Fotografare gli elefanti

Fotografare gli elefanti LA SPEDIZIONE AL RUWENZORI Fotografare gli elefanti E' difficile, come si dimostra in questa passeggiata tra belve in libertà IRUMU (Congo), febbraio. Lo spettacolo dall'alto, scendendo la gola della Kabasha nell'alto Congo, sull'immensa brussaglla giallognola della piana della Rwindi, con io sfondo splendente del lago Edoardo, è imcomiparabile. < Dèi anse de quitter la route! » leggiamo più sotto, ben visibile. I frequenti mammiferi (specie elefanti e bufali) che pascolano presso la pietà, invitano già di per se medesimi a seguire la diritta via; comunque, non appena sul piano, chiesi al sig. Ingels di fermare un attimo per ritrarre un elefante proprio a pochi passi. « Domattina avremo più tempo! » fu la risposta. Capii il giorno dopo la ragione di quella fretta. iene all'accampamento H « campy. ya Rwindi » ove sbarcamimo poco appresso, consiste in un posto di ristoro e due file di rotonde costruzioni dal tetto conico, U muro robusto: le camere dei clienti. Bianche salamandre passeggiavano sulle pareti acchiappando insetti nocivi, al nostro entrare. Un lumino ad olio vien posto ogni sera davanti alle porte non troppo sprangate. Sull'imbrunire Ettore si mise, in attesa della cena, ad osservare col cannocchiale le mosse di una leonessa in agguato di un orice. Nella notte una Jena si soffermò al « tucul » dei Giraudo, per annusare l'olio. Credo sia passata anche da me. Nessun altro incidente venne a turbare la calma relativa di quell'angolo sperduto fra innumeri belve m libertà assoluta. , U di seguente, dopo una sveglia alle cinque, si partiva subito per un g'ro nella riserva. Le ore più adatte per osservarvi le bestie son certo quelle prima del levar del sole, ancor meglio che non la sera al tramonto. Noi vedemmo Infatti antilopi ed elefanti, bufali e faccocoeri: anche una banda di leoni sull'altra riva della Rutshuru, non ben discernibili a tutta prima per il mimetismo della loro pelliccia. Poco lontano alcune gazzelle pascolavano tranquille: evidentemente i leoni erano già satolli. Gli animali più deboli hanno in ciò un istinto sensibilissimo. Nel fiume una quantità indescrivibile di ippopotami. Una guardia (indigena) del Parco ci accompagnava per ind'eare le piste da seguire; essa aiuta però anche nello scoprire le bestie; i negri in genere hanno vista più acuta dei banchi. Certe guardie sanno dirvi dagli escrementi delle fiere se sono d'un maschio o d'una femmina, se freschi o meno, e dalle peste se trattasi d'un giovane o d'un vecchio maschio e da quanto è passato; ed altre amenità. Si udivano rumori strani sordi brontoli! di leoni, grugniti di ippopotami, urla improvvise ed acutissime di cinocefali, squittii dì pivieri. Un colpo di tam tam ? No, un ippo che aveva serrato le fau. ci. DI nuovo (come la sera prima) passammo a pochi metri da un elefante: straor. rllnar'o <«pmr>lH.re dalla proboscide di oltre due metri zanne di uguale lunghezza Mentre si stava per fotografare 11 bestione, questo ci vide e subito si mosse: ma Invece dello scatto della macchina, fu 11 colno sécco dell'ac celeratore da parte del saggio autista, che risuonò; ed una irn"-'F''!ata partenza a tutta vplnr"tfi. TI siirnnr Tno-pl^ ci qTMnnrò r\o\ ohe V'Infinte può caricare a 50 km. orar', liti love l'auto invece può a sten, to marciare a 40, su quelle pi- StG, Fuga precipitosa Ricordo che anni addietro, nel fitto della foresta del Kilimandjaro, un elefante si approssimò senza rumore (grazie a quel suo cuscinetto fibroso ed elastico sul lato posteriore dello zoocolo) al mio accampamento. Fu l'improv. viso forte odore di selvatico che fece subito accorto il capo negro, dall'acuto olfatto. Ma questo aiuta etraordtnaria- mente le belve stesse; e per avvicinarle bisogna sempre avere buon vento. Quella mattina nella savana della Rwindi s'era a un dato punto lasciato l'auto inoltrandoci circospetti nell'erba alta sino al ginocchio; ci tenevamo al coperto fra alcune euforbie avendo avvistato una mandra di bufali a forse venti metri. Senoncliè ad un trattò venne un colpo di vento alle nostre spalle (il bufalo ha un potentissimo odorato!); quasi nello stesso Istante due bufali si volsero e ci fissarono. Intanto udimmo un sommesso richiamo: era il segnale convenuto per tornare presto alla macchina. Poiché anche il bufalo è molto pericoloso e può scattare all'improvviso, specialmente se come l'elefante, un nonnulla l'imbizzisce. (Ciò non accade col leoni, che il mio autista alla riserva Kruger nel Transvaal caricava audacemente: là l'erba è anche meno alta). Diffidenza del leopardo Ad Ischangu, sulla riva nord-est del lago Edoardo (di là sembrava un mare), Pippo Giraudo ed io potemmo qualche giorno dopo osservare meglio alcuni elefanti a poca distanza, protetti come eravamo dalla ripa della SemUlti. I pachidermi erano immoti nella palude: tratto tratto sbatacchiavano i padiglioni auricolari (segno che ci avevano sentito), rovesciandosi poi con, la proboscide l'acqua sul groppone; frequenti i loro rumorosi gargarismi. Uno di essi attraversò lentamente il fiume con sussiego, fermandosi sotto di noi a barrire gioiosamente: era uscito dal fogliame il suo piccolo! Avvicinammo pure, scendendo cauti, alcuni degli innumeri ippopotami: 1 quali tuttavia quella tarda mattina rimanevano ostinatamente sott'acqua. Per ritrarre faccòcceri antilopi e gazzelle bisogna cogliere quell'attimo di sorpresa che dà loro l'improvvisa comparsa umana: poiché subito appresso essi fuggono velocissimi. I cinocefali sono più difficili a prendersi essendo ancor più svelti nell'eclissarsi al vostro primo apparire. Peggio le zebre (attenzione: mor dono volentieri) e gli addaci ne incentrammo al Parco del la Kagcra giorni dopo; ma le erbe eran molto alte. Per ben fotografare tutte queste bestie è necessario comunque fermarsi almeno qualche settimana nelle zone di riserva ed avere molta pazienza moltissima fortuna (anche nel vento) oltre a chiara visibilità. Prender di mira piuttosto gli animali isolati. La foresta del Parco Nazionale è più lussureggiante dopo Rutsruru per la lava del vicini vulcani, fra cui il Nyragongo. Un cartello: « Atterition aux élépbantsl ». S'era in attesa, passando, di vedere sbucare dalla boscaglia un pachiderma o un bufalo o un leopardo: invece solo miriadi di bianche farfalle minacciarono di otturare il radiatore. Ma i leopardi sono numerosi In questa zona. L'amico Ingels ci fa vedere infatti poco oltre, in una capanna, un gran buco prodotto nel fragile muro da una simile belva per carpire una pecora. Il leopardo non entrerà (o uscirà) mai dalla porta o da una finestra, credendole... altrettante trappole. Piero Ghiglione

Persone citate: Fuga, Giraudo, Kruger, Piero Ghiglione, Pippo Giraudo

Luoghi citati: Congo