La serrata caccia agli assassini di Milano

La serrata caccia agli assassini di Milano La serrata caccia agli assassini di Milano Smentita la cattura del " tenente Alvaro „ • Mitra rivelatori scoperti in un prato •- L'ing. Carboni rilasciato Milano, 16 febbraio. Dopo la cattura del Trlnoheri che, con il FinareU, assassinò in via Lomazzo il giovane ex-mutino Felice Ghisalberti, è ormai certa l'identificazione del terzo criminale, che abbattè, a colpi di rivoltella, sparati a bruciapelo, 11 dr. Leonardo Massaza sulla soglia di casa. Ohe costui sia il alcune- Natale Borano, Operaio alle officine OLAP, scomparso, da 15 giorni, dallo stabilimento senza un plausibile motivo, o che eia il misterioso « tenente Alvaro », sta di fatto che, entrambi, risultano essere appartenuti alla squadracela di Lambiate, detta la « volante rossa », e sono sicuramente identificati. Il tenente Alvaro, che abita a Milano in corso Garibaldi 111, è. il 24enne Giulio Paggio di Ferdinando, nativo di Saronno. I giornali della sera di oggi pubblicano, infatti, grandi foto grafie del delinquente. Se il terzo assassino sia invece il Boi-atto diranno le notizie ora attese dalle autorità, ohe assicurano imminente la cattura sia dell'uno sia dell'altro. Dopo la prima notizia dell'arresto avvenuto a Genova, e successivamente smentita, altre in. formazioni facevano ritenere che il Paggio fosse riuscito ad espatriare. Secondo la convinzione della polizia, assieme al Boratto egli si nasconde a Milano o nei dintorni. Come abbiamo dato notizia, oggi è stato rinvenuto il mitra del «tenente Alvaro» in un campo di via Supcrga. Sul calcio dell'arma è inciso: «Alvaro 1944 - Paggio Giulio». Dall'altra parte del calcio sono incise due iniziali P G. Su un altro mitra, 'pure rinvenuto a fianco dell'arma del Paggio è scritto: « M. B » e « Non si con.edono bis»; ma la M non risulta chiara, e fa pensare si tratti, invece, di una N mal fatta, il che porterebbe a stabilire, senza dubbio, che le iniziali corrispondono a quelle del Buratto. Un'ulteriore precisazione giunta stasera da fonte attendibile, dichiara che, attraverso l'esame delle due armi, i carabinieri non avrebbero più alcun dubbio sulla identificazione del terzo criminale nella persona di Natale Buratto Intanto, oggi si apprende anche come si giunse alla cattura del Trlnoheri, L'autorità prese te mosse da una lettera anonima pervenuta dopo il duplice delitto. La lettera dicei-a ohe « l'assassino poteva essere Marco, ohe ha lavorato in un'officina di galvanoplastica». Le indagini del capitano Mantarro, travestito da operalo, si evolsero, soprattutto, in alcuni empori di galvanoplastica della zona di Lambrate, dove ebbe notizia di un certo Egidio Trincheri, sopran nominato Marco che, agli archivi risultò poi come pregiudicato. Lo stesso nome, come si ricorderà, fu riferito dalle due prostitute che trascorsero con il Trincheri e il Finirò! la nott-- precedente il delitto nell'osteria di via Borromei 2. Al trattore era stata mostrata una carta di identità intestata a Trincherini, nome evidentemente contraffatto, domiciliato però, come il Trincheri, a Intra. Nessun dubbio più che si trattasse del famoso « Marco ». Gli venne, allora, spedita a Intra una lettera artatamente scritta male, con grafia grossolana, fabbricata in un ufficio della caserma di via Moscova e firmata con uno sgorbio qualsiasi. Diceva: «Sei stato scoperto. Fatti crescere i baffi », e gli fissava un convegno nella tabaccheria di via Moneta 6, dove i carabinieri si appostavano. Qui comparve, mercoledì scorso, l'assassino, con i baffetti appena segnati da una leggera peluria, ma resi più evidenti con un ritocco di sughero bruciato. Quando si vide circondato, «Marco» si rassegnò e al primo interrogatorio confessò. Ma la confessione non fu immediata. Si decise a parlare soltanto quando il capitano Manterrò gli disse che un innocente era stato arrestato e sarebbe stato condannato al suo posto. Trincheri ebbe allora uno scatto, urlando: « Non voglio. Se deve essere cor» dannato un innocente, dirò tutto: sono stato io a uccidere Felice Ghi. salberti ». Sono terminati questa sera, da parte col comandante della equa dra politica della questura, dott. Taddeo, gli interrogatorii dell'ing. Aldo Carboni, fermato, come si ricorderà, domenica a Firenze. L'ingegnere Carbons ha potuto produrre un alibi ineccepibile e, perciò, l'autorità ha ordinato che domani mattina venga rilasciato.

Luoghi citati: Firenze, Genova, Intra, Milano, Saronno