La trista e la buona]

La trista e la buona] La trista e la buona] Tutto il rione conosceva Pasquale e gli voleva bene. Era uno di quelli ohe dove giungono fanno l'aria piacevole, per dove passano lasciano un gradito ricordo. La sua bottega di falegname era un ritrovo festoso. Tra le J piallate, in quell'odor di trucioli, l'accoglienza era gaia, • chi aveva tempo, là dentro non lo perdeva. Pasquale al lavoro, Pasquale all'osteria, Pasquale in giro per le strade del rione, era sempre divertente e spiritoso: quello eh© si dice, in due parole, un tcuor contento». «Uomo allegro va dritto in paradiso», usava intercalare lo stesso Pasquale nei suoi discorsi. Con gli anni, ne aveva sessanta, Pasquale aveva assunto anche fisicamente un aspetto gioviale; grande e grosso, con un volto .rubicondo sotto una coroncina di capelli candidi e piumosi. Ma un mistero intorno a quest'uomo, pur cosi aperto con tutti, c'era. Cominciava là dove Pasquale stesso pareva avesse messo un divieto, come a dire un cartellino con sii scritto: a Recinto riservato». Non si trattava d'una tenuta di caccia, ma della swa casa. In fondo alla bottega c'era una scaletta di legno; per questa Pasquale saliva nella sua abitazione; ma sempre solo. I numerosi amici potevano stare anche tutto il giorno nella bottega, sedersi su qualunque soranna, frugare m qualunque angolo, ma alla scaletta terminava la libertà di muoversi per tutti. N, .-.ano era ammesso al piano di su, dove Pasquale passava la sua vita familiare e intima Di questa sua vita si sussurravano tante cose, ma la verità non la sapeva nessu no. Pasquale era vissuto con la prima moglie, ed ora vi veva con la seconda, senza figli, come segregato dal mondo. La prima donna la si era vista raramente, la se conda la sd vedeva ancor meno, Pareva fosse legge in casa di Pasquale che la donna non uscisse mai, che non do vessa impicciarsi con nessuno. La spesa giornaliera, le compere le faceva lui. Là domenica, la donna si recava alla prima Messa, mà, come difilata vi andava, così di filata ne ritornava. Di sera, a ogni morte del papa, faceva una passeggiata a braccetto con lui, che allora salutava la gente di lontano. Chi stava a spiare con gli occhi alle finestre, poteva vedere la donna affacciarsi per scuotere un panno o per dare una eguardata e ritirarsi subito. Tuttavia non mancavano le dicerie intorno alle'mogli di Pasquale. Tanto la prima che la seconda eran venute di fuori: chi diceva dalla campagna, chi da città lontane. Mai Pasquale aveva amoreggiato con donne del quartiere. Mortagli la prima moglie, molte s'eran fatte avanti, molti s'erano insinuati come sensali, ma Pasquale non era caduto nelle panie. Un bel giorno, eccolo di nuovo risposato, con una sconosciuta, una donna di fuori. Tanto la prima che la seconda, due belle donne, non c'era che dire. Persino l'invidia s'era dovuta ritirare davanti all'evidenza. Ma dopo la prima prova, si vede che Pasquale s'era andato a scegliere una donna del tipo opposto. La prima era stata una biondina nervosa, la se•. conda era una mora matronale. Con la prima Pasquale non aveva dovuto avere una vita sempre facile. (Le vicine ricordavano con stupore gli echi di certe tempeste sfogatesi nel segreto di quella casa: scenate, urla, schianti e improvvisi silenzi. Ora, con là seconda, le cose parevano andar meglio ; però c'era chi malignava che la mora, buona buona, un giorno o l'altro sa' '>e scattata e allora, addio quinte, si sarebbe dato aria finalmente alla retroscena. In tale retroscena tutti bramavano di ficcarci il naso, quanto più Pasquale col suo fare di cuor contento ne li teneva discosti. (Non rinunceremo a farlo noi, a cui per mestiere è dato di penetrare nei segreti degli uomini, anche contro la loro volontà). * * ,. Pasquale, in maglia e mutande, è seduto al tavolo di cucina, con la testa fra le mani, e guarda fisso davanti a se. Non è più quell'uomo che tutti conoscono. Dal suo volto rotondo cola una vischiosa tristezza, che, non giurerei, non eia mescolata a qualche lacrima. E' notte alta. Di là, nella camera, Telene, altro monumento, è stesa di fianco nel letto, appoggiata sul gomito, i capelli sciolti. Ha vent'anni meno di suo marito. La sua fac eia è truce. Poco fa ella ha parlato lungamente a Pa¬ sqfrsqspè tahlan npvcacaudinspdfe.spilcblenvsaseclimlaèII squale con quella sua calma fredda e malinconica. Pasquale a un dato punto, esasperato, è uscito dal letto ec è andato in cucina a meditare. In questi momenti egli ha davanti a sè due figure, la viva e la morta. E stran mente, nella sua immaginazione, esse si scambiano le parti. Rosrna è viva e si nino, ve coi suoi passettini per la casa, mettendo dovunque un calore e una vivacità che è un piacere sentirsi avvolti dalla sua atmosfera Telene invece è la morta e da lei si sprigiona un gelo che raffredda ogni cosa, ogni slancio affettuoso è respinto dalla .sponda dove lei giace o dove il suo fiato di morta e il suo cuore di pietra innalza..o una barriera inesorabile. Rosina — pensa Pasquale — era la trista; con lei non avevo pace, la picchiavo perchè la sua lingua, non sapeva tacere, perche i suoi sentimenti erompevano da lei come i getti d'una fontana; litigavamo, ci scambiavamo improperi. Questa, Telene, è la buona; il suo linguaggio è 6celto; la sua finezza non si smentisce mai, mai ella offre lo spunto per un dissidio, alla sua ragionevolezza bisogna cedere: guardarla e tacere Ma con la trista io avevo le mie consolazioni, mi rigeneravo alla freschezza della sua anima, mi. godevo il calore delle sue braccia. Con la buona non c'è che codesto specchio ossessionante ch'ella mi porge, in cui sono costretto a guardarmi, per vedermi (deformato. Pasquale, Pa squale, male hai fatto a prendere una seconda moglie, più male ancora a prenderla quand'era pronta per il convento». Non insisteremo, ci basta così. In punta di piedi siamo entrati, in punta di piedi ci ritiriamo. Nè andremo a spifferare alle donnicciole del quartiere ciò che abbiamo scoperto in casa di Pasquale. La vita intima di un uomo, sia pure un povero falegname, e sempre qualche cosa d'estremamente delicato; tanto più se chi la nascondo agli altri, la nasconde sotto l'aspetto d'un cuor contento. Giani Stuparich

Persone citate: Giani Stuparich