I cinesi rimpiangono il diavolo

I cinesi rimpiangono il diavolo I cinesi rimpiangono il diavolo Hanno nostalgia del signor Suzuki, il soldato giapponese, ne dimenticano l'orrenda ferocia, lo invocano e dicono che con lui tutto si risolverebbe (Dal nostro inviato speciale) TSAO-LAOCHI, febbraio. Avviene qualcosa di notevolmente bizzarro, in Cina, di questi giorni, qualche cosetta abbastanza stupefacente. Avviene che i cinesi rimpiangono il diavolo, rimpiangono la tigre, rimpiangono la peste. Rimpiangono, cioè, quel che agli occhi loro è sempre parso terrificante come il diavolo, feroce come la tigre, sterminatore come la peste. Avviene, per essere espliciti, che i cinesi rimpiangono i giapponesi. "Oh i giapponesi, i giapponesi! ", essi esclamano con voci emozionate. Lo straniero immagina che essi intendano significare: " Oh i giapponesi, i giapponesi, quei bruti, quei cani, quei maledetti! Sono stati essi l'inizio dei nostri attuali guai!". Tutto il contrario. Essi intendono significare: " Oh i giapponesi, i giapponesi ci vorrebbero qui a rimettere a posto le cose! E' un fatto assolutamente bizzarro. Il proprietario di terre dice: " Oi vorreb¬ be Suxuki-san!". Il contadino dice: "Ci vorrebbe Suzukisan!". Il comandante di reparto militare dice: " Ci vorrebbe Suzukl-san! ". Dall'uomo cosidetto politico alla massaia, la gente dice che, si, in Cina, ora, ci vorrebbe precisamente Suzuki-san. Raffreddore e polmonite Suzuki-sati, il signor Suzuki cioè, è il soldato giapponese. Ora, per i popoli asiatici in genere e per il popolo cinese in particolare, il soldato giapponese è stalo sempre qurl ch'è sempre stato per i popoli europei il soldato tedesco: sinonimo di ferocia', implacabilità, tirannia, terrore. Crime mai tanta tenera voslu'.gia? Un vecchio midico di Mengcheng mi ha detto : " L'ammalato di polmonite ha nostalgia del raffrettare". Mi ha detto: "Il raffreddore non viene per uccidere, esso spurga la testa. La polmonite porta il cibo della morte ". Piccino ma solido, spietato ma disciplinato, tardo a con¬ prendere ma meticoloso nel realizzare quando abbia compreso, privo di iniziativa personale ma attivo fino olla morte nell'orbita degli ordini ricevuti, pedante, zelante, coraggioso, caparbio, devoto alla tecnica in guerra quanto lo è al cerimoniale in pace, simile al tasto d'una macchina di precisione pili che a un uomo, amante della organizzazione fino alla stupidità, il soldato giapponese ha seminato la Cina di angoscia e di ammirazione, guadagnandosi in pari misura odio e stima. Caduto l'odio, con la cosidetta vittorio te con il tempo che cancella i ricordi), per il signor Suzuki, nell'animo del cinese, è rimasta la stima. Ed ecco, ora, nei guai, la nostalgia. Ricordano, i cinesi, come marciasse il signor Suzuki. Dicono: "I Suzuki marciavano come motorini, non un passo piii lungo, non un passo più corto. Il fango non li fermava, la pioggia non li fermava, la neve non li fermava, il pantano non li ferma- 1JI i 111! 11 11111 [ 11111111111111111111111 II 11 f I va. Neanche le canJtonots M fermavano, i Suzuki. Essi andavano tutti allo stesso modo, tutti allo stesso ritmo, »imlfó l'uno all'altro come sono simili l'ima all'altra le formiche. Cosi marciando, spazzavano tutto quanto si opponesse al loro cammino. E dicono: "Come marcia la nostra Pu-ping"! (la fanteria), Se delle gattine si potesse dire ch'asse marciano, ecco, la nostra Pu-ping marcia come le galline le quali avanzano d'un passettino, quindi razzolano, quindi beccano il terreno, quindi scuotono la cresta, quindi si beccano fra loro". Dicono: "Con le galline si fanno le uova, e con le uova non si vince la guerra ". Ricordano, i cinesi, come funzionassero le strade ferrate in guerra, condotte dal signor Suzuki: "I Suzuki facevano andare i treni come va il fiume. Il fiume non anticipa, il fiume non ritarda, il fiume non scompare; il fiume va, poiché c'è qualche cosa che lo fa andare in ogni caso, anche a costo della inondazione. Come va IHuo-ciò f"iJ treno cinese, letteralmente il carro di fuoco) in guerra? Va come un cavallo che ha troppi caixtlieri: parte di malavoglia, si stanca presto, si ferma spesso, non arriva mai". Imbracciando .'«arisaca» Nostalgia di Suzuki. Quante cose dicono i cinesi del aignor Suzuki, ora che il signor Suzuki è lontano e che la guerra è una faccenda di famiglia, "una guerra della testa contro le gambe " come essi la chiamano. Dicono che quando un Suzuki si presentava in un villaggio, da solo, imbracciando l'Arisaca (fucile o mitragliatore) le bocche tacevano per un raggio di quattro villaggi; e Suzuki non faceva una mossa, stava ritto, a gambe larghe, l'Arisaca fra i pugni, attendendo gli ordini deBVmperotore: se l'Imperatore gli ordinava di uccidere la popolazione dell'intero 'Alloggio, BuzuM la uccidevo); se l'Imperatore gli ordinava di trovare l'alimento per l'intero villaggio, Suzuki lo trovava. Dicono che Suzuki costruiva strade come se le cavasse dalle tasche e le srotolasse per terra, con la velocità con la quale si semina il riso (essi dimenticano addirittura che per costruire quelle strade con la velocità con la quale si semina il riso, i giapponesi uccidevano di fatica migliaia e decine di migliaia di cinesi,); dicono che Suzuki non rubava (essi dimenticano addirittura che depredava la Cina tecnicamente); dioono ohe Suzuki non saccheggiava (essi dimenticano che quando metteva in pratica le rappresaglie contro la guerriglia, l'esercito giapponese tagliava teste cinesi con la sciabola come tagliasse corolle di fiori con un falcetto), E' un fenomeno bizzarro, questo dei cinesi che muoiono di amore per Suzuki il quale li ha fatti tanto soffrire. Un «motorino» mal ridotto Ne hanno così viva nostalgia che in certi casi lo attendono. In tutto l'Anhwei la popolazione ritiene che Ciang Kai Scek abbia firmato un accordo particolare con il Giappone perchè gli risolva in breve tempo la guerra contro i comunisti. Contadini e proprietari, piccoli funzionari e soldati oonosoono addirittura i particolari dell'accordo. Dicono che il Giappone manderà i soldati a liquidare i comunisti e in cambio avrà la Manciuria; dicono che sono sbarcati a Sciangai duecentomila giapponesi, e che appena arriveranno al fronte, dell'Armata dei Polii, in due mesi, non si vedrà più un sol uomo. Taluno sostiene che i Suzuki sono già arrivar! e che logicamente non vestono uniformi giapponesi, vestono uniformi cinesi per ragioni di decoro nazionale. Sapendo che venivo da Tokio, non pochi mi hanno fatto chiedere se fossi arrivato con il "convoglio dei soldati giapponesi ". E' un fatto bizzarro, questo, un fatto stupefacente. Ma e allo stesso tempo una lezione, una lezioncina pratica per la Cina, tanto per quella del Kuomintang quanto per quella dell'Armata Rossa. Nelle ragioni che determinano codesta paradossale nostalgia i capi cinesi, rossi o bianchi che siano, dovrebbero sapere ravvisare che cosa manca alla Cina, di che cosa ha sete e fame la Cina. Essa ha bisogno della serietà di Suzuki (non della sua ferocia); ha bisogno della onestà di Su.ntkl (non del suo fanatismo/; ha bisogno della disciplina interiore di Suzuki (non della sua tirannia). In questo senso è importante per tutta l'Asia, l'esempio di Suzuki. E' un eccellente modello, Suzuki. In questo senso, dico, la nostalgia di Suzuki, in Cina — e forse in tutta l'Asia — ha un fondamento logico, naturale, del quale sarebbe ingenuo trarre meraviglia, (Detto fra parentesi: se lo vedessero ti Suzuki d'oggi, i cinesi! Quel perfetto motorino che andava imperterrito per monti e per valli conquietando terre e calpestando paesi senza pietà. Non esiste pi'X Egli ha cambiato il fucile col vasetto di fiori. E, a parlargli di guerra, si inchino, sorride e risponde, %milissimameme ma fermissima^ vhente, di no). Virgilio Ulli GIULIO DE BENEDETTI" direttore responsabile

Persone citate: Ciang Kai Scek, Crime, Suzuki