Coprifuoco a Pengpu di Virgilio Lilli

Coprifuoco a Pengpu Coprifuoco a Pengpu Arrivo alla Casa di Cristo attraverso una città terribilmente buia, quasi nera, tra un sinistro luccichio di baionette I "~w"una 'citta cinese moderl va, Pmsm. Suite carte di Dal nostro Inviato speciale) PENGPU, febbraio. Oh, il coprifuoco, il coprifuoco di Pengpul Potrò dimenticarlo? Ecrc un ricordo, delta vita, ecco un ricordino quel che ai dici maledetto. Io non dimenticherò il coprifuoco di Pengpu, quei fucili che sbucavano dallo stradine buie, quei soldatini più piccoli dei fucili, quei, salda ti così allarmati e allarmanti, gli ultimi soldati dt Ciang-KaiScek nella Cina del Nord. Anelili I cani A Pengpu il coprifuoco comincia alle sei di sera. Una ordinanza del generale IAu Sih parla chiaro. Dice: « Alle ore sei dopo la scomparsa del sol', dal cielo tutti gli abitanti di Pengpu dovranno ritirarasi nelle loro case o nelle case dei vicini o in qualsiasi altra oasa. Chi sarà sorpreso nelle strade di Pengpu, dalle ore sei dopo la scomparsa del sole dal cielo alle ore cinque del mattino, potrà essere facilmente fucilato. Anche i cani». Tale è più. o meno il testo dell'ordinanza del generale IAu Bih, tradottami dal signor Teh, mio interprete. Quand'egli me la tradusse io rimasi sorpreso, egli mi disse che le parole erano press'a poco queste, ohe non poteva tradurle alla lettera. Capii che era un'ordinanza rivolta a una popolazione di contadini e di cooUes. Ma i cani? Perchè fucilare i cani? Come possono i cani essere informati del coprifuoco? I/interprete .mi rispose che un proverbio cinese dice : < Quando vedi un cane aspetta il padrone*. Forse l'ordinanza, menzionando i cani, intendeva dare maggiore vigore all'ingiunzione. Non ci sono più soldati a Pengpu. Ci sono solo i soldati del coprifuoco, quelli che dopo le sei di sera vanno tastando le tenebre con la punta delle baionette per vedere se sotto quella punta capiti un braccio, una gamba o un petto. La truppa vera, quella che fa la guerra, se ne è andata. A Pengpu non c'è più neanche il Quartier Generale il quale ai è trasferito centocinquanta chilometri più a sud. E non c'è più neanche to stesso IAu Sih. Chi c'è a Pengpu? Cè U maggior-generale Wu Fo, portavoce del Quartier Cenerate, un omettino, sorridente, con le pantofole di velluto e i denti d'oro. Pengpu è a disposizione delle truppe comuniste, dei Pa-lu. Potrebbero entrare questa sera, potrebbero entrare domattina. Catturerebbero i soldati del coprifuoco, il generale Wu Fo e installerebbero il Governo Democratico Popolare Comunista Parificato (o qualcosa del genere). «Corrispondente straniero» Pengpu è buia, una città terribilmente buia, quasi nera. Quando piove, a Pengpu, bisogna girare con la lampadina tascabile anche di giorno. Si, si, tutto- è nero, sono neri i tetti delle case, neri i muri, nere le strade; E per tutto c'è un fango nero, alto trenta o quaranta centimetri, molle come mostarda. Quando si cammina 0 fango schizza fino ai denti, entra nella bocca, ha un sapore di terracotta, fresco e amaro. Anche i poroi sono neri a Pengpu, neri proprio come il legno del pianoforte, porci dall'aspetto un tantino selvatico, porci manciuriani o ohe so io. E anche i buoi; che paiono bufali o bisonti: neri. qualche anno fa il suo nome non è neanche registrato. Ha case di mattone, tetti di maiolica (.nera) e perfino un certo suo piano regolatore, inusitato in una città cinese d«l nord. Il fiume Huai le dà una certa vita, e una oerta vita le dà la ferrovia, la stessa che poi va su, a Pechino. Ora tutto 9 fermo, il fiume è sguarnito ài truppa (ohe ha ripiegato, è andata al sud; per cedere il posto ai comunisti; e i comunisti non. si sono fatti vivi), alla stazione arriva un solo treno al giorno, un treno che scarica gente affranta e morti soffocati. Io arrivai a Pengpu alle sette e mezzo di sera, in pieno coprifuooo. Avevo in tasca una lettera deU'lnformation Office di Nanchino, la quale ammoniva comandi c soldati a riconoscere in me un « Corrispondente t'tranie-ro », a rispettarmi come tale e, di più. a facilitarmi il compito. Ma a chi potevo mostrare quella lettera, a quell'ora, nelle tenebre, col coprifuoco? I soldati cinesi non sanno leggere; neanche i graduati, in genere, sanno leggere (io stesso non sapevo leggere la lettera dell'Information Office, poiché essa era scritta in cinese). Dissi all'interprete di stare all'erta e, al più piccolo segno di pericolo, di gridare le parole « Corrispondente straniero!*, in cinese. Uscimmo dalla stazione col fango al ginocchio, nel buio più denso, urtando nei corpi di centinaia di persone addormentate sotto la pioggia, le quali non rischiavano di abbandonare la stazione col coprifuoco. Pochi passi fuori della stazione vedemmo luccicare qualcosa all'altezza dei nostri visi. Erano baionette, arretrammo, io gridai in inglese: «Stop/». Il mio interprete taceva come paralizzato, io gli dissi: «.Dite qualcosa, perdio I Dite Corrispondente straniero! ». Egli non parlava, aveva perduto la favella. Io trassi di tasca la lettera cinese, glie la misi in pugno: « Mostratela! », gridai. In quel momento una lampadina tascabile illuminò il viso dell'interprete, egli era bianco, fece un inchino, mise la lettera nel raggio di luce. Quella era una pattuglia per bene, c'era un ufficiale, lesse la lettera, disse qualcosa agl'interprete che proseguì. CI trovammo nel buio, nell'acqua ora, polche la strada era allagata, senza sapere dove andare. Pregai l'intèrprete di darsi un contegno, gli dissi di tornare da quell'ufficiale, di chiedergli di accompagnarci al chiuso, dovunque. Mi rispose che non si poteva, che quei soldati erano già tutti Pa-lu, tutti comunisti, anche se avevano ancora il sole del Quomintang sul berretto. i gesuiti italiani Cosi andammo nel buio per qualche centinaio di metri. Ed ecco di nuovo le baionette a pochi centimetri dal naso, ecco di nuovo la scena muta dell'interprete il quale si decise a mormorare Corrispondente straniero solo quando un bottone del suo paletò saltò via per il colpo d'una di quelle baionette. Ora è inutile io racconti per disteso questa sgradevole avventura. Questa sgradevole avventura serve solo a illustrare la vfta d'una città cinese dei nòrd in attesa dell'ingresso delle truppe comuniste. Il fatto è che a ogni dieci metri le baionette erano a pochi oentimetri dalle nostre guande (o petti) e ch'io cercavo di dire Corrispondente straniero in cinese, ma la mia pronuncia doveva essere tale da complicare vieppiù la situazione. Alle undici eravamo ancora sperduti nel fango di Pengpu, e si cominciavano a sentire echeggiare colpi di fucile. Fu allora ch'io ebbi una idea veramente cristiana, un'idea, dico, venutami certo direttamente da Cristo. Dissi all'interprete: «Alle prime baionette, domandate dov'è la chiesa cattolica, ci deve essere una chiPsa cattolica*. Idd'o ci assistette, i snidati delle baionette sapevano tutti dove era la chiesa cattolica, non lontano, a pochi passi, nel buio e nel fango. Si, noi camminammo, e nel buio, forzar do lo sguardo, io inir avvidi qualcosa di veramente ineffabile (una cosa assolutamente indicibile, in quel memento, dico). Intravvidi una voce, su un cancello di lamiera, una croce di ferro anch'essa, una vera croce cristiana. Allora bussai a quel cancello col pugno, e poi con le scarpe, a calci. E venne un omino cinese, qualcosa come un chierico o che. E io gli chiesi In inglese se in quella chiesa ci fosse qualche prete cattolico, qualche missionario. Ed egli rispose «Sì», rispose, dico, «.SI», letteralmente, in italiano. E io mi senti* venire un groppo alla gola, e oridai: «Di che nazionalità è questo prete, in nome di Dio?», in italiano. E' l'omino disse in un suo italiano cvnesizzato: « Qui abitano missionari italiani gesuiti di Pengpu ». Cinque minuti più tardi sedevamo nel refettorio della Casa missionaria gesuita di Pengpu. E il Vescovo (Monsignor Cassini) mi parlava, mi diceva parole che suonavano al mio orecchio oara musica, le parole di casa nostra. Vive, in questa casa missionaria, un corrispondente americano, il signor Topping, deit'Assoclated Press. Aspetta i comunisti per scrivere una buona « storia ». Mi disse: «Quand'ho- sentito quei calci contro il cancello, ho creduto foste un Commissario politico dell'Armata Rossa*. Io lo ascoltavo in silenzio. Mangiavo, maledicevo il coprifuoco di Pengpu. E benedicevo Cristo. Virgilio Lilli

Persone citate: Cassini, Ciang, , Iau Bih, Iau Sih, Topping, Vescovo, Wu Fo

Luoghi citati: Cina, Nanchino, Pechino, Pengpu