Sforza propone a Parigi che l'OECE diventi permanente

Sforza propone a Parigi che l'OECE diventi permanente Sforza propone a Parigi che l'OECE diventi permanente La proposta appoggiata da Schuman sarà sottoposta al Consiglio plenario -1 timori dei piccoli stati - Pensare al 1952 quando gli aiuti americani dovrebbero cessare (Dal nostro inviato speciale) Parisi. 15 febbraio. H treno che r°.cava il ministro Sforza aveva appena lasciato la stazione di Roma, ieri mattina, quando il Ministro si accorse di avere lasciato a casa il passaporto. Tutto preso dai suoi piani di Unione europea e di Consiglio d'Europa, U subcosciente gli ha giuocato un brutto tiro (che poi il Ministro ha definito « augurale, di buon auspicio ») facendogli dimenticare che nell'Europa di oggi esistono ancora tutti quegli impacci al passaggio delle frontiere, riscontro dei passaporti, dichiarazioni valutarie, ecc. che erano ignote nell'Europa prima del 1914 e saranno, si spera, Inutili domani se gli sforzi dei valentuomini che lavorano per gli stati uniti d'Europa saranno coronati da successo. Un passaporto di fortuna Un telegramma lampo al questore di Milano partiva dal la prima stazione perchè portassa alla carrozza-salone del Ministro, in transito per quella città, un passaporto di fortuna; non un passaporto diplomatico, si capisce, uno di quelli per noi poveri, diavoli, con quell'avvilita copertina verde. La cosa fu possibile fino a un certo punto; si è messo insieme un documento che mancava della fotografia, dei connotati, e di altre minuzie; se i funzionari francesi di frontiera avessero voluto fare 1 pignoli forse il conte Sforza non sarebbe arrivato stamane a Parigi, non avrebbe fatto in tempo a partecipare alla prima riunione del comitato dei nove dell'OECE tenutasi oggi nel pomeriggio alla sede dell'OECE stessa, un palazzo sul Quai d'Orsay che ha un piacevole nome, la Casa dei Tabacchi, Hotel des Tabacs (e quasi allusivo in francese, ove nel gergo della polizia «pas sée au tabac » significa sottoporre i presunti colpevoli a violenze non solo morali per farli confessare). OECE è uno dei neologismi del dopoguerra, una di quelle sigle che entreranno nell'uso corrente se sarà accolta la prò posta Sforza di farne un organo permanente, e se la stampa e l'opinione pubblica gli faranno intorno quel chiasso quel «tambureggiamento», per usare la parola di Sforza, di cui avrebbe molto bisogno '< L'OECE finora ha lavorato troppo silenziosamente », ha dttto- uno del comitato dei nove nella seduta di oggi. La sigla OECE dunque significa Organizzazione di Cooperazio ne Economica Europea; cioè in lingua povera è una commissione composta di 19 delegazioni, una per ciascuno dei diciannove paesi beneficiami degli aiuti americani previsti dal plano Marshall. Il suo compito è quello di conciliare fra loro i piani annuali e quadrien nali che ognuno dei diciannove paesi ha fatto per la sua rico Btruzione economica; e bisogna dire che per quanto impegno e buona volontà vi abbia no messo le diciannove delegazioni (quella italiana è presieduta dall'oli. Campilli) < questa buona volontà sia stata riconosciuta dall' America che il mese scorso nella riunlo ne di Washington ha deciso dft continuare a dare i quattri ni, le cose non sono andate molto avanti. Tanto che si è pensato di creare nel seno dell'OECE (che già possiede un comitato ristretto detto dei v nove », composto dei ministri degli esteri, o di loro delegati, di Francia, Italia, Gran Bretagna, Irlanda, Svezia, Turchia, Svizzera, sotto la presidenza del belga Spaak, e un comitato esecutivo composto dei capi delle delegazioni dei paesi suddetti meno l'Irlanda e il Belgio) di creare, dicevo, un nuovo organo capace di affrettare i lavori dell'OECE e di rafforzarne l'autorità davanti ai singoli membri di essa. Un nuovo organo Per quanto la riunione attuale del consiglio dell'OECE sia una delle ordinarie, la particolarità di essa, e la ragione della curiosità con cui è seguita da osservatori della stampa e della politica, è appunto questa: che all'ordine del giorno della riunione sta questa urgente ricerca del modo di rafforzare l'autorità e di accelerare i lavori dell'Or ganizzazione, e la proposta di creare a questo scopo un nuovo organo. C'erano a questo proposito due correnti. Il belga Spaak aveva proposto la creazione di un comitato detto di direzione o di guida (Steering committee) composto di cinque ministri degli Esteri delle potenze maggiori — l'Italia vi sarebbe stata rappresentata una specie di ufficio politico in grado di dare le direttive di politica economica a tutti i diciannove Stati. La proposta, appena conosciuta, suscitò un certo scom piglio fra i delegati delle nazioni minori, dei « piccoli » per cosi dire; hanno avuto paura del rischio di vedersi impone una certa condotta economica dalle maggiori po tenze che hanno una più gran¬ de capacità di produzione e interessi diversi (hanno avuto paura, insomma, di essere fat. ti passées au tabac per ammissioni o concessioni contrarie al loro tornaconto). Di questa preoccupazione si sono fatti interpreti nella riunione odierna del comitato dei nove i ministri dei « piccoli »; i rappresentanti dell'Olanda e del Belgio hanno detto presso a poco: « Possiamo stare tutti uniti solo a condizione che le nostre riunioni siano di natura essenzialmente economica; se dovessero avere un carattere politico sarebbe un'altra faccenda». Al che Sforza ha ribadito che nell'odierna condizione di cose il fatto più politico che ci sia è quello di creare situazioni dirette ad aumentare il benessere generale, ed è necessariamente di carattere economico; e sir Stafford Crippa ha ribadito la idea con acconce parole. Ad ogni modo di quei timori e di quei sospetti dei « piccoli » si è tenuto conto e la proposta Spaak non è venuta nemmeno in discussione; si è invece stabilito di affidare le funzioni che doveva assumere il direttorio dei cinque, e il compito di acceleramento e di coordinamento, a un organo già esistente, cioè il comitato esecutivo; che a questo scopo dovrà riunirsi periodicamente, alla presenza dei rispettivi ministri degli Esteri. Coordinaro le economie I lettori troveranno alquanto ostiche queste faccende < queste decisioni; sono questioni che sembrano solo di pro¬ cedura, ma che toccano problemi più importanti; sono espressione dei tentativi per raggiungere uno scopo altrettanto ostico, cioè arrivare al coordinamento delle singole economie in modo che gli aiuti americani non si scoraggino, a prezzo di concessioni e di rinunzie da parte dell'uno e dell'altro dei beneficiari. Ed è soprattutto necessaria, per arrivare a un buon risultato, una sincèra volontà di cooperazione da parte di tutti, anche a prescindere dagli aluti americani. . Questa è un'antica idea di Sforza, già da lui espressa nei suoi memorandum sull'unione europea; e oggi l'ha ripresa nella seduta del comitato dei nove, esponendo la necessità che l'OECE, la cui durata è prevista solo fino al 1951, anno in cui finiranno i soccorsi americani, divenga un organo permanente di coordinamento economico europeo. « Perchè gli aiuti americani vanno bene ma nel '52 finiranno; e d'altra parte c'è Un proverbio che dice: aiutati che Dio ti aiuterà». (Sforza non l'ha detto, ma questa commissione economica resa permanente potrebbe corrispondere a quella idea di un super-governo europeo che piace tanto agli americani)..La proposta è stata appoggiata con calde parole dal ministro degli Esteri francese, Schuman; e i «nove» hanno deciso che sarà presentata per l'esame al consiglio plenario dell'OECE che si riunisce giovedì prossimo. Paolo Monelli nali degli avvocati e procuratori. L'on. Grassi sottoporrà inoltre al Consiglio alcune proposte per un movimento di magistrati. E' probabile che l'on. Sceiba e l'on. Fanfani riferiscano al Consiglio sulle agitazioni in corso nonché sulla situazione dell'Emilia, caratterizzata dall'acuirsi dei contrasti in campo sindacale, dall'inchiesta « privata » effettuata dai parlamentari d'opposizione e dal fermento per l'arresto dei comunisti colpiti dal mandato di cattura, come il Gorreri. Al Viminale si rileva, a questo proposito, che i fatti documentano come ormai la tessera comunista non costituisca più un salvacondotto per coloro che hanno conti da rendere alla Giustizia. Della situazione emiliana si è occupato stasera anche il Presi dente del Consiglio, che ha ricevuto al Viminale alcuni parlamentari del suo partito eletti nella regione. La seduta di oggi a Montecitorio è durata due ore appena. All'ordine del giorno erano le interrogazioni e un disegno di legge per l'ammissione dell'Italia all'Istituto internazionale dei profughi (I. R. O.), che è stato approvato dopo breve discussione. Tra le interrogazioni, interessante quella dell'on. Sansone (P.S.I.) sul sovraffollamento delle carceri di Poggioreale e sugli incidenti che ne derivano. Il Sottosegretario alla Giustizia ha dichiarato che purtroppo tutte le carceri sono sovraffollate; le cause vanno ricercate nell'aumento dei delitti (i detenuti sono saliti da 50 a 78 mila) e nelle distruzioni di edifici carcerari avvenute durante la guerra (30 carceri inutilizzate e moltissime gravemente danneggiate). Tuttavia — ha concluso Cassiani — si lavora anche in questo campo; finora sono stati costruiti 12 nuovi stabilimenti di pena e 15 riparati. Al Senato l'assemblea ha votato una legge sulla modifica del termine per la presentazione al Parlamento del progetto di bilancio di previsione .per l'esercizio finanziario '49-'50 e per la proroga del termine relativo alla presentazione dei rendiconti generali dello Stato conte Sforza sul treno