Uno degli assassini identificato?

Uno degli assassini identificato? I DUE D E L 1 T T I DI MILANO Uno degli assassini identificato? Misterioso individuo dall'impermeabile grigio riconosciuto da an giovane nelle fotografie della polizia - Faceva la posta al Ghisalberti - Anche un autista lo riconosce Milano, ?,8 gennaio. I due efferati delitti, compiuti ieri a poche ore di distanza l'uno dall'altro, hanno prodotto la più profonda impressione nella cittadinanza soprattutto per il fatto che sono stati perpetrati entrambi in circostanze quasi identiche. Per entrambi è stata usata un'auto pubblica, per entrambi c'è stata la premeditazione, quasi una meticolosa preparazione, per entrambi si parla nientemeno che di-una « tecnica » e di « esecuzioni ». Il lato mostruoso è appunto questo. Infatti è risultato che gli assassini del ventiquattrenne Felice Ghisalberti, presunto partecipante alla barbara uccisione del prof. Eugenio Curiel, il giovane comunista massacrato da militi delle brigate nere nel 1944, già da due giorni stavano alla porta della loro vittima. La cittadinanza è percossa di emozione per la spaventosa analogia dei due crimini. Perchè, se il Ghisalberti fu ucciso da gente che lo ritiene colpevole dell'uccisione del Curiel, il dottor Massaza freddamente crivellato di colpi nella propria abitazione, si pensa sia rimasto pure vittima di una persecuzione. Gente spregiudicata che ha giurato vendetta a ogni costo aveva ordinato l'assassinio? Si osa parlare oggi persino di una sètta, ma forse la spiegazione ha origini meno oscure. Un precedente, infatti, è affiorato oggi che può offrire un primo elemento positivo nella ricerca delle cause del delitto: durante 11 periodo della dominazione nazifascista, cioè dopo l'8 settembre 1943, il dottor Massaza occupava 1 ' appartamentino di piazza Leonardo da Vinci 9 insieme con la madre e una zia sposata con il maggiore 52enne Umberto Guiduzzi, addetto all'ufficio censura. Anche dopo l'8 settembre il Guiduzzi era rimasto sotto le armi, al suo posto di censore. Questo fatto aveva provocato un senso di diffidenza e di sospetto nei confronti di tutti e quattro gli occupanti dell'appartamentino. La mattina del 28 aprile una squadra di partigiani fece irruzione nella casa del Massaza e vi trasse in arresto le due signore ed il maggiore Guiduzzi trasportandoli al Politecnico dove era un comando partigiano. Poco dopo giungeva il Massaza e i partigiani rimasti nel suo appartamento arrestavano anche lui. B giorno dopo il maggiore Guiduzzi spariva (forse fucilato), e le due signore e il Massaza venivano rinchiusi a San Vittore; ma dopo una detenzione di sei giorni tutti e tre erano liberati. Da allora non ebbero più noie, rientrarono in possesso del loro appartamento e il Massaza non figurò nemmeno sulla lista degli impiegati della Siemens che dovevano essere sottoposti al giudìzio della commissione di epurazione interna. L'unico appunto che si poteva fare ai Massaza era la -sua facile parlantina toscana che lo portava a giudicare di tutto e di tutti. Per questo venne trasferito dalla Siemens alla società Olap dove peraltro si fece subito benvolere e stimare da tutti. Unanimi sono state le dichiarazioni rese finora alla polizia da conoscenti del Massaza che egli era un professionista tranquillo, tutto preso dal suo lavoro all'infuori di ogni politica, che non aveva mai avuto ragioni di dissenso con le maestranze anche perchè le sue funzioni di capo dell' ufficio paghe, nelle quali sarebbe stato definitivamente confermato in questi ultimi giorni, non lo mettevano a contatto con gli operai. La polizia, mobilitata agli ordini del questore in persona, prosegue attivissima nelle indagini e negli interrogatori delle oltre cento persone fermate durante la notte e in mattinata. Tra i fermati ci sono anche gli autisti dei due tassì e il portinaio di piazzale Leonardo da Vinci 9, Pericle Rossetti di anni 49. Sembra infatti che egli, pur avendo visto gli assassini entrare nel portone e avendo udito gli spari, non 3ia intervenuto per nulla. Le febbrili ricerche esperite in giornata sembra intanto abbiano approdato ad un da to importantissimo che potrebbe preludere a qualche colpo di scena. A tarda sera negli ambienti della questura milanese circolava la voce che uno degli assassini del Ghisalberti fosse già stato identificato. L'identificazione sarebbe avvenuta in seguito ai dati forniti da un giovane (sulle cui generalità, per ragioni di prudenza, si mantiene il segreto) il quale la sera del 25 corrente, verso le 18,30, mentre attendeva la fidanzata proprio a due passi dalla tabaccheria di via Lomazzo dove cadde fulminato il Ghisalberti, fu affrontato da due sconosciuti che fissandolo Intensamente con le armi puntate lo perquisirono e poi lo lasciarono libero intimandogli di allontanarsi senza voltarsi indietro. Uno di costoro indossava un impermeabile color grigio. Tra le fotografie di vari individui archiviate nella fototeca della questura come appartenenti a indiziati di delitti politici, sarebbe stato riconosciuto dal giovane uno col soprabito grigio. Anche l'autista Bellinzoni, che aveva dovuto ubbidire alla intimazione dei banditi che avevano noleggiato il suo tassi, avrebbe riconosciuto In quello del soprabito grigio uno di essi. Anzi, ha precisato che costui parlava con spiccato accento emiliano. Donde le indagini ono state estese anche fuori . rovincia.

Persone citate: Bellinzoni, Curiel, Eugenio Curiel, Felice Ghisalberti, Ghisalberti, Pericle Rossetti, Umberto Guiduzzi

Luoghi citati: Milano