Un Marx di cartapesta
Un Marx di cartapesta Un Marx di cartapesta "Das Kapital,, di Malaparte al Téàtre de Paris - le accoglienze di un pubblico cortese - La strana protesta di uno straniero (Dal nostro corrispondente) Parigi, 29 gennaio. Due ambienti hanno sempre sedotto Curzio Malaparte, due ambienti opposti e nemici. Lo scrittore toscano è affascinato nello stesso tempo dalla raffinatezza aristocratica e dalla violenza plebea. Gli piacciono 1 dandies e gli agitatori, i gran signori con la gardenia all'occhiello e gli operai che fanno le "barricate. Forse è una posa snobistica, forse è un sentimento genuino; non serve indagarlo. ì gusti mondani di Malaparte si sono pienamente manifestati in Du coté de chez Proust, un atto unico rappresentato con pochissimo successo da Fresnay e dalla Prlntemps. Adesso da Proust è passato a Marx con Das Kapital, commedia In tre atti rapp'. esentata con molta efficacia ieri sera al Téatre de Paris da Pierre Dux e Renée Devi llers. Carlo Marx ha 33 anni, è esule a Londra. Sono alle sue spalle le pròve del '48 e del '49, le aconfitte di Francia e di Germania. Il «manifesto dei comunisti », la sua opera più fida ed efficace, l'ha scritta con la collaborazione di Engels. L'astruso Capitale che diventerà famoso senza per questo essere letto al di fuori di una ristretta cerchia di specialisti, viene preparato in quegli anni. Marx vive con la moglie Jenny nel quartiere popolare di Soho a Londra, in urna casa di due stanze assai più sporca e misera di quanto non- risulti sulla scena del Téàtre de Paris. Un agente della polizia, descrivendo l'abitazione dell'agitatece, raccontava che non c'era modo di sedersi tanto erano ingombre e sgangherate le sedie. Tre suoi figli muoiono in quella casa; Malaparte anticipa di qualche armo una di queste morti, libertà che nessun critico gli può contestare perchè l'artista se è artista può fare quello che vuole con la storia. Il Marx che lo scrittore ci presenta, è un Marx giovane e pieno di' vita, imperioso e collerico. GII place cantare, forse ricordando i suoi anni universitari di Bonn e di Berlino; ma difficilmente il tfero Marx avrebbe intonato un celebre Inno patriottico inglese insieme ai poliziotti, come ci fa vedere Malaparte. Vuol bene ai suoi bambini e prova un sentimento di angoscia e di colpa nel vederli morire. Dlsprezza i rivoluzionari romantici; francesi « barricadieri » e Felice Orsini che gli arriva in casa portando le bombe nella valigia e gli confida con sette anni di anticipo il proprio disegno di uccidere l'ultimo Napoleone. I rivoluzionari vanno e vengono in quella casa, personaggi storici e personaggi inventati. Viene l'amico fedele Federico Engels, un po' troppo azzimato, viene persino Victor Hugo, che abbiamo riconosciuto con fatica polche si presenta ammantellato fino agli occhi e nel programma, non si sa il perchè, è chiamato « lo Sconosciuto ». Marx lo ripete a tutti: non farà nulla contro Napoleone HI che ha compiuto proprio allora 11 suo colpo di Stato del 2 dicembre. Non vuole difendere col sangue degli operai la liberta borghese ■lui che soffre, insieme agli ope. rai. della « miseria borghese ». La commedia si svolge tutta in 18 ore e questa strettissima coinc'.lenza col colpo di Stato di. Parigi permette a Malaparte di parlare diffusamente di cose francesi e di riempire il suo testo di battute alla parigina, di frasi galanti e adulatricl sulle donne e sulla storia di Francia. Viene il sospetto che l'autore abbia scelto quel momento della vita di Marx per poter blandire il pubblico francese. Il suo orecchio nell'afferrare quello che piace, quello che colpisce, è sempre straordinario. • Ma il personaggio principale, dopo Marx, è un mister oso Godson, il « figlio di Dio », che aiuta l'esule renano a rac cogliere 1 dati per il Capitale e di quando in quando gli rivolge appassionate prediche religiose. La commedia finisce quando il segretario-predicatore, non scorgendo in Marx nessun ravvedimento religioso, neppure di fronte alla morte del figlio, rompe in rabbiose invettive e fugge. Non si può parlare ancora di successo o dì insuccesso. Il pubblico ha applaudito cordialmente ma il pubblico delle prime, composto tutto di invitati, è sempre ben disposto e cortese; e la critica non ha avuto ancora il tempo di pronunciarsi tutta. Per conto mio, trovo che il Marx dì Malaparte nella parte storica è un po' di cartapesta, come certi personaggi di Forzano, e nella parte fantastica manca di vera Ispirazione. Il contrasto fra la nuova religione proletar'a e l'antica religione della pietà, fra l'odio di classe incarnato da Marx e l'amore universale impersonato dal « figlio di D'o », rimane declamazione artificiosa. Le abili, divertenti battute che riempiono qua e là la commedia (specialmente nel secondo atto) sono poca cosa <H fronte all'importanza del tema. Alla fine della commedia uno del pubblico si è messo a protestare confusamente men( tre tutti applaudivano. Invl) tato dagli altri a spiegarsi, ha detto di essere straniero e di non poter quindi fare un di/»ew--i in francese. Era forse -.ir"- rlel cinquanta operai che Malanait? ha voluto invitare per avre, insieme alle bellez76 e ai gran nomi del « tout Paris » una rappresentanza proletaria ? Domenico Bainoli
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