Quando i globuli bianchi sono immaturi e inetti

Quando i globuli bianchi sono immaturi e inetti Quando i globuli bianchi sono immaturi e inetti er combattere la leucemia acuta la trasfusione del sangue dev'essere quasi totale Un mirabile esempio di solidarietà umana, è la prestazione che il sano fa del suo corpo a prò' dei malati. La trasfusione sanguigna, allo scopo d' sostituire il sangue perduto nelle emorragie, o per aggiungere elementi cellulari ad un sangue che ne è privo, è ormai entrata nelle pratiche correnti. In una recente applicazione, essa diviene una operazione nuova, nella tecnica e negli intendimenti. La malattia contro cui si rivolge, è una delle più sinistre e spietate: la leucemia acuta, che divora il sangue colpendolo in alcuni del suoi elementi, generalmente di poco rilievo nelle conoscenze del grande pubblico. Difatti allorchè si pensa al sangue, s'impone la visione di un liquido rosso; e quando si vuole raffigurarsi la sua composizione, i ricordi del tempo di scuola precisano che il suo colore è dato da piccoli corpi rotondeggianti, a forma di dischi, contenenti una materia colorante. Il loro nome di globuli rossi, è appunto significativo. In questa evocazione si dimenticano naturalmente parecchi altri dettagli della più grande importanza, sui quali la scienza lavora dal XVIII secolo, • senza averne, conviene confessarlo, sviscerati .tutti i segreti. Essa ne sa tuttavia abbastanza da darci l'impressione che ci troviamo di fronte ad un problema del più -alto interesse. Si tratta dei globuli bianchi, scoperti da Spallanzani nel 1678. I globuli rosai hanno una toria relativamente semplice, per Io meno nel senso che dopo averne fissato numero e forma, si arrivò in breve a scoprirvi l'emoglobina. Grazie a questa, si impadroniscono negli alveoli polmonari dell'ossigeno dell'aria, e lo trasportano col sangue dovunque. Sono non più che del minuscoli vagoncini, indispensabili di certo, ma del tutto passivi, e di vita beh effimera. I globuli, bianchi sono di altra origine e soddisfano un compito singolarmente più atr tivo. Più grandi e meno numerosi dei rossi, i globuli bianchi non si accontentano di lasciarsi trasportare. Hanno una loro vita intensa, e non da « gregari >. Sanno dirigersi dove lo¬ ro piace; si direbbe quasi che abbiano una loro volontà e loro gusti. Le barriere dei vasi non li sgomentano; e senz'altro le attraversano, per lavorare anche al di fuori del sangue. Lavoro ben complicato d'altronde. Sono in primo luogo dei vigorosi ripulitoli delle impurità, in quanto sono atti a distruggere le sostanze eterogenee capaci di nuocere a qualcuno dei nostri apparecchi. Nei vasi si attaccano ai vecchi e morti globuli rossi. Usciti nei tessuti li sbarazzano da essudati, residui del ricambio. E lottano contro dei « viventi », i microbi, come quando, ad es., l'infiammazione si manifesti in qualche regione del corpo, e una battaglia si ingaggia fra i primi, carichi di tossine, ed i globuli bianchi che scaricano loro addosso fermenti per distruggerli. Al di fuori dell'infiammazione, compito costante di questi, è di prender parte alla formazione dei cosiddetti anticorpi, specie di antiveleni che la natura oppone a varie specie di microbi e tossine. Questa e quella ed altre mansioni, il globulo bianco sa assolverle solo se è adulto e si sia bene sviluppato nei recessi delle ghiandole linfatiche, milza e midollo osseo, dove prende nascita. Nella leucemia acuta, e come se, di improvviso, questi organi avessero buttato in circolo dei globuli bianchi immaturi, appena nati; degli infanti, numerosi sì, ma inetti. La caterva di sintomi che ne derivano, emorragie, anemia, febbre, ecc.. si concbiude nella morte inviai labilmente rapida. Rontgenterapia, non serve; 1 farmaci che nella forma cronica di leucemia giovano, qui sono inefficaci; il benzolo non arriva ad agire In tempo. Un trattamento esisteva e di uso corrente : la trasfusione sanguigna, riserbata a far fronte alle grandi e ripetute emorragie. Ma ad alcuni osservatori, non sfuggi che i miglioramenti ottenuti, non si lasciavano spiegare con 11 solo rifornimento di qualche ettogrammo di sangue. Non può darsi, si chiesero, che, trasfondendo quantità ancor maggiori di sangue si arrivi ad introdurre in gran copia, assieme al sangue, un « principio > che nel malato è venuto a mancare; ed è quello che permette la maturazione dei globuli bianchi? E cosi prese piede la « dissanguigno-trasfusione:» che, rimpiazzando quasi totalmente il sangue del malato, consente di fornirgli quel « quid » indispensabile. Era già usata con rimarchevole successo, (ancor più che il « rene artificiale» di cui già si scrisse in un precedente articolo) nei casi di soppressione della funzione renale per avvelenamento, nefriti acute di varia natura. L'intendimento è, ivi, di sostituire un sangue malato intossiccato di urea, con un sangue sano, permettendo nel frattempo ai reni di riprendersi. Nella leucemia acuta, si vuole invece dare « qualche altra cosa » ad un sangue che ne manca. U procedimento richiede due operazioni: l'iniezione del sangue del, o meglio, dei donatori, e la sottrazione di sangue dal malato. Nella pratica adottata, consiste nel ritirare volta per volta, 3050 ce. di sangue, e nel rimetterne altrettanto. I risultati in 11 casi furono brillanti.'Cessarono le emorragie, sì sopirono altri sintomi, e, fatto rimarche- vole, sparirono dal sangue leforme immature, segnalatrici del vizio originale. Ricadutemortali se ne ebbero, dopo 6-7 mesi di perfetto benessere. Resta ad ogni modo acquisito che, con quel metodo, si arrivava a qualcosa di più che ad aggiungere del sangue sano ad un corpo malato. La scienza bio-chimica arriverà ad Identificare quel quid, ad isolarlo, a riprodurlo, come si è fatto per le vitamine. Allora sarà risparmiata la tecnica attualmente in corso, complicata non solo, ma che presenta la possibilità di inconvenienti, dovuta alla ripetizione senza numero di prelievi ed iniezioni di sangue; senza dire della sua costoslta, e del numero grande (15-20) di donatori di sangue che richiede. L'estratto antileucemico di sangue, o la sua riproduzione soppianteranno scambi troppo frequenti di sangue. Ed allora una malattia di più, sarà cancellato dal novero delle c inguaribili >. Dottor By

Persone citate: Spallanzani