Depone il gen. Rudenko

Depone il gen. Rudenko COMBATTUTA UDIENZA AL PROCESSO DI PARIGI Depone il gen. Rudenko Il presidente costretto a sospendere l'udienza - L'alto ufficiale soyietico attaccato all'uscita dall'aula da un esule ucraino - Violento scambio di insulti (Dal nostro corrispondente) Parigi, 15 febbraio. L'attacco contro Kravcenko è culminato oggi con la deposizione del generale Rudenko, già capo della Missione sovietica per gli acquisti negli Stati Uniti. Si presenta in uniforme, giacca cachi, pantaloni blu con banda azzurra, spalline d'oro, tre file di nastrini sul 'petto, il berretto in capo. Simette sull'attenti davanti alTribunale, saluta, si toglie Uberretto. Al suo fianco, allasbarra, sta un altro ufficialeAun maggiore, e si tiene anchelui fermo, impettito, davanti altribunale. Un pezzo grosso dell'esercito — / testimoni sono duet — chiede con una punta di ironia il Presiti* ni*,. No, l'altro è soltanto un ufficiale di ordinanza che viene invitato a sedere dietro il Generale. Questi è un uomo di una quarantina d'anni, giallo in faccia, dall'espressione energica, di media statura. I capelli bruni sono tagliati cortissimi, alla tedesca. Anche l'ufficiale di ordinanza ha i capelli tagliati con il rasoio fin sotto alla nuca Un avvocato della difesa presenta il testimone: Generale di divisione dell'Arma del genio già vice ministro, già deputato al Soviet supremo, due volte de-i 1111111111111111111 iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii o oo, earu e ul carato dell'ordine di Lenin per la difesa di Mosca e Stalingrado; dal novembre '43 al '46 presidente della commissione sovietica per gli acquisti negli Stati Uniti, poi membro del consiglio alleato di controllo a Berlino. E' un tjrande personaggio, insomma, prossimo alle supreme gerarchie. L'avvocato comunista si esalta e dice: « E' sarebbero Si|<*™en'"J? 9ueìl° ohe sare al\dtvfntat\t generali della Unzione francese se la rivolna\zlone avesse seaMt0 xl S1t0 eA00™0 e] Teste — Signor presidente, al\vorrei dvre la mia opinione coo — a fne eaa, eoerti a edi o me generale sovietico. Kravcenko è un traditore, un criminale di guerra e un delinquente comune. E' passibile di giudizio davanti a un tribunale militare sovietico come disertore; considerò ouiua ù;i fatto senza precedenti che un uomo limile si presenti non sul banco degli imputati, ma su quello della parte civile. Il generale Rudenko passa a riferire l'organizzazione della missione sovietica, dilungando si in molti particolari di scarso interesse, Teste — La direzione della missione per gli acquisti era tenuta da me. Ero assistito da tre sostituti e da quattro o cinque altri collaboratori diretti. Un giorno, al principio del '44, to nel mese di febbraio, il capo se e-\zione Romano]! mi riferì che iiiihiiiiiiiiiiiiiiihiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii 1 il suo dipendente, l'ingegnere verificatore del nuiteriale, Kravcenko, non adempiva con coscienza ai suoi doveri, e arrivava ubriaco in ufficio. .Kravcenko — Lei mente. Teste (un sorriso ironico e freddo gli passa sulle labbra) Mi decisi a far rimpatriare Kravcenko. Incaricai l'ing. Romanoff di comunicare la mia. decisione all'interessato. Romanoff ritenne che Kravcenko dovesse restare ancora qualche tempo per determinare le pratiche in corso. Credevo che l'ordine fosse in via di esecuzione quando il 3 aprite appresi che l'ingegnere militare di ter\o grado Kravcenko aveva mancato al suo giuramento di ufficiale. Kravcenko — E' ridicolo. Teste — Stiamo lavorando a imprese pacifiche... Kravcenko — Intanto avete annesso tutta l'Europa orientale. (Il pubblico scoppia a ridere). Teste — Si pud continuare? Una voce nell'aula — A prendere l'Europa? Teste — L'Unione sovietica ha impegnato una lotta pacifica per riformare la natura, per fare oasi dove è deserto... Kravcenko — Prima date la libertà agli uomini, poi fate le oasi (risa). Teste — Signor Presidente, vorrei poter deporre senza essere interrotto. Presidente — Se il pubblico continuerà a mostrarsi scortese, farò sgomberare la sala. Il testimone, che parlando ondeggia un po' sulle gambe, passa a narrare la carriera militare di Kravcenko: afferma che il fuoruscito sia al momento del servizio di leva sia durante la guerra non voleva stare alle armi e trovava modo di non fare il suo dovere con vari pretesti; ma riconosce che Kravcenko era ingegnere capo di un trust. Subito dopo lo accusa di aver rubato. (E' .la storia della condanna per irregolarità amministi ative cassata prima dello, destinazione di Kravcenko in America). Kravcenko — Povero idiota mentitore. (Qualche sua frase sfugge nella confusione). Teste — Signor Presidente, vorrei poter deporre-senz* essere insultato. La parte civile mi ha chiamato perfino coni glio della dittatura. So guardar to la morte in faccia. Non ho paura. Presidente — Non ne dubitiamo. Kravcenko — Se lei è un eroe continui. Teste — Chiedo di essere prò tetto dagli -insulti. Rispondendo alle domande della difesa, Rudenko dice che Kravcenko era ufficiale della riserva e poteva essere richiamato ad ogni momento. Teste — E' impossibile che Kravcenko abbia ricoperto cariche cosi importanti come dice lui al Sovnarkom russo (il consiglio dei commissari del popolo). Io non l'ho mai incontrato nè conosciuto di nome. L'avv. Izard legge e consegna al tribunale una lettera della ambasciata americana dalla quale risulta che la missione sovietica nell'indicare al Dipartimento di Stato le cariche ricoperte da Kravcenko ha scritto tra l'altro : « Ingegnere, Consiglio dei commissari del popolo, Repubblica russa». La discussione diventa lunga intricata e inconcludente, tutti rimanendo sulle loro posizioni. Di qiumdo in quando il generale si riposa su una sedia: comodità riservata finora soltanto alla signora Gorlova. Insiste nel dire che se Kravcenko avesse aiuto cariche tanto importanti a Mosca lo avrebbe conosciuto. Kravcenko (guardandolo direttamente) — E quelli che sono nei campi di concentramento li conosce? (Rudenko non risponde). Lei sta fabbricando uno spettacolo d'accordo con gli avvocati della difesa. « Si fece pulizia in tempo » Aw. Izard — Che pensa il teste dell'epurazione? Teste — Non voglio uscire dal tema del processo. Kravcenko — Ma è uno degli argomenti fondamentali del mio libro. Teste — Si fece pulizia tempo. L'avv. Izard prende in contraddizione Rudenko con Romanoff. Romanoff ha detto che Kravcenko aveva ricevuto un richiamo disciplinare e non che gli era stato dato l'ordine di rimpatrio, ma adesso il grosso ingegnere, ch'amato a confronto, sostiene che ftrdinm i\ rimpatrio c'era come ha deposto il generale: solamente non eia un ordine scritto. Avv. Izard — Lei è un generale di carriera? Le chiedo questo perchè se non lo fosse la considererei un nomo politico e vorrei porle alcune domande. Teste —(dopo una- certa esita-zionc): Sono lusingato di tanto interesse. Sono un militare <H carriera. Avv. Izard — Le farò allora una sola domanda. Che cosa succederebbe a un russo se scrivesse nell'U.R.S.S. quello che ha scritto Kravcenko? Teste — A nessun russo verrebbe nemmeno in mente di scrivere cose sim-iZi. Presidente — (a Kravcenko che si alza per fare una dichiarazione) : Le raccomando di non pronunciare più parole ingiuriose. Kravcenko — Ma a me dicono continuamente che sono un traditore. Presidente — E' una delle questioni fondamentali del processo. Kravcenko — Rudenlto ai presenta come testimone della difesa e non come generale; non deve avere privilegi. Presidente — Ma anche come testimone lo dovete rispettare. Kravcenko — Io quindi dovrei trattarlo come una bambola. Kravcenko pone poi una domanda al generale che rifiuta di rispondergli direttamente, ma finisce per farlo attraverso l'avvocato della difesa. Kravcenko — Rudenko è un generale politico di partito, non ai sa quale acuoia militare abbia fatto. Che sia venuto qui in uniforme è una mascherata, è una speculazione • una provocazione. Avv. Nordman — Protesto contro il linguaggio di Kravcenko. Bisogna levarsi il cappello davanti all'esercito russo e ai suoi comandanti. Kravcenk'j — (-indicando Rudenko): Questi sono criminali polit'v.i e delinquenti comuni. Avv. Nordman — Lei deve tnteruenire, signor Presidente. Presidente — (con energia): No. Krwvctvko ripete le stesse parole che sono siate dette dall'altra parte della sbarra. Rudenko — (st alza pe» tornare alla abarra, la sua taciti* gialla si è irrigidita): Chiedo il permesso al tribunale di ritirarmi, qualora la mia presenza non sia considerata indispensabile. Presidente — Se vuole ritirarsi, faccia come crede. Gli avvocati si alzano a protestare: i quattro comunisti contro Kravcenko, Izard in difesa del suo cliente. Agitano la toga nera come ali di pipistrello. Nel frattempo Rudenko esce seguito dal suo ufficiale, dopo avere rivolto un leggero inchino di saluto ai tribunale. Anche la signora Gorlova e gli altri testimoni sovietici seduti nel primo banco degli invitati escono contegnoai e adegnati. Si saprà poi che fuori, nell'androne, un russo bianco del pubblico si è avvicinato minaccioso al grwppo dei testi sovietici ed è stato arrestato dalle guardie. I comunisti affermano che si chiama Boris Kravcenko ed è conterraneo dell'autore di « Ho scelto la libertà»: cercano di giocare sull'omonimia.. Tumulto in aula .Ritiratosi il generate, il fi*multo degli avvocati continua. E' impossibile raccapezzarsi in tanta concisione. Si sente l'avv. Izard che grida: «I! generale ha paura della verità» e Wurmser, uno degli accusati, risponde: « Pensate che un eroe di Stalingrado è costretto a ritirarsi davanti a un traditore ». Dopo un paio di minuti di tumulto il presidente, irritato, sospende l'udienza. Gli altri quattro testimoni della difesa depongono in un ambiente più tranquillo, ma senza portare elementi notevoli. Si comincia con Albert Bayet notissimo giornalista e storico francese, presidente della Federazione nazionale della stampa. Pur non essendo comunista, è amico di Wurmser e Morgan e li difende. Disapprova e critica aspramente «Ho scelto la libertà». Il giudizio di «Lettres Frangaises» è da lui considerato esatto. Kravcenko non ha scritto il suo libro come d'Artagnan e la Pompadour non scrissero le loro memorie. Bayet è colto in contraddizione dalla parte civile che cita i suoi giudizi anticomunisti del '39-40 e le sue invettive contro il disertóre Thorez: deve riconoscere di avere cambiato d'opinione. Viene poi il giornalista Herman che ripete presso a poco le stesse cose. Ricorda che un giornalista del gruppo Hearst scrisse prima della guerra certe memorie di un preteso agente di Stalin: sarebbe proprio lui, secondo Lettres Franqaise, uno dei collaboratori alla compilazione di «.Ho scelto la libertà ». ATc l'avv. Izard legge una smentita. Sempre nella stessa linea depone il letterato Potzner, di origine russa. L'ultimo testimone è il prof. Bruhat, comunista, specializzato in storia sovietica. La sua deposizione ha lo scopo di giustificare le violenze rivoluzionarie russe paragonandole a quelle dei giacobini. Anche nel '93 esistevano epurazioni ispirate alle stesse regole di quelle sovietiche. Ma ormai siamo lontani dall'interesse sollevato con la deposizione di Rudenko. Questa deposizione non ha portato nessun elemento nuovo, ma ha fatto raggiungere ai processo la sua fase più drammatica e violenta. Ora, a meno che non avvengano colpi di scena, ci si dovrebbe avviare ad una conclusione. Domenico Bartali La deposizione del generalo sovietico (Telefoto),