La Buick del "vescovo rosso,, divide maggioranza e minoranza

La Buick del "vescovo rosso,, divide maggioranza e minoranza VIGILIA ELETTORALE A S. MARINO La Buick del "vescovo rosso,, divide maggioranza e minoranza (Dal nostro inviato speciale) San Marino, 19 febbraio. Quando l'automobile americana, che serve al segretario per gli affari esteri, esce dalla città, imbocca le curve di Borgo Maggiore e fila veloce per la campagna, verso l'estero di casa, cioè verso Rimini, i sanmarinesi prima di tutto si tirano da un lato, come è naturale, e poi si dividono subito in due partiti politici fieramente ostili. « E' la nostra macchina » esclamano compiaciuti gli operai che lavorano sulla strada, « viva Giacomini » gridano gli altri compagni affacciandosi, col bicchiere di moscato di Serravalle in mano, sulla soglia di uno di quei « ritrovi di contadini e di operai » che Celli, il Di Vittorio di S. Marino, ha avuto cura di aprire nel territorio della repubblica. La grande proletaria I borghesi invece non amano questa Buick, acquistata con una licenza di Importazione: « Passa la grande proletaria » dicono e si divertono a interpretare in vari modi quel CD., corpo diplomatico, che spicca sulla targa: ciau democrazia, corre dovunque, crea debiti, e simili altre facete allusioni, al- l'opera del governo social comunista che domenica 27 dovrà presentarsi al giudizio degli elettori. Per semplificare si può dire che gli amici della Buick governativa sono per il « Comitato della libertà » e i nemici per la « Alleanza popolare ». Il « comitato » è una specie di fronte popolare, composto di socialisti, di comunisti, e diremmo noi, di democratici di sinistra 1 quali hanno vinto le elezioni nel 1945, hanno conquistato 40 dei 60 seggi del Consiglio grande e generale e si sono ripartite tutte le cariche governative da quelle solenni del due Capitani Reggenti a quelle praticamente più efficaci dei segretariati. Il capolista del « rossi » è appunto l'uomo della Buick, Gino Giacomini, che dirige le scuole oltre che il dicastero degli esteri di S. Marino. Costui è un maestro di 70 anni, socialista da 50, che ha partecipato alle vicende del socialismo italiano mantenendosi nell' ala estrema. Nel suo studiolo al palazzo pubblico, egli tiene accanto a certe deliziose vedute delle Tre Rocche e al ritratto del diplomatico Onofrl, il padre della patria sanmarinese, una piccola fotografia di Filippo Turati. Veste dimessamente, porta una cravatta rossa sbiadita e nella conversazione 'la sua parola è tranquilla e come sbiadita anch' essa, da vecchio riformista roma~"iolo; ma quando si mette al ^.volo e scrive i corsivi per il giornalino ufficioso del governo, allora questo piccolo statista, che tratta a tu per tu con De Gasperi e con Sforza e che manda lettere con le torri del Titano in cima a Bevin, a Acheson, si riscalda e gli cadono dalla penna molte di quelle grosse parole che si leggono nei giornalini estremisti della Romagna. Lo chiamano il « vescovo rosro » per l'ascendente che ha sui popolani, ben' più forte di quello che vanta il capo dei comunisti, Gasperoni, un exmeccanico che combattè nelle brigate internazionali in Spagna. Giacomino è un uomo che si può amare o avversare ma che non si può ignorare. La « santa alleanza » MI sono dilungato perchè egli ha in questo momento una importanza riflessa, polemica, che trascende la sua stessa persona: se egli e il comitato torneranno a vincere le elezioni, Nenni e Togliatti citeranno volentieri il significativo esempio di libertà e di democrazia offerto da questo piccolo stato che, nell'anno 1648 dalia fondazione, riesce a sottrarsi alle lusinghe o alle minacce del governo nero. Salvo magari, in caso di sconfitta, a dimenticare il santo Marino, libero artiere dalmata, le tradizioni e i simboli e a giudicare queste elezioni alla stregua di quelle che possono verificarsi in un qua! siasi comune rustico romagnolo.... L'altro schieramento politico ha per contrassegno il « vecchio barbone », cioè la testa di S. Marino, che è ritratto anche mentre con un martello picchia su una falce a forma di serpe. Si tratta dell'« alleanza popolare » composta di de¬ mss e mocratici cristiani, di socialisti democratici, di professionisti indipendenti con un colore complessivo, tuttavia, più bianco che rosso. Il leader di questa « santa alleanza », come la chiamano gli avversari, è Lonfénini,. che fu già Capitano Reggente e ora è il critico più spietato del governo. E' un giovane notaio e avvocato (a S. Marino le due professioni non sono in contrasto) al quale i democratici cristiani di fuori S. Marino guardano con una certa speranza. E' evidente infatti ohe, nonostante l'Eccellentissima Reggenza abbia vietato ogni « estraneo intervento », quei vicinissimi estranei che sono gli italiani, hanno Interesse a questa contesa elettorale, la quale del resto si basa in prevalenza sulla politica estera. La minoranza accusa il governo di avere, con una politica faziosa e demagogica, turbato 1 tradizionali rapporti con Roma immischiandosi di continuo in cose e in polemiche che non lo riguardavano e compromettendo gli interessi dell'antica repubblichina, Indipendente nella forma ma dipendentissima nella sostanza. Polemica nutrita e è 3mvnmnra a , o a a i è a , o a i Il canone doganale, elevato a novanta milioni, che l'Italia versa ogni anno a San Marino, non è ancora stato ratificato, e chissà quando si pagherà. TJ ministro Corbellini non ha alcuna voglia di ripristinare la ferrovia RlmlnlS. Marino distrutta dalla guerra. I danni subiti dal bombardamenti alleati (732 milioni) non sono stati liquidati, finora sono arrivate soltanto risposte evasive quando non addirittura le lettere buffonesche dei goliardi bolognesi. Niente ERP per S. Marino. Ancora; « 1 rossi » si sarebbero inimicati il Vaticano con il loro contegno e, dedicandosi a lavori improduttivi (un centinaio di milioni impiegati nelle strade) avrebbero aumentato 11 deficit statale e ridotto i proventi. Gli oppositori hanno stampato un comico necrologio del francobollo sanmarinese che «visse giorni di gloria e di fortuna, languì svergognato e negletto, spirò bestemmiato e tradito ». L'ufficio filatelico che l'anno scorso incassò 140 milioni di lire, ne incasserà quest'anno a pena 30 o 40, mentre il bilancio dello stato è salito a 440 milioni. Un altro motivo di dissenso con Roma sarebbe lo scandalo delle società commerciali, iscritte nel registro sanmarinese, per eludere 11 fisco italiano. E che dire poi del patto colonico locale che, prima delle correzioni apportate, assegnava due terzi dei prodotti al coloro e un terzo al proprietario? Questa polemica accanita, nutrita di personalismi e di pettegolezzi minuti, è adesso naturalmente nel suo colmo; e la Buick che impolvera 1 passanti, e il figlio di Giacomino che la guida e Intanto si occupa delle strade, e le lettere scritte da questo o da quello a Mussolini o a Hitler, e i comodi esili! romani, e gli affari nuovi e 1 comizi vecchi tutto è sfruttato In vista del 27 febbraio. Il governo si difende bene, punto per punto e non si può negare che, data un'occhiata alle strade, »! cantieri, alla mostra della ricostruzione, esso non abbia lavorato in questi anni. « Questa è una battaglia campale» stampano i governativi e raccomandano ai sanmarinesl residenti all'estero (essi sonò 8000 contro i 12.000 nel territorio della repubblica) di accorrere alle urne, dovesse pure la neve bloccare le strade. Siccome le donne sono escluse dal voto, e 1 votanti iscritti sono intorno ai 7000, si può calcolare che i voti saranno circa 4500. A Rlmlnl poi vi diranno con gioia che qui non votano 1 preti, se Dio vuole; 11 che è vero solo in parte, non voteranno cioè i religiosi italiani che sono la maggioranza. Dopo He elezioni i Capitan! Reggenti decadranno dalla carica e senza valletti di scorta se ne torneranno, uno al suo ufficio di geometra e l'altro nella sua bottega di falegname. I nuovi Reggenti •invece sfileranno in piazza della Libertà col corteggio della guardia nobile. Pare che il capitano della guardia, che non ama Indossare la divisa diventatagli stretta, ne affiderà il coman3o a un tenente più giovane e smilzo E' un particolare che serve anch'esso alla polemica elettorale. Giorgio Vecchietti

Luoghi citati: Borgo Maggiore, Italia, Rimini, Roma, Romagna, San Marino, Serravalle, Spagna