Il processo del Card. Mindszenty

Il processo del Card. Mindszenty Il processo del Card. Mindszenty Il Primate unghere. e ammette tutte le accuse che gli sono state rivolte - Cinque ore di interrogatorio - Ina strana procedura giudiziaria: ì giudici funzionano da pubblici accusatori • Storia della corona di Santo Stefano! (Nostro servizio speciale) Budapest, 3 febbraio. Joseph Cardinale Mindszenty, Primate di Ungheria, ha fatto oggi ingresso nella grigia disadorna aula di Budapest in cui « il popolo magiaro » lo sottopone a giudizio, incolpandolo di cospirazione contro lo stato, tradimento, spionaggio e mercato nero. Vestito in un modesto abito talare in tutto simile a quello portato .dagli ordinari del clero magiaro, il Cardinale ha risposto alle pressanti interrogazioni della Corte con tono freddo e distaccato, come di chi su di prender parte ad una recita la cui catarsi è già fissata a priori. Solo in qualche momento il Porporato è sembrato preoccupato, ma è stato quando le domande del Presidente della Corte lo costringevano a chiamare in causa altre persone, coinvolte o no nel processo. Così, allorchè il dr. Olty, che presiedeva la Corte, lo ha invitato a precisare se le autorità americane avessero cercato di farlo evadere, Mindszenty ha esitato a lungo, volgendo lo sguardo al soffitto, e sul suo volto lievemente arrossato era visibile l'imbarazzo. Poi: «E' necessario ch'io risponda ? » ha detto il prelato. E all'insistenza del iliudice ha ammesso che SeiSen Chopin, 7)iinistco degli Stati Uniti in Ungheria, si era offerto di farlo fuggire all'estero, ma che egli aveva rifiutato. « Bombe a sensazione » Non sembri strano che sic il Presidente della Corte a condurre l'interrogatorio. La procedura dei « Tribunali Popolari » itM.ryTieresi non contempla la presenza di un pubblico accusatore, che è sostituito dai giudici. In realtà, è quasi sempre — almeno nel caso attuale — il presidente a condurre la requisitoria ed a rivolgere le domande all'imputato. Raramente, oggi, sono intervenuti gli altri componenti del tribunale. Ma è il caso di dire che il dr. Olty è all'altezza del compito affidatogli dal governo comunista. Con la meticolosità spietata di unFouquìerThienville, il giovane magistrato ha tempestato di interrogazioni Mindszenty e gli altri due imputati presentatisi oggi alla sbarra. E' un interrogatorio estenuante in tutti i ."tensi. La Corte sembra decisa a sfruttare al massimo il tempo, e cositi processo, iniziatosi stamane di buon'ora, sta ancora procedendo nella tarda serata mentre vi trasmettiamo. In sostanza, si può dire che Mindszenty ha ammesso la fondatezza delle accuse rivoltegli, e già ampiamente presentate dal libro giallo pubblicato in occasione dell'arresto del Cardinale. Ma attraverso le risposte del Porporato si intuiva spesso la confutazione, la reazione, la messa a punto che probabilmente sarebbe assai più vigorosa se cosi complessa, e tanto più vasta della cerchia personale dei Cardinale, non fosse la questione. « Sono colpevole solo parzialmente — 'ia detto Mindszenty — sono colpevole in principio e in dettaglio di molte delle imputazioni, ma non posso accettare la conclusione di aver partecipato a un complotto destinato a rovesciare il regime democratico ». Cosi ha dichiarato il Cardinale in apertura della seduta pomeridiana. Poi, Olty è passato all'attacco. A gittdicare da questa prima udienza, l'accusa, impersonata come si è detto nella Corte giudicante con procedura che, pericolosamente sollevando una presuntone di colpevolezza, appare alquanto eterodossa, mira evidentemente a rendere inefficiente già in partenza le obbiezioni dell'imputato. Si sono per così dire distribuite lungo la serie delle interrogazioni varie « bombe a sensazione » con le quali si vuole fare cadere in contraddizione Mindszenty dimostrando la precarietà della sua presa di posizione. « In caso di guerra » Così, aZJ'wisto dell'udienza si è data lettura di un messaggio con cui il Cardinale chiedeva un aggiornamento del processo, promettendo di ritirarsi temporaneamente dalla sua carica per tentare di ottenere un accordo fra la Chiesa e il Governo magiaro. Poi si è sottoposto l'imputato ad un dettagliato interrogatorio, nel corso del quale egli ha ammesso: di essere monarchico, pur pensando che spetti al popolo la scelta del regime cui affidare il Paese; di aver cercato l'intervento straniero, e di esserne spia cente; di aver appoggiato a suo tempo pubblicazioni cattoliche a base antisemita, «perchè ciò . a e a o - a ' . era nello spirito dei tempi »; di essere stato implicato nel mercato nero di valuta, in violazione delle leggi fiscali magiare, nel senso di non aver imposto ai suoi dipendenti, che a sua insaputa avevano iniziato le violazioni, di sospendere ogni attività al riguardo. Quando il Presidente gli hachiesto di precisare le sue re- sponsabilità in merito al com-plotto per la restaurazione della monarchia sotto Ottod'Absburgo, Mindszenty ha ammesso di aver avuto contatti con Otto in un convento di Chicago dopo il congresso di Ottawa, e di aver informato della conversazione il cardinale Spellmann. Circa i contatti con Otto (che, egli ha detto, avvennero su richiesta del principe) e con uno degli imputati all'ai- tuale processo, Justin Bara-nyai, il cardinale ha osserva-to che nel 1947 il mondo ap- pativa prossimo a un conflit- to, e che egli si preoccupava di «colmare il vuoto» in cui l'Ungheria si sarebbe venuta a trovare. Il sessantasettenne Baranyai era stato interrogato prima di Mindszenty, ed aveva ammesso di aver complottato per U rovesciamento del regime, e di aver già predisposto una lista dei ministri che avrebbero dovuto reggere il Paese, sotto la presidenza del cardinale, durante il periodo ad interim «In caso di guerra — ha detto oggi Mindszenty — la Ungheria non si sarebbe potuto permettere il lusso di ri schiare nuove avventure perchè è troppo debole. Ora, per quanto la situazione internazionale sia ancora agitata, penso che una guerra non sia più probabile». Roma e Budapest Otto — ha rivelato il prelato — gli aveva confidato di avere buoni rapporti con i cir. coli cattolici americani, i quali appoggiavano l'idea- di una federazione monarchica cattolica comprendente l'Austria, l'Ungheria e parte della Germania. Ma — 7ta aggiunto l'imputato — le discussioni svolte in Ungheria per la restaurazione dèlia monarchia erano «semplici piani teorici». Quando il dott. Olty lo ha accusato di aver voluto asportare la corona di S. Stefano, preziosa reliquia della naziong magiara, Mindszenty ha osservato di non aver voluto affatto privare l'Ungheria del tesoro. Semplicemente, egli aveva progettato di far portare la corona a Roma in caso di guerra, ritenendola poco sicura a Budapest, e di aver chiesto l'intervento al riguardo delle autorità americane. — E non pensavate che anche Roma potrebbe essere implicata in un nuovo conflitto? — ha chiesto il magistrato. — Sì — ha detto Mindszenty — ma mi preoccupavano meno le truppe che in tal caso occuperebbero Roma, che s .non quelle che occuperebbero {l'Ungheria. Questa significativa osservazione è una di quelle cui accennavamo più sopra, e che mostrano come Mindszenty reagisca alla Corte allorchè è il solo direttamente implicato nell'accusa iterruziont, l'interrogatorio era proseguito serrato dalle 16,35. 'Dopo la prima ora. la iure del prelato si era abbassata, ed -egli aveva ottenuto il permes- In serata, il prelato appariva stanco. Salvo due brevi in- so di sedere. Ora, di tanto in tanto muoveva la mano destra, accennando a determinati punti delle sue tesi difensive, ma la voce era divenuta un sussurro. Un microfono, collegato a un apparecchio registratore, raccoglie tutte le dichiarazioni degli imputati. Verso la fine dell'udienza, dopo quasi cinque ore di este- \nuante interrogatorio il Tribù ;naie ha lanciato la sua secon da «bomba», Allorchè Mindszenty aveva ammesso di aver ricévuto ol¬ forte di aiuto da parte del ministro americano, aggiungendo di averle respinte, il presidente gli aveva chiesto: — Non avete poi compiuto altri tentativi di fuga* M prelato si è rifiutato di rispondere. Una lettera A cosa mirasse l'accusa si è visto allorchè è stata prodotta una lettera indirizzata dal Cardinale il 23 gennaio a Sclden Chopin, in cui egli pregava in termini concitati il Ministro americano di trovargli ima macchina o un aereo perlasciare, il paese, offrendoquattromila dollari al pilota. « Il processo è contro l'America — dice la lettera — ed essi intendono provare che ho ricevuto danaro americano per le mie informazioni ». Il tribunale non ha precisato come la lettera, scritta su semplice carta bianca, sia caduta nelle sue mani. Si è chiesto a Mindszenty se riconoscesse la lettera per sua « Sì » egli ha replicato. La Corte manterrà certamente nelle prossiìne udienze il ritmo rapido e serrato di quella odierna. Non durerà molto, il processo che si svolge alla presenza di uno scarso, sceltissimo pubblico e di giornalisti selezionati con la massima cura. E' necessaria una ripetuta presentazione delle credenziali per entrare nell'aula, che è guardata da gran numero di agenti di po Ozia armati di mitra. A stringente interrogatorio saranno assoggettati anche gli altri sei imputati. Ma è ov viamente sulla figura di Josef Mindszenty, Primate magiaro che si polarizza l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale, per cui egli rappresenta assai di più di « un uomo » sul banco degli apeusati. Edward Korry della United Press