roma, Sulmona