LA VITA È RICORDO di Corrado Alvaro

LA VITA È RICORDO LA VITA È RICORDO Quando ellk entrò la prima volta in casa di R. B., di quest'uomo abbastanza noto non conosceva che il nome. Accade allo ragazze, specie nei tempi incerti come i nostri, di mettersi in testa un nome, un uomo da cui sperano non si sa bene che cosa, forse di affidarvisi come a un amico non troppo pericoloso. Ed ella, 'Lucia, istintivamente non era capitata male. R. B. era nell'età in cui un uomo che non si può dire ancora vecchio, sente la giovinezza passata da poco come un dolore acerbo, e ha ritegno dei suoi anni se è un uomo" che si rispetta. Ella raccontò facilmente la sua storia: figlia di una famiglia tradizionale e formale, cercava come evaderne. — Voglio prendermi una camera e vivere sola. Che cosa mi consiglia? — Sola per fare che cosa? — egli chiese. — Niente di male — ella replicò sicura. Egli pensò che sarebbe stato facile corrompere questa giovane donna. Ma perchè? Per chi? I suoi occhi celesti • senza espressione, la carnagione di latte, i capelli scialbi, il corpo forte, bene sviluppato e armonioso, le gambe quasi scolpite senza com.piacenze e onestamente, quel ritratto di donna giunonica davanti a cui ci si poteva domandare chi l'avrebbe amata, non si conciliavano con l'immagine d'una donna corrotta. Fra pochi mesi ella avrebbe acquistato un significato qualsiasi : anche quello della ragazza che ha bevuto l'amara esperienza, la ragazza corrotta che corre di delusione in delusione. Si poteva immaginare come sarebbe stata vestita, pettinata, come si sarebbe mossa. No, non sarebbe stata bene. Non c'è di peggio che essere guasta e avere un viso onesto. Si fanno quelle facce di bambole traviate che è una pena guardarle. Anche gli uomini virtuosi come R. B. hanno qualche rimorso di avere sciupata una donna; anche su di loro si posa a volte lo sguardo d'una donna che ricorda, non può parlare, non parlerà. E an che R. B., così stimato, Ba che una ragazza si è perduta per causa sua. Ciò accadde molti anni fa : bastò poco, un discorso in un caffè, egli era ancora giovane, in una piccola città di provincia, la ragazza era vestita poveramente, anch'egli era povero, e tuttavia parlò di paesi lontani, della vita che passa, .della bellezza che si perde, di gioie che neppure egli conosceva. La ragazza era graziosa. Egli non la vide più per molti anni, poiché aveva abbandonata quella città di provincia. Ma poi, a Milano, egli la incontrò divenuta donna. Batteva il marciapiede. Ella lo riconobbe « lo guardò come il cane guarda chi lo ha picchiato, con quella muta e attonita memoria Egli stette male tutta la notte. Si consolò dicendosi che non poteva essere stato sol tanto lui l'autore di tutto. Ma anche lui, anche lui oon quello parole. La storia degli uomini è nello parole dette e ascoltato. E' un'ar ma che hanno tutti 6 che tutti possono adoperare. Si ri cordò dell* parole ohe lo ave vano ferito, ohe avevano perfino deciso del corso della sua vita. » Lucia credeva alle parole di lui. Egli riconobbe in lei quasi il decorso d'una malattia. Conosceva bene quelle esaltazioni, quel dire tutto di una giovane inesperta' e fiduciosa; sapeva attraverso quali insidie una donna può cadere nelle mani di un uomo esperto, accorto, che sappia profittare del momento giusto. Bisogna che ella prenda marito al più presto, egli si disse, e si lodò della sua virtù. Lucia cominciò a informarlo dei moti del suo cuore, dei suoi turbamenti, degli uomini che la accostavano. Tutto questo si svolse in numerose passeggiate, in incontri furtivi, soste nelle piazze deserte al sole, fughe fuori porta là dove si abbracciano gli innamorati. E' probabile che ciò, da parte dR. B., comportasse una certa perfidio. Egli conosceva ogni palpito di lety ogni pensiero e ogni inclinazione; la inoerteua della scelta fra un uomo e l'altro, le improvvise tentazioni, il desiderio dfuga» lo sbigottimento dfronte alla vita. E molto dpiù egli intuiva: le sue reazioni fisiche; qualcosa dsgradevole. Un giorno Lucia scomparve. Fece poi una breve apparizione per dirgli di aver trovato il suo uomo. Poi un giorno sposò, con una grande cerimonia. R. B. non vi partecipò perchè si trovava per caso in viaggio. Egli pensò semplicemente che questi accostamenti di ragazze a uomini maturi si concludono con un matrimonio. L'uomo non serve che come sosta al riparo in un momento pericoloso della vita di una ragazza. Dopo due anni Lucia si fece viva. Egli si preparò a riceverla, grato che ella avesse evitato un incontro imbarazzante subito dopo il matrimonio: sì, in due anni era un poco invecchiato. Quando ella gli comparve innanzi, egli si rallegrò di non essersi sbagliato ; era divenuta una donna, di quelle davanti a cui si pensa soltanto che hanno un uomo ohe le ama e che devono piacere soltanto a lui. I suoi occhi non avevano acquistato nessuna espressione, se non uno stupore. Temette che ella lo rimproverasse di qualche co sa, di un oscuro rimorso che egli sentiva senza riuscire a definirlo. Era stato lui a spin gerla verso la vita, e ricor dava l'ultimo colloquio, fuo ri porta, in un giorno di pri mavera già sfiorita, piena di vento e di polvere. Dallo stesso posto, sulla stessa poltrona dove ella un tempo aveva vaneggiato di fughe impossibili, di impos sibili libertà, ella parlò ora del suo bambino. Le era na to, e le morì dopo poche ore Era arrivato, e subito era dileguato. Lo avevano battezzato, ella diceva, per fortuna. Aveva un nome. La 6ua vita : una vita di dodici ore, aveva un nome, aveva un decorso. Lo avevano posato su un tavolino. Lo avevano perduto come un oggetto. La sua vita si era svolta tra un viaggio di più di dodici ore per arrivare alla luce, tra medici, specialisti, parenti. E dodici ore di vita. Si chiamava... ; R. B. non ricordava più quel nome, ed ella lo aveva pronunziato pochi minuti prima. Non ha vissuto, non ha conosciuto nulla, eppure è esistito « Anche se ne avrò altri die oi, egli esiste, per me. Io sa rò la sola a ricordarlo, a te nerlo entro di mo, a sapere che egli è vissuto». R. B solleva gli occhi, e guarda nel vuoto di questo abisso. Scorge sul petto di lei, nell'apertura del pastrano, un ritratto in un medaglione C'è dentro qualcosa come un frutto, una. noce di còcco, una pesca, posata tra le pie ghe di un lenzuolo. Dorme E' nato, si è assopito, è morto. E questa è sua madre ; la ragazza di ieri, la pagina bianca di ieri, su cui ognu no avrebbe potuto scrivere un destino. R. B. dice, e non senza turbamento: «Ora lei sa, cara Lucia. La vita le offrirà dei oompensi. Non è cattiva la vita». Ella ha sempre avuto le mani grandi, vigorose, di donna che lavora e che fa; le sue mani vuote di piccola madre: «No, io non voglio dimenticarlo. Egli deve esistere entro di me. Io sono la sola ohe gli rimango, capisce? Se penso che è laggiù, dietro quel cancello... Per ora, è ospite*. Tuttavia, R. B. ha lo stesso rimorso di quando aveva veduto l'altra povera ragazza battere/il marciapiede. Corrado Alvaro ■lllllllSlllllllSIIIIStUISIIltlIfltSfll

Luoghi citati: Milano