Difficoltà organizzative della difesa del continente di Domenico Bartoli
Difficoltà organizzative della difesa del continente Difficoltà organizzative della difesa del continente (Dal nostro corrispondente) Parigi, 28 gennaio. A- Londra ì cinque ministri degli esteri del patto di Bruxelles discutono la difesa dell'Occidente. Difficilmente i risultati veri del dibattito saranno comunicati al pubblico. Ma 1 termini della bruciante questione sono agitati e discussi qui in Francia con una comprensìbile ansietà. In questo senso è importante segnalare due articoli pubblicati tra ieri e oggi dal Figaro, 11 più informato dei quotidiani del mattino di Parigi. Gli articoli portano la firma di uno studioso di questioni militari. Li riassumiamo in breve. La difesa dell'Occidente secondo lo scrittore, può essere assicurata da un minimo di 6080 divisioni moderne e da una potentissima aviazione. Per ora si hanno: cinque divisioni francesi, due divisioni britanniche (tenuto conto dei bisogni del Medio Oriente) e alcune divisioni del Benelux. Cosi, aggiungendo le due divisioni americane in Germania, si può lungere a un totale di 13-14 .visioni, all'incirca un quinto del necessario. Anche le forze aeree sono insufficienti. Cè almeno un accordo strategico, un piano generale comune? Non sembra. Gli Inglesi hanno due preoccupazioni: coprire le isole britanniche e difendere il Medio Oriente. I francesi hanno, invece, una sola esigenza, un solo teatro operativo da difendere: la Francia e l'Africa settentrionale. La scarsezza delle forze e le divergenze degli interessi strategici spiegano che non si sia trovato ancora un accordo. All'America, per rimediare alla pericolosa situazione, si chiedono due cose: fornimenti di materiale bellico moderno; intervento immediato di forze terrestri e aeree americane in caso di ostilità. I cinque di Bruxelles cercano di ottenere {queste due cose attraverso il patto atlantico. Ora, 1 plani dello stato maggiore americano non prevedono, sembra, un Intervento Immediato nell'Europa continentale. La difesa delle isole britanniche, dell'Africa del nord, del Medio Oriente, è indispensabile per assicurare le basi di una guerra contro la Russia e verrebbe perciò assicurata. Invece secondo il collaboratore, del Figaro lo stato maggiore americano non riterrebbe possibile, per ora, la difesa del continente. Cosi, la seconda esigenza, quella di una partecipazione americana alle operazioni terrestri in Europa non verrebbe soddisfatta. ' Quanto alla prima esigenza, che consiste nei rifornimenti bellici, ci sono certo maggiori speranze. Ma 11 collaboratore del quotidiano parigino non si mostra molto ottimista. Per armare modernamente 30 divisioni francesi occorrono 15 miliardi di dollari (circa mezzo miliardo per divisione); non saranno troppi anche per le finanze americane? Si prevedono, infatti, rifornimenti assai più limitati. Questi sono i termini del problema militare dell'Europa. Nessuno crede, probabilmente, nei circoli dirigenti occidentali a un pericolo di guerra immediato. Passato il momento di crisi dell'estate scorsa le previsioni sono più ottimisti' che, quantunque con moderazione. Ma i problemi strategici rimangono intatti, anche se non sT ritiene imminente la guerra. La potenza militare ha una influenza decisiva pure in tempo di pace nella soluzione di problemi e negli urti di interessi. Cosi queste valutazioni vanno considerate In tutto il loro peso. L'Europa occidentale, non solo non può vivere economicamente per un numero di anni che supera il periodo del piano Marshall senza aiuti americani, ma neppure è in condizione, non diciamo di fare equilibrio alla potenza rus sa, ma di rendere difficile e contrastare una «discesa> sovietica nell'Occidente. Anche qui restiamo subordinati all'aiuto e all'appoggio ameri cano senza il quale ci troveremmo indifesi. Del resto i due fatti sono strettamente legati: l'impotenza militare dell'Europa è una conseguenza della sua impotenza econonrea ' tutte e due derivano dal decli- nò'defla nostra vitalità . • ' ,. Domenico Bartoli
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