La fiducia al Governo sulla questione palestinese

La fiducia al Governo sulla questione palestinese Alia Cameya dei Comuni La fiducia al Governo sulla questione palestinese (Uni nostro corrispondente) Londra, 26 gennaio, la Camera dei Comuni ha dato la fiducia al Governo con 283 voti contro 193 dopo una discussione sulla politica palestinese, ma il Governo ha avuto questa volta le palle nere del partito conservatore che finora aveva dato il suo appoggio patriottico e disinteressato alla politica estera dei socialisti. Nel suo discorso Bevin ha 'cominciato con l'assicurare la camera che le negoziazioni per il riconoscimento de facto dello Stato d'Israele continuano in particolar modo con i governi dell'Unione occidentale (un pessimo esordio, si diceva stasera nei corridoi, perchè tutti erano convinti che Bevin avesse dilazionato l'annuncio del riconoscimento per averlo come asso di quadri nell'odierna discussione). Bevin ha poscia soggiunto che l'intenzione degli Stati Uniti di riconoscere & regno della Transgiordania è un fattore importantissimo. Quindi è passato a fare la lunga storia della situazione palestinese dal 1017 quando era stata annunciata la dichiarazione Balfour per gli ebrei fino ad arrivare al 1945. Ha passato in rassegna gli sforzi congiunti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna per arrivare a una conciliazione fra arabi e ebrei. Bevin ha poi dato una stoccata alla Cecoslovacchia: ^Mandare armi alle forze d'Israele è stato da parte della Cecoslovacchia, membro delle nazioni unite, una flagra1 ^ violazione della decisione ci. Consiglio di sicurezza ». Bevin ha poi spiegato l'invio di truppe e di aerei britannici ad Akaba: « Là abbiamo mandati in virtù dei nostri impe gni di trattato con la Trans giordania». Infine Bevin ha parlato delle negoziazioni di Rodi ed ha detto: « Se queste dovessero fallire la guerra fra arabi ed ebrei riprenderebbe con maggior violenza, e di' venterebbe impossibile per la Gran Bretagna restare indif■ ferente ». Subito dopo si è levato a parlare Churchill e si è sentito immediatamente che Churchill era oggi sul suo più vecchio cavallo di battaglia. « Dovremo — ha detto Churchill — registrare la nostra disapprovazione per la stupefacente politica palestinese del governo socialista non soltanto a parole, ma con il nostro voto. Nessuno ha mai proclamato tanta fiducia in se stesso quan to Bevin nel maneggio della politica palestinese e nessuno è mai stato cosi flagrantemente smentito dagli avvenimenti. «Io sono sicuro che per quanto Bevin protragga le consultazioni dovrà riconoscere, e al più presto possibile, il governo d'Israele. Ma ben più grave è che il governo britannico, si trovi su questa delicata questione in disaccordo con il governo americano senza rendere nel tempo stesso nessun servizio agli arabi. Se si pensa che abbiamo gettato tutti i frutti del passato, sembra del tutto assurdo ostinarsi a rifiutare una strisciolina di deserto nel Negeb agli ebrei. Non resta che sperare che essendo andati. ad Akab ci resteremo fino a quando l'intera questione palestinese sarà, stata risolta per sempre dalle Nazioni Unite e fino a quando la decisione delle Nazioni Unite sarà accettata e rispettata tanto dagli ebrei quanto dagli arabi. «Per quel che riguarda gli aeroplani britannici abbattuti, non posso far altro che dire che la curiosità di apprendere cosa avveniva nella zona di combattimento non giustificava un gesto cosi inconsulto. La Gran Bretagna si trova ridotta al punto di avere 1 suoi aeroplani abbattuti impunemente in una perlustrazione atgcpnqfcqhdgafbndlèrPzSpiRDgelppsnaftrpaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiieiii* Violento attacco di Churchill alla politica di Bevin apparentemente pacifica; si trova trattata, con disdegno dal governo d'Israele e, peggio ancora, non ha neanche più l'appoggio del consesso internazionale ». Churchill ha terminato con queste severe parole: «L'opposizione dovrà questa notte far sentire la sua protesta contro una politica durata quasi quattro anni, la quale ha privato la Gran Bretagna del credito che si era guadagnato e dei diritti che aveva acquistato, una politica che ha fatto della Gran Bretagna una burletta internazionale e il capro espiatorio di tutte quelle nazioncine che non hanno mai dato alcun contributo reale alla pace internazionale ». Dopo il discorso di Churchill è seguita la votazione con i risultati già detti. c. m. f. psccAilnrvsvrl'rStcSv«ndviiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii