Non c'è nel patto atlantico alcun carattere offensivo
Non c'è nel patto atlantico alcun carattere offensivo DICHIARAZIONI PI ACHESON Non c'è nel patto atlantico alcun carattere offensivo Italia Portogallo ed Islanda saranno invitate (Dal nostro corrispondente) Washington, 9 febbraio. In un momento come l'attuale in cui sono in gioco eventi decisivi per le sorti del mondo le due giornate di mezza settimana — riservate, il mercoledì alle dichiarazioni Acheson, il giovedì a quelle di Truman — rivestono la massima importanza ai fini dell'orientamento diplomatico. Oggi era la volta di Dean Acheson, ed i giornalisti che gremivano l'ampia sala del ipartimento di Stato si erano preparati tutta una serie di domande sui due argomenti del giorno: la condanna di Mindszenty e il Patto atlantico. Washington rimane ferma sulla linea di condotta già più volte ribadita, per cui non si farà ricorso ad alcuna pressione sui paesi scandinavi. Lo ha riconfermato Acheson nella conferenza stampa. «Noi manteniamo la mente sgombra di ogni preconcetto — ha affermato — ed ascoltiamo tutti i punti di vista. Il ministro de- £li esteri norvegese, Halvard ange, è qui per discutere con noi le nostre proposte in tema di alleanza atlantica. Ho già parlato con lui, e cosi alcuni dei miei collaboratori. Appena possibile incontrerò nuovamente il signor Lange, e gli ambasciatori di Danimarca e di Svezia ». H ministro degli Esteri ha categoricamente smentito le affermazioni sovietiche secondo le quali il proposto accordo atlantico avrebbe carattere aggressivo: « n Patto — egli ha detto — rientra nell'ambito delle Nazioni Unite, e il suo concetto Ispiratore è diametralmente opposto ad ogni idea aggressiva. Il trattato che abbiamo in progetto è basato sull'articolo 51 della Carta delle N.U. che prevede la costituzione di gruppi di difesa contro potenziali attacchi armati ». Acheson non ha voluto -parlare dell'eventuale partecipazione italiana al Patto, ed ha spiegato che non sono stati s nora diramati inviti per la partecipazione all'accordo. Però si è saputo che nelle conversazioni con i paesi che discutono il patto atlantico, è stato deciso di invitare l'Italia ad aderire al patto stesso unitamente all'Islanda ed al Portogallo. Nel corso della riunione, il rappresentante inglese ha dici tirato che la Gran Bretagna ritirava le obiezioni sollevate in passato circa la partecipazione dell'Italia. Il Ministro degli Esteri americano è passato ad un problema di scottante, dolorosa attualità: la condanna all'ergastolo del cardinale Mindszenty. La commissione parlamentare per gli affari esteri ha oggi inviato alla Camera una mozione in cui protesta per la condanna del porporato ed invita il governo a sollevare la questione alle Nazioni Unite o in altra sede appropriata. La mozione rammenta e deplora anche la condanna di monsignor Aloisio Stepinac da parte di un tribunale jugoslavi), ed Acheson si è detto pienamente d'accordo « in quanto la mozione esprime il sentimento del popolo americano». Il ministro degli esteri ha stabilito questi punti fermi: 1) Le autorità ungheresi hanno messo in atto tutti i metodi applicati in casi del genere dagli stati di polizia, metodi che costituiscono « non la amministrazione di giustizia ma feroce persecuzione ». Il governo magiaro ha la piena responsabilità della sua deplorevole azione. 2) I casi di persecuzione religiosa in Ungheria non sono isolati, negli ultimi due anni il partito di minoranza comunista ha sempre più ristretto l'esercizio dei diritti umani fondamentali, e il popolo ungherese è stato privato dell'indi pendenza. 3) Oltre all'azione In sede di N. U. sussistono altre vie. Il segretario di stato non le ha indicate, e non ha voluto rivelare se includesse fra di esse la rottura dei rapporti diplomatici o una protesta formale, oppure l'accusa al governo magiaro di aver violato il trattato di pace. 4) Le accuse del governo magiaro a Selden Chapin, ministro americano a Budapest, sono « totalmente false e infondate ». 5) Il processo Mindszenty conferma il punto di vista, espresso il 29 dicembre scorso da Robert Lovett che lo definì « un atto vergognoso ». Con queste parole, il ministro degli Esteri, ha formulato la prima presa di posizione ufficiale del governo di Washington nel confronti del processo di Budapest. Dopo la conferenza-stampa, Acheson ha conferito con gli ambasciatori di Svezia e di Danimarca a Washington. In tanto, Halvard Lange si recava presso il comitato senatoriale per gli affari esteti, che era riunito per la discussione degli stanziamenti del piano Marshall. La discussione è stata sospesa e Lange ha conferito con Tom Connally e con i suoi collaboratori. L'ambasciatore danese, Henrik De Kauffman, si è incontrato con Acheson alle 16,30, mentre Eric Boheman, ambasciatore di Svezia, ha conferito con il Segretario di Stato alle 16,45. Edoardo Depuri MiiiiiiiiiiiiuiiiiiMiiiiiiiiiiHMiMnniiiiiiiiiiiiiii
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