Il comunista cinese di Virgilio Lilli

Il comunista cinese Il comunista cinese Aspira a una sola felicità: avere un vestito, un po' di cibo, un alloggio - Non vuole dittature di nessun genere nè che tre sole famiglie posseggano tutta la Cina dire liberale cinese". Egli si iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiia (Dal nostro inviato speciale) pengpu, gennaio. Veste un lungo camicione turchino imbottito, al collo una sciarpetta di lana rossa, ai piedi due vecchie pantofole foderate di pelo. Quando si siede solleva il camicione, vengono fuori pantaloni marrone all'europea, logori. E' piccolo, vivace, parla la sua lingua a scatti, a volta a volta, sorridendo e rabbuiandosi. Sottolinea le parole agitando una mano gentile e trasparente, una manina minuta, da statuina. Non è un soldato dell'Armata Rossa, non è un combattente. E' un cittadino qualunque, un cinese, comunista. Stalin non c'entra Per la verità egli non dice d'essere comunista, dice*d'essere qualche altra cosa piuttosto confusa. Io ho detto all'interprete: "Domandategli se è comunista". Egli ha risposto: "Digli che io sono centrista ". " Cosa vuol dire centrista?" Egli ha risposto: " Vuol dire liberale, io sono liberale". Io ho detto: "Cosa vuol. dire liberale? " Egli ha detto: "Questo reporter dovrebbe sapere cosa vuol dire liberale. Tutti gli europei sanno che oosa vuol dire liberale. Perchè mi fa una simile domanda?" Io ho detto: "Digli che gli europei sanno che cosa vuol dire liberale, ma non sanno che cosa vuol è messo a ridere affettuosamente, ha pensato un poco, ha cominciato ad agitare la manina (piccola, da statuina), e ha detto : " Liberale cinese vuole dire uomo cinese contro la dittatura cinese. Io sono contro la dittatura cinese, la dittatura del Kuomintang ". Io ho detto all'interprete: " Chiedetegli se allora è per la dittatura di Mao Tse Tung o di Stalin". L'interprete ha tradotto la sua risposta: "Egli è anche contro la dittatura di Mao Tse Tung o di Stalin. Ma dice che, prima di tutto, Stalin non c'entra niente; e che, poi, Mao Tse Tung non si può dire ancora che cosa sia". La stanza è fredda, povera, un letto due sedie logore uno sgabello un tai>olo di poco conto un armadietto. Egli si alza, va all'armadietto, ne trae una bottiglia, tre bicchieri e un piatto di biscotti da pochi soldi. Beviamo un sorso . di liquore — che ha sapore di sciroppo per la tosse, — ci mostriamo l'un l'altro il bordo dei bicchieri dicendo: "Campeil" Il comunista cinese ora vuol parlare senza essere interrogato, prega l'interprete di dirmi che lo ascolti con molta attenzione. " Dì a questo reporter che a me, in verità, di Mao Tse Tung non mi importa assolutamente niente. Digli che fra l'altro io non so nemmeno bene chi sia questo Mao Tse Tung. Digli che, sapendo che Mao Tse Tung combatte contro la dittatura cinese, io sono dalla parte di Mao Tse Tung. Digli che io non amo la Russia, perchè sono cinese e i cinesi non possono amare la Russia. Digli che io non amo gli ordini dello- Stato, perchè sono cinese, e i cinesi sono individualisti. Digli che però io amo un vestito, un poco di cibo • e un alloggio; e cho il sogno di un vestito, di un poco di cibo e di un alloggio è l'aspirazione alla felicità di tutto il popolo cinese. Digli che io ho la speranza che i comunisti daranno un vestito, un poco di cibo e un alloggio ai cinesi. Digli che questa è la ragione per la quale io aspetto i comunisti". Contro la dittatura Abbiamo bevuto ancora un pooo di quello sciroppa mostrandoci i bicchieri e dicendo: "Campeil". Poi egli ha detto: "Io non dico che i comunisti daranno la felicità alla Cina. Io spero che i comunisti, non rubino i soldi alla Cina come ha fatto per vent'anni il Kuomintang. Non e una certezza, è una speranza; come quando uno è molto malato e si gira sul fianco sperando di stare meglio. E' necessario girarsi sul fianco quando si è malati, anche se si sa che dopo breve tempo ci si sentirà male allo stesso modo". Ha taciuto un attimo e poi ha detto all'inter- sto discorso gli sembra troppo difficile io posso spiegarglielo meglio ". Io gli ho fatto dire che il discorso lo avevo capito benissimo. Allora egli ha commentato: "Credo che il reporter abbia capito che i cinesi sono comunisti solo per disperazione ". A questo punto io ho detto all'interprete: " Ma è comunista o oentristo-t ". Egli ha risposto: "Non sono affatto comunista, ma quando verranno i comunisti lo sarò. E forse non sono neanche centrista. I cinesi — la povera gente, dico, — in generale non sono niente; solamente che ora si oppongono alle tre famiglie che possiedono la Cina come si possiede un podere: la famiglia T. V. Sung (quella del cognato di Ciang Kai Scek), la famiglia di Sun Mei-Ung (quella della moglie di Ciang Kai ScekJ, la famiglia di Ciang Kai Scek. Queste tre famiglie hanno succhiato i soldi della Cina con le tre cariche di Presidente della Repubblica, fissa per Ciang Kai Scek, e di ministro della finanze e presidente del Consiglio, a turno per Sung e per Ling. Quei cinesi (studenti, operai, intellettuali) che se ne sono resi conto hanno protestato. Allora il Governo li ha chiamati comunisti, fissi erano centristi, o forse non •erano niente come me. Ma poiché il Governo li ha chiamati comunisti, essi stessi ri sono chiamati comunisti ". Discorso troppo tacilo Il comunista cinese ai é alzato nervosamente, si è avvicinato all'interprete e gli ha detto quasi con angoscia: " Chiedigli se questo discorso gli sembra troppo difficile". Io lo ho fatto rassicurare ancora una volta. Egli ha aggiunto: "I comunisti cinesi sono un po' tutti come me, non amano la Russia, non amano la dittatura, sarebbero centristi — o niente, — ma sono costretti ad essere comunisti. Anche i soldati comunisti si trovano nella stessa situazione: preferiscono combattere per sè (per un vestito, per un poco di cibo o per un alloggio) piuttosto che per tre famiglie ricche. E poiché combattono per se stessi, combattono bene e vincono, mentre gli altri che combattono per tre famiglie ricche non combattono bene, anzi non combattono affatto; e perdono. Non so se questo discorso sia troppo difficile; domandaglielo ". Questa volta anch'io mi sono alzato. E ho detto all'interprete: " Digli che questi discorsi non sono affatto difficili, stia sicuro; al contrario mi sembrano troppo facili, troppo elementari ". Il comunista cinese si è messo a ridere, poi ha detto ohe desiderava io non mi spaventassi se quei discorsi erano elementari. Egli non poteva parlarmi di Marx, di Lenin eccetera " perchè a quella gente per ora non credeva ". " Digli, — ha detto all'interprete — <Hgli che li riproduca sul suo giornale, cosi come io glieli ho fatti". U interpreto e io ci siamo -messi li cappotto e ci siamo disposti ad uscire. Sulla porta io ho pregato l'interprete di dire al comunista cinese che avrei riprodotto i suoi discorsi parola per parola. E ho aggiunto: "Ditegli però anche che io scriverò come i suoi discorsi mi sieno sembrati molto elementari; e che la Cina mi sembra un problema più complesso; e che gli stessi comunisti cinesi, quelli per esempio che combattono con Un-Plao, mi sembrino assai più complessi di come egli U definisce". Egli ha ascoltato attentamente la traduzione dell'interprete, e ha detto : " Va bene. Scriva pure ". Per la strada l'interprete mi ha detto: "~Come vedete i co- munisti cinesi sono piuttosto sfrani. Non sono precisamen¬ te comunisti. Forse sono ad dirittura anticomunisti. In ogni caso non si riesce a capire bene che cosa diavolo sieno". Virgilio Lilli illliliiliililliillllliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilililimilli

Luoghi citati: Cina, Russia