Tarchiani prospetta ad Acheson la questione delle nostre Colonie

Tarchiani prospetta ad Acheson la questione delle nostre Colonie Tarchiani prospetta ad Acheson la questione delle nostre Colonie Si è discusso anche dell'adesione italiana al Patio atlantico (Dal nostro corrispondente) Washington, 17 febbraio. Il primo colloquio fra Dean Acheson e Alberto Tarchiani è stato improntato alla massima cordialità. Questa volta non si tratta della consueta formula di protocollo. Dean Acheson è sempre stato un sincero amico dell'Italia e un caldo fautore dell'amicizia americana per il Governo e il popolo italiano. Profondo conoscitore dei problemi italiani, che ebbe modo di studiare allorchè partecipò all'elaborazione dei piani per l'U.N.R.R.A. e per l'E.R.P., Acheson ha oggi discusso con Tarchiani i problemi riguardanti l'Italia, per la prima volta da quando ha assunto la successione di Marshall. Tra l'altro i due diplomatici hanno trattato — a quanto affermano le fonti meglio informate — la questione della amministrazione fiduciaria delle ex-colonie italiane. H problema è sempre rimasto in primo piano, ma la sua importanza è ancor maggiore con l'approssimarsi della riunione dell'assemblea delle N.U. che ad aprile esaminerà il vessato argomento. Secondo le stesse fonti, Acheson e Tarchiani hanno discusso anche dell'eventuale adesione italiana al Patto Atlantico. Posizione vitale La posizione strategica dell'Italia, di vitale importanza per uno scacchiere come quello mediterraneo, è essenziale per il sistema difensivo dell'Atlantico settentrionale ed è considerata con sempre più grande attenzione in questi ambienti diplomatici e militari. Da qualche tempo gli osservatori guardano anche più ad oriente, precisamente alla Turchia, e circolano voci di un possibile «Patto mediterraneo» ad integrazione e sulle linee di quello nord-atlantico. A queste voci ha risposto oggi v ambasciatore turco a Washington Feridun Erkin, smentendo che negoziati del genere siano in corso, ma attenuando la smentita con l'osservare che « notizie del genere e negoziati quali quelli accennati, sono prematuri ». E' chiaro che nella particolare fase in cui i negoziati per il Patto atlantico si trovano, i diplomatici si mantengono assai riservati. Ciò è giustificabile data la facilità con cui in questi ultimi tempi la stampa internazionale ha tratto conclusioni e deduzioni dalle indiscrezioni di funzionari e di uomini politici, insegni per tutti il caso Connally. Anche Tarchiani è stato og gi molto reticente allorchè i giornalisti lo hanno interrogato sul suo colloquio con Acne' eon. « La conversazione è stata cordiale — ha detto — ed abbiamo discusso i problemi concernenti i due paesi ». E richiesto se si fosse discusso il Patto atlantico: « Questo riguarda Il Senato americano» — ha detto l'ambasciatore italiano, Secondo le informazioni da noi raccolte risulterebbe intanto che il Dipartimento di Stato ha modificato il proprio §unto di vista circa gli aiuti i armi ai Paesi europei: Sino ad ora, come è noto, Washington aveva sostenuto ripetutamente che « conditio sine qua ntrsfsnsdsageatsfnPSaetutgcrUcps• III1IIMII1II llllli:il!l!iieillllllllf Hill non » per la fornitura di materiale bellico ad un Paese sarebbe stata l'adesione del Paese in questione al sistema di* fensivo nord-atlantico. Ora invece gli Stati Uniti sembrano aver mutato opinione, ed alla radice di questa svolta sarebbe il desiderio dell'amministraziofte di tener separati, per la presentazione al Congresso, i disegni di legge relativi al Patto atlantico e rispettivamente agli aiuti di armi. Gli aiuti in armi La nuova teoria del Dipartimento di Stato, secondò f nostri informatori, prevede la fornitura d'armi a Paesi amici non aderenti formalmente al Patto atlantico, cosi come la Svezia si è dichiarata disposta a cedere armi alla Danimarca e alla Norvegia indipendentemente dalla conclusione di un Patto scandinavo tripartito. Si potrebbe persino giungere alla stipulazione di accordi bilaterali per la fornitura di armi da parte degli Stati Uniti, secondo le linee dei documenti del Piano Marshall per gli aiuti economici. Questa idea comunque non si « cristallizzerebbe » se non doo esaurienti consultazioni con Dipartimento di Stato. In tutti i casi, il disegno di legge per gli aiuti in armi contemplerà soltanto una cifra globale, tuttavia, si elaborerà per ogni paese destinatario una distinta ben definita dei materiali dà inviare. Gli esperti americani stanno intanto studiando le necessità dei singoli paesi. Tutto questo'— si osserva a Washington — dovrebbe dimostrare ampiamente ai dubbiosi una lampante verità: che cioè gli Stati Uniti sono disposti a svolgere parte vitale ed essenziale nel patto Atlantico, e saranno pronti, a parte le inevitabili sottigliezze che la tecnica del trattati Impone dal punto di vista costituzionale, a mantener fede al cento per cento agli Impegni che verranno solennemente assunti. Di ciò fa fede anche la dichiarazione odierna di Truman che ha riaffermato la sua fiducia nel progettato patto di sicurezza nord atlantico ed ha detto di continuare ad essere della stessa opinione in merito al patto enunciata nel suo discorso inaugurale del 20 gennaio. Edoardo Depuri

Persone citate: Acheson, Alberto Tarchiani, Connally, Dean Acheson, Edoardo Depuri