L'arresto dei due earabinierì

L'arresto dei due earabinierì FALSE TESTIMONIANZE AL PROCESSO DELLE "SEGNOMNE,, L'arresto dei due carabinieri I militi saranno giudicati per direttissima dalla stessa Corte (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 16 febbraio. Oggi ad processo contro 1 moralizzatori livornesi delle «aegnorine» udienza movimentata eie si è conclusa con l'arresto di quei due carabinieri di cui ei è parlato In questi giorni e il loro rinvio a giudizio per direttissima sotto l'imputazione di falsa testimonianza Il presidente ha Catto chiamare Attilio De Topol ricordandogli le suo contraddizioni in conin>nto di quanto ha dichiarato la parte lesa Beatrice Maggi. Lo ammonisce perciò a dire la verità con franchezza ed esclama: <Insomma, come'vi siete presentati alla signora? ». — In funzione di carabinieri e abbiamo chiesto alia signora Mag. ; gi come ai evolse il fatto, in quanto l'imputato Dalla da noi piantonato all'ospedale notte e giorno si proclamava pietosamente innocente. Presidente — Ma voi le mostra sto un estratto dell'istruttoria ohe era ancora segreta, cioè la richiesta del procuratore generale di rinvio a giudizio degli odierni imputati. — Non mostrammo nulla. — La- signora afferma di el. Comunque aveva poi riferito al Dalla l'esito del colloquio? Il teste risponde di no e H presidente allora gli osserva: — Vi fece compassione e non gli diceste niente del vostro passo in casa Maggi! Non vi aveva mandato lui? No, vi andammo di nostra volontà, per compassione. 11 teste è fatto ritirare-, e ora ut presenta la «ignora Maggi. Indossa una bella pellìccia di volpi bionde, intonata alla sua folta capigliatura ondulata. E' manifesta una bella differenza di grazia e di eleganza fra questa parte lesa e le altre che sono sfilate nei giorni storsi. Quella sera a Livorno andarono in aria non soltanto gli etracci! Giti negli interrogatori resi al giudice istruttore la Maggi aveva dichiarato: «Vennero a casa mia due carabinieri, o meglio due vestii da carabinieri. Mi dissero che erano mandati dalla famiglia Lalla e mi mostrarono un estratto dell'istruttoria in cui erano contenute le conclusioni del prò ouratore generale». La signora ora conferma queste sue dichiarazioni e aggiunge di ricordare benissimo un foglio Boritto a macchina, come tutti gli altri, che conteneva la lista dei nomi delle parti lese e in fondo essa vide anche 11 suo. Il presidente richiama il De To poi, gli ripete quanto ha dithia rato la signora e gli domanda: negate con giuramento che presentaste alla signora dei fogli dattiloscritti? E' sempre presente al confronto la Maggi; ma il milite bolzanino, più fermo che mai risponde; Neoo. li presidente chiede ora alla Maggi ee ebbe l'Impressione che i due carabinieri fossero andati da lei mandati ed essa risponde: Pre lisamente. Ma il De Topol ribatte che andarono Invece di propria iniziati va perchè impressionati dalle proteste di innocenza del Dalla. Viene interrogato l'altro carabiniere, il Giovanni Assenza, nato a Massa Carrara, ma già residente a Palermo. Egli ripete quante ha già detto il suo compagno, nè valgono le esortazioni del presidente a smuoverlo, l'atta richiamare ancora la Maggi questa ripete la sua nota versione: Entrambi si presentarono a lei con un estratto del processo. E rivolta al teste esclama: — Il documento me l'avete proprio fatto vedere. — L'altro si limita a rispondere: — Con quale faccia lo dice! Tutti e tre i testi sono nuova mente fatti ritirare. La signora Maggi oggi appare più disinvolta e quindi più piacente che nelle precedenti udienze quando si presentò con gli occhi gonfi e rossi e pareva stentasse la parola. Il pubblico incuriosito la guarda da capo a piedi e fa i buoì apprezzamenti. Rientra in scena pure l'avvocato Pellegrini, suo patrono di fiducia, ohe l'ha aciompagnata sta mane da Livorno in pullman. Du rante il viaggio essa gli ripetè per filo e per segno quanto già aveva deposto-, cine che dopo la visita dei congiunti dell'imputato balla, essa ebbe a caea quella dei due carabinieri i quali sulle prime le destarono qualche sospetto sul loro essere. Si trovò infatti piuttosto impacciata, ma poi si riebbe quando le mostrarono un fascicolo di carte veline dattilografate che potè anche sfogliare. Stamane in pullman aveva detto al -ih1 avvocato anche il particolare dei nomi delle vittime che aveva letto in quei fogli. Il padre del Dal la più tardi disse all'avv. Pelle grini che i due carabinieri di piantone si era impensieriti delle condizioni del figliolo, tanto da offrirsi di parlare alla eignora. Si alza quindi tra un profondo silenzio il procuratore generale il quale afferma che i due militi furono ingannati dalle pretese sofferenze del Dalla, individuo pronto e astuto. Fu il Dalla ohe sospinge i due incauti tutori della legge verso un atto deplorevole di cu' entrambi dovranno rispondere disciplinarmente al loro comando, l'or ora l'oratore dell'accusa si preoccupa del reato di falsa testi mouianza in cui entrambi sono caduti, negando di avere presentato alla Maggi l'estratto della requisitoria del procuratore generale alla sezione istruttoria, circostanza questa di valore in quanto dimostra che il Dalla era stato messo in possesso, e chissà come, d'un documento delioato di una istruttoria non per anco chiù sa- e quel documento consegnò ai due piantoni perchè se ne valessero ai suoi scopi. Chiede peniò l'incriminazione del De Topol e dell'Assenza per falsa testimo nianza. Il presidente prima di ritirarsi con la Corte ha fatto un ultimo vano appello al due incriminati perchè dicessero tutta la verità. La Corte è stata ritirata in camera di consiglio per più di un'ora. Il presidente ha quindi letto una ordinanza di rinvio dei due testi per direttissima all'udienza della stessa Corte per domattina. Muta il e fermo > iu arresto e nomina d'ufficio a difensore dei due nuovi imputati l'avv. Marlin del foro di Firenze. Univi» l'udienza, infine, de) processo per i fatti di Livorno al pomeriggio per l'arringa del patrono di Darte oivtle. ERCOLE MOCQ

Luoghi citati: Firenze, Livorno, Massa, Palermo