Kravcenko impetuoso confesta le testimonianze della difesa

Kravcenko impetuoso confesta le testimonianze della difesa Kravcenko impetuoso confesta le testimonianze della difesa Bilancio delle tre prime udienze - Sarcastiche battute del presidente e dell'a/vv. Izard - "Lunedì sentirete i miei testimoni,, grida lo scrittore (Dal nostro corrispondente) Parigi, 26 gennaio. « Lunedi sentirete miei testimoni* ha, gridato Kravcenko durante l'udienza di oggi. Il processo si è interrotto stasera e riprenderà, all'inizio della settimana prossima: la XVII sezione del tribunale di Parigli lavora soltanto i tre primi giorni della settimana e nemmeno urt caso giudiziario come questo può modificare il suo orario, Lunedì verranno alla sbarra i testimoni della parte civile che si alterneranno con quelli della difesa: sarà la prima grande giornata di Kravcenko. L'esule è irritati* simo perchè la procedura giudisiarla mette sotto inchiesta lui non meno degli avversari. Maitre Izard, il suo avvoca ■to, uscendo stasera dall'aula, ci raccontava che deve frenare continuamente l'impeto del cliente sempre pronto a gettarsi nella mischia, sempre deciso ad attaccare. Abbiamo avuto l'impressione che Izard fosse piuttosto preoccupato per quella violenza di temperamento, e certo egli fa di tutto per moderare l'esule e per guidare e integrare con i propri abili interventi la pascione dell'altro. Della coppia Kravcenko è il cuore e Izard il cervello, ed è naturale che la ragione si preoccupi di un eccesso di passionalità. Sembra che a momenti il linguaggio di Kravcenko sia così brutale che gli interpreti lo attenuino assai nella traduzione 30 anni di vita europea Prima di passare ai particolari della seduta facciamo un. rapido esame complessivo delle tre prime giornate di discussione.. Tante cose sono stute dette, tanti episodi evocati che non basterebbe un grosso volume pe- raccontarli e discuterli tutti con calma. Lo dissi fin dal primo giorno: vengono portati nel dibattito 30 mini di vita europea giudicati da due punti di vista opposti. Ma tutto questo è lo sfondo. La sfondo se interessa vivamente chiunque partecipi in qualche modo alla storia contemporanea, non può aiutare molto i giudici a decidere la causa. Qui bisogna dimostrare che Kravcenko non ha scritto il suo libro e ami che lo ha lasciato scrivere agli agenti americani. Certamente se si potesse provare che in Russia le epurazioni sanguinose non sono mai avvenute e che i contadini cantavano in coro le lodi di Stalin mentre portavano il grano all'ammasso, un progresso note- llIIIIIIIIIIIMII llllllillltllltlllllllllilllllllllllll o l a I i i l o a à i a a i e l o d r r e i è d i n. e e i o i e e e i i o . i n - lllllilillllllliuillllltlllllllllllllllllllljllllll Ili vote verrebbe fatto dalla difesa. Ma non sarebbe neanche quella una prova decisiva. Per rovesciare del tutto le posizioni occorre convincere il tribunale che il fuoruscito ucraino non è l'autore di « Ho scelto la libertà», ma solamente un prestanome prezzolato. Ora ci chiediamo: quali progressi sono stati fatti in quel senso? Quali prove sono state portate? Quello che dice un esule Nessuna prova convincente, nessun elemento decisivo, a nostro parere. Non basta l'episodio del primo giorno quando sembrò che Kravcenko non conoscesse l'esistenza di « Casa di bambole» che pure viene ricordata nel mio libro. La con fusione che fanno i traduttori è grande e un equivoco può avvenire facilmente. Non basta l'affermazione, del retto dubbia, che in « Ho scelto la libertà» ci sono alcuni errori di geografia, nè il sospetto legittimo che un uomo normale non possa avere la memoria ostentata da Kravcenko nel ricordare fatti, persone e colloqui. « Evidentemente il libro è un po' romanzato», ha riconosciuto il presidente. Ma questo non prova il punto fondamentale della causa. E non provano niente di più, le osservazioni grammaticali e ortografiche di un professore francese di lingua russa che riferiamo dopo. Kravcenko ha scritto o no il suo libro? Nessuno può affermarlo o smentirlo con sicurezza per ora. E così negargli la paternità dell'opera equivale a diffamarlo. « E' un po' romanzato » certamente. Non si può dire di più se si vuole rimanere nel giusto. Molti, è vero, si servono di « negri », come vengono chiamati quelli che scrivono per conto di altri, oscuri collaboratori di uomini talvolta celebri e fortunati; ma difficilmente il fatto viene scoperto e denunciato. Riusciranno i comunisti a portare alla sbarra il « negro » di Kravcenko che dovrebbe essere anche un agente americano f Ecco il punto centrale del dramma L'udienza comincia con la lettura di un articolo dell'exufficiale russo Michele Koriakof, esule in America. Si era detto ieri che Koriakof fosse ostile a Kravcenko. L'articolo invece elogia Ho scelto la libertà come un'opera seria e veridica. Poi riprendono le testimonianze in difesa di Lettres Fianqaises. Il primo a deporre è il famoso scrittore Ver- cors, non comunista, ma simpatizzante. E' l'autore di II silenzio del mare, un romanzo molto popolare sulla resistenza. Le sue dichiarazioni sono nettamente ostili alla parte civile e favorevoli agli accusati. Vercors dice che un libro simile sarebbe stato certamente pubblicato dai nazisti, mentre nei primi anni dopo la liberazione il governo francese lo avrebbe vietato. Le ragioni per la diffusione del libro sono evidenti: propaganda antisovietica. Avv. Izard — Lei ha protestato per il processo contro comunisti americani. Perchè non ha detto nulla delle con danne inflitte ai sindacalisti in Poloniat Vercors — Nessuno mi ha chiesto il mio giudizio. Presidente — Passiamo ad altro. Non rifaremo a Parigi i processi di Varsavia, Izard — Conosce il testimone le critiche sovietiche al Silenzio del mare? Wurmser (uno degli accusati) — Fu edito dal nostro compagno Aragon durante la clandestinità, Izard — Lo avete stampato allora perchè vi serviva. Dimostrerò ampiamente che i comunisti cambiano direttive e giudizi in 48 ore, secondo gli ordini che ricevono. Viene il secondo testimone, un comunista regolarmente inscritto: Jean Baby; professore di storia. Cerca di dimostrare che il libro è pieno di gravi incongruenze e inesattezze. Baby — L'autore ricorda perfino certi fatti avvenuti quando aveva due anni. Presidente — Parla anche della sua nascita e questo indicherebbe una memoria straordinaria (il pubblico ride). Bisogna essere seri (continua sempre il presidente), nel libro c'è una parte di romanzo e l'autore non lo nega. Baby — La parte romanzata dà il carattere a tutto il libro. E non è stile da romanzo russo: è romanzo americano. Ci sono assurdità incredibili. In un villaggio dell'Ucraina mezzo morto per la fame, fautore in otto giorni risolleva gli animi e tutti allora cantano e ballano. A questo punto Kravcenko, che dapprima non ha ben capito la domanda di chiarimenti fatta attraverso l'interprete, spiega come ha fatto per mutare lo spirito in quel villaggio dell'Ucraina. Proteste del pubblico Baby passa ad altre critiche. E' impossibile che ci siano stati dieci milioni di morti russi per le epurazioni. La popolaste ne è assai cresciuta dal '17 in poi (da 117 a 180 milioni); e così continua, soffermandosi specialmente sulle epuraeioni. Baby — Non ci sono state persecuzioni in Russia (nell'aula una parte del pubblico protesta e rumoreggia, subito richiamata dagli agenti). Kravcenko (eccitatissimo) — Lunedi porterò i documenti, tra l'altro un rapporto del sostituto di Malenkov, segretario del partito comunista russo. Tutti i vecchi bolscevichi sano stati liquidati: ci sono solamente otto superstiti, compreso Stalin, fra i veterani della rivoluzione di Lenin. Izard — La difesa vuole trascinare le cose in lungo per sfuggire al giudizio. Ecco il signor Baby che fa da critico letterario, critico sanitario, critico demografico, critico storico, ecc. Baby (continuando senza turbarsi) — Bisognerebbe confrontare il testo russo con il testo americano del libro. Nella prefazione si dice che la traduzione inglese è stata ritradotta in russo per far constatare a Kravcenko che il suo pensiero era stato ben compreso. Bisogna vedere questi testi. Izard — Li esibiremo al tribunoh.. Ma il prof. Baby legge il russo? Baby — No, ma posso leggere nella traduzione francese che Kravcenko consiglia praticamente di fare la guerra alla Russia prima del '60 perchè allora la Russia, secondo lui, sarebbe inattaccabile. E' una provocazione bellicistica. Qui da un lato atanno i difensori della Francia e dall'altro un individuo abbietto. Anche oggi il metodo della difesa è quello di alternare un comunista a un simpatizzante. Eoco infatti il cosiddetto marchese rosso, il deputato Emanuele D'Astier de la Vigerle, alto, distinto, moderato nella esposizione e nei modi: fa parte di un gruppo parlamentare affiliato a quello comunista. Rievoca la situazione del '44 quando Kravcenko lasciò la missione russa di Washington e fece le famose dichiarazioni alla stampa americana per met- . tersi subito sotto la protezione dell'opinione pubblica. D'Astier — Io ero allora commissario agli Interni nel governo provvisorio presieduto dal generale De Gaulle ad Algeri. Se Kravcenko fosse stato nella mia giurisdizione lo avrei fatto subito arrestare e tutti, anche i miei colleghi di estrema destra, mi avrebbero approvato. Non giudicherò mai un fuoruscito in quanto tale, ma uno che abbandona il suo paese in guerra è un traditore. Per giudicare di che specie di libro si tratta basta sapere che l'editore è anche un grosso banchiere collegato a tutta Patta finanza americana. Quanto all'editore francese dirò solo questo: ha pubblicato due libri di Charles Maurras (il capo del nazionalismo francese condannato ai lavori forzati a vita). Un errore di ortografia Il prof. Perousse, studioso di lingua russa, penultimo testimone della giornata, è un tipo umano del tutto diverso: ha l'aria di un uomo da biblioteca, è magro, porta gli occhiali. E' lui che rileva gli errori di ortografia. Kravcenko in un suo articolo in lingua russa ha scritto un certo nome di città con due T e una P: invece usila traduzione americana la grafia è diversa ed è sbagliata. Presidente — Gli rimproverate solo un errore di ortografia? Ma il professore passa alla grammatica con la stessa puntigliosità. Un intervento di H'ravcenfco chiama in causa, non si capi, sce bene perchè, il comunista Joliot Curie, premio Nobel e direttore delle ricerche atomiche francesi: «quell'agente del Kremlino» lo chiama Kravcenko. L'interprete giurato, nella traduzione, salta l'espressione e provoca proteste e grida da parte della difesa. L'ultimo che viene alla sbarra è il colonnello Marquié, un capo partigiano comunista che mesi fa, quando era a capo di una missione ufficiale a Mosca, si schierò in favore del governo sovietico contro il proprio nel commentare l'incidente franco-russo dopo il quale la sua missione era stata invitata a lasciare il territorio delVU.R.S.S. Marquié parla svelto e disinvolto, descrivi con entusiasmo la vita nell'Unione sovietica; esalta i prigionieri russi che preferirono morire piuttosto che combattere nell'esercito di Vlassov contro la, patria. Izard — Se un cittadino sovietico avesse fatto le stesse dichiarazioni che fece lei contro il suo governo che cosa sarebbe accaduto? Sarebbe rientrato nel suo paese? Marquié — Bisogna agire sempre secondo la propria coscienza e occorrendo pagare di persona. Izard — Lei come ha pagato? Marquié — Ho fatto quindici giorni di fortezza essendo ufficiale, ma non attribuisco importanza al fatto. Izard — E un cittadino sovietico al posto suo che pena avrebbe avuto? Con queste battute polemiche si chiude l'udienza. Lettres Frangaises ha citato 65 testimoni; Kravcenko una quindicina. Continuando così al ritmo di quattro o cinque testi al giorno il processo dovrebbe durare parecchi mesi. Dei testimoni russi non si ha ancora notizia. Ieri i comunisti dicevano che erano già qui. Oggi non si sa nulla. Verranno? a. b.