Sforza martedì a Parigi "capitale economica europea,, di Domenico Bartoli

Sforza martedì a Parigi "capitale economica europea,, Sforza martedì a Parigi "capitale economica europea,, Le difficoltà di un'intesa-fra gli Stati aderenti (Dal nostro corrispondente) Parigi, 12 febbraio. Sforza arriverà martedì. Non viene nella capatale della Francia, ma nella capitale economica dell'Europa; viene per la riunione di un comitato di 9 membri, quasi tutti ministri degli Esteri con la sola eccezione sicura del rappresentante inglese, 11 cancelliere dello scacchiere sir Stafford Crippa. Il comitato deve studiare e decidere un rafforzamento dei poteri delTO.E.CE. cioè dell'organizzazione europea formata per applicare U piano Marshall. Questa organizzazione, come sapete, comprende i 19 paesi dell'Occidente (anche Trieste e le zone della Germania). Gli americani vogliono che l'O.E.C.E. diventi più potente, che agisca con maggiore autonomia; in altre parole che avvenga gradualmente una rinuncia parziale delle singole sovranità razionali a beneficio dt un organo comune europeo. Interprete di questi desideri, il primo ministro belga Spaak, presidente dell'O.E.CE. ha preparato un progetto che prevede un comitato di cinque membri (Gran Bretagna, Francia, Italia, Belgio, Svezia). Il comitato dovrebbe avere 1 poteri addirittura di un direttorio economico europeo. Ha se Spaak, cosi facendo, ha corrisposto alle Intenzioni americane, gli inglesi e 1 francesi non sono altrettanto soddisfatti, ed è improbabile che il progetto venga accettato. Dalla riunione di ministri che comincia martedì non uscirà il direttorio economico che gli americani vorrebbero e che- Spaak è pronto a tenere a battesimo. Le sovranità nazionali resistono fortemente, specialmente quella dell'Inghilterra; i grandi miglioramenti avvenuti nella situazione economica, nella produttività e nella bilancia commerciale britannica, rendono ogni giorno più forte l'influenza inglese nei consigli dell'Europa. Cripps è pronto a fare qualche passo avanti: un certo progresso a paragone di un anno o un anno e mezzo fa è avvenuto: ma non bisogna aspettare un mutamento radicale nel diffidente e cauto atteggiamento inglese. Il cancelliere dello scacchiere è forse il più forte cervello tra tutti i ministri attesi a Parigi per martedì e nessuno può competere con lui nemmeno da lontano in materia economica. E' facile prevedere perciò che la sua parte, nelle decisioni dei prossimi giorni, sarà decisiva. Cripps avrà discussioni molto sene con i francesi. La rigorosa politica di austerità colpisce seriamente il commercio francese che prima aveva un forte sbocco ih Inghilterra. Schuman nelle sue due visite a Londra, è riuscito ad attenuare il contrasto: si spera a Parigi che la visita di Cripps completi il chiarimento. Bisogna aggiungere che la posizione dell'Italia è diversa: il nostro paese, più povero della Francia ma più parco, è riuscito quest'anno a migliorare la bilancia commerciale ed ha assorbito una parte molto minore degli aiuti Marshall. L'anno scorso la Francia ebbe bisogno di 1 miliardo e 300 milioni di dollari di aiuti (1 miliardo dagli Stati Uniti e il resto dai paesi europei, dall'Inghilterra principalmente). L'Italia è costata molto meno della metà e anzi è riuscita a fornire agli altri paesi europei « doni > per venti milioni di dollari. Tutto questo giustifica in parte la moralistica severità di Cripps verso la Francia e i rimproveri — talvolta più gravi — dei rappresentanti americani. La descrizio-e dell'ambiente nel quale Sforza dovrà negoziare la settimana prossimandanMbsteHlPbnHmdIstbdaqdnfmi non è completa se non si ricorda che accanto all'O.E.C.E. agisce l'E.C.A. l'organizzazione americana per il piano Marshall. E' utile spiegare in breve il suo funzionamento. La sede centrale dell'E.C.A., naturalmente, è a Washington, ed è diretta dal signor Paolo Hoffman, un grande industriale dell'automobile. Ma qui a Parigi si trova la sede dell'ambasciatore economico americano per tutta l'Europa, Averell Harriman, ministro del commercio, grande personaggio del New Deal rooseveltiano. Inoltre in ognuno dei paesi assistiti sono presenti i plenipotenziari dell'E.C.A.: Zellerbach a Roma, Finletter a Londra (è il più influente), Bruce a Parigi, ecc. Ora succede -che questi rappresentanti diretti dipendono da Hoffman e hanno solamente il dovere di informare l'ambasciatore Harriman e di mantenersi a contat¬ to con lui, non di seguire le sue istruzioni. C'è, dunque, spesso, una doppia politica dell'E.C.A. e una certa confusione di direttive. L'influenza di Harriman, che, a quanto dicono, è la personalità più spiccata dell'ECA, rimane molto forte e spesso prevale su quella dei rappresentanti del diversi paesi. L'ambasciatore toma lunedi a Parigi e si manterrà a contatto con i ministri. H Congresso deve votare lo stanziamento di 4 miliardi di dollari per 11 prossimo anno del piano. La cifra iniziale domandata dall'O.E.C.E. era di 4 miliardi e 300 milioni ma è stata ridotta dall'E.C.A. a 4 miliardi. E' probabile che il Congresso farà un'alltra riduzione. Dopo, toccherà all'O.E.C.E. stesso a distribuire le somme ai diversi paesi. Domenico Bartoli