I comunisti e lo sciopero dei "comunali,, di Vittorio Gorresio

I comunisti e lo sciopero dei "comunali,, I comunisti e lo sciopero dei "comunali,, 1 sindacati liberi disapprovano l'agitazione - Incidenti ad un comizio all'Esquilino - Polemica di Di Vittorio con le gerarchie ecclesiastiche Roma, 15 febbraio. E' cominciato oggi lo sciopero dei dipendenti comunali di tutta Italia, fatta eccezione, per il momento, degli addetti ai servizi igienici e alla polizia mortuaria. Da domani, poi, l'agitazione si estenderà anche ai « capitolini ». Lo sciopero, a tempo indeterminato, potrà estendersi anche ad altre categorie qualora non si ottenesse soddisfazione nelle richieste; è indetto dalla CGIL senza la partecipazione della Confederazione libera. Gli esponenti di questa hanno dichiarato anzi 1 che Io disapprovano nettamente ed hanno rivolto l'invito alle autorità di prendere in esame le rivendicazioni legittime degli affiliati. Questi sarebbe ro, secondo informazioni che forse sono alquanto approssimative, il 60 per cento dell'in 1 tera categoria, , nn||fl lotta ln Pieno nella lotra La CGIL ad ogni modo, ; rispondenza alle proprie diret- ! Uve più attivistiche, si è lan ciata in pieno nella lotta, e un .comìzio indetto questa sera ai- in l'Esquilino ha provocato i primi incìdenti; la c Celere » è difatti intervenuta per scioglierlo, dato che la manifestazione non era stata autorizzata; si è avuto un principio di tafferuglio e il segretario della Camera del Lavoro sen. Massini ba parlamentato -on i commissari di polizia e si è venuti a un compromesso: il comizio si poteva tenere, ma non in piazza Esqullino, bensì in luogo adiacente, presso il mercato dei fiori. E il comizio si è !svolto e sono stati emanati gli i ordini per la battaglia che co!mir.cia domani, Non è il caso di sntrare nel edi er ai ia ahe a rà tese è la denti antato ame be he sin a a et- nun ai- merito delle rivendicazioni per discutere se esse sono più o meno legittime; basta infatti osservare al riguardo che tutte le organizzazioni sindacali se ne fanno assertrici, il che riduce al minimo ogni dubbio sulla loro equità; nessuno, d'altra parte, ha mai considerato come liete le condizioni del dipendenti dello Stato. Ma, come al solito, la decisione dello sciopero viene presa all'insegna della lotta da condurre contro il governo borghese, contro Io Stato stesso, in quanto Stato borghese, e si scende in battaglia con parole d'ordine chiaramente politiche, anzi, per essere precisi, secondo la consegna di un partito. Non a caso difatti le più ampie agitazioni fino ad ora registrate sono dirette contro le gestioni riservate allo Stato o agli enti pubblici per loro intrinseca natura, come i servizi di utilità pubblica, e contro altre gestio- in mi nelle quali lo Stato sia in- ridierne si feCani muti zio in uoca è gli conel tervenuto in questa o in quella forma; cioè, per essere chiari, contro le industrie a più larga partecipazione statale. Tale programma, del quale è facile vedere giorno per giorno le successive tappe di applicazione, fu enunciato mesi addietro in un articolo di Secchia, pubblicato dal bollettino del Cominform. e quindi riprodotto sull'Unità: in sostanza vi si diceva che è compito del partito comunista far comprendere la stretta connessione esistente fra lo Stato e i padroni. Sono espressioni e formule non nuove nella storia delle lotte sindacali: ma appaiono un po' vecchie, anacronistiche, assurde, e, se avevano un senso ai principi] del secolo, sono venute perdendolo nel corso dell'ulteriore evoluzione verbo le forme del suffragio universale, cioè delle rappresentanze liberamente elette dai cittadini di ogni classe, i quali tutti quindi non possono non riconoscersi nello Stato, riconoscendolo espressione della volontà nazionale. Un errore clamoroso Perciò la lotta di principio dei cittadini contro lo Stato in un regime democratico parlamentare non trova fondamento in un diritto sindacale, non è giustificata dal diritto di sciopero riconosciuto solennemente dalla Costituzione; è qualche cosa di profondamente diverso che si allaccia a programmi rivoluzionari anziché a rivendicazioni salariali nonostante Di Vittorio, per esempio, ancora oggi tenti su l'Unità di affermare in contrario che la CGIL, « fedele al principio che il sindacato è l'or gano unitario di tutti i lavo- jlatun. al di sopra di ogni opi- nione politica e fede religiosa non defletterà dalla sua linea». E ancora: «La CGIL ha fatto, fa e farà sempre una sola cosa: essa opera e quando occorre lotta per difendere e migliorare le condizioni di vita di tutti i lavoratori italiani; si batte per difendere il lavoro degli operai, dei tecnici, degli impiegati, dei braccianti, dei mezzadri e di tutta la gente onesta che vive del proprio lavoro » ecc. Come si concilino queste nobili e leali affermazioni con la consegna di Secchia di trasformare in politico ogni motivo di agitazione di carattere economico non si riesce a vedere chiaramente, ma Di Vittorio ,passa all'offensiva battendosij w, ii. • abilmente sul terreno polemi-Z£ -P1;~"-e ° ^Unt° daIla -n°-tificazione degl arcivescovi evescova emiliani sul a posizionedei cattolici di fronte ai sinda-cali e li accusa di entrare « uf- flcialmente in lizza nella lottaaperta per la scissione sindaca-le voluta dalle classi padronali e dai capi democratici cristiani ». In tal modo, dichiara Di Vittorio, « le alte gerarchie ecclesiastiche si schierano apertamente ormai in sostegno dei padroni, dei privilegiati, dei ricchi, e contro gli interessi e le esigenze di vita e di progresso del popolo lavoratore ». Sarebbe lungo il discorso da fare circa l'intervento compiuto dalla Chiesa sul tema dell'unità sindacale, e qui basti jsi ricorda anche che pochi gioì ricordare il discorso del Papa il 29 giugno scorso ai rappre-sentanti delle ACLI convenuti in Vaticano, quando paro dei«sacrifici» che erano stati fat-ti per consentire tale unita. Ej ni dopo si iniziò l'attività delle Acli e la scissione alla quale le agitazioni seguite all'attentato contro Toglatti fornirono la causa occasionale appariscente. Problemi come quello delle condizioni alle quali i cattolici possono convivere con i marxisti nei sindacati non sì possono evidentemente risolvere in breve; sono questioni infatti di non minore gravità di quella cui si è già accennato a proposito di Secchia e della lotta che i lavoratori dovrebbero con-durre contro lo Stato in quan-lo tale. E perciò, concludendo,-sarà opportuno riferirsi al caso recentissimo di un clamoroso errore della C.G.I.L.: lo sciopero di Parma per protestare contro l'arresto di Gorreri. Vittorio Gorresio

Persone citate: Di Vittorio, Esquilino, Gorreri, Massini, Secchia

Luoghi citati: Italia, Parma, Roma