Bevin impegna l'Inghilterra alla collaborazione europea

Bevin impegna l'Inghilterra alla collaborazione europea Bevin impegna l'Inghilterra alla collaborazione europea "Voglio vedere in Europa un organismo pratico in cui cessino di esservi inglesi, francesi, italiani o belgi e vi siano solamente degli europei,, e i i e , a o e ; e (Dal nostro corrispondente) Londra, 25 gennaio. Bevin è stato ospite d'onore ad una colazione offertagli dall'associazione della stampa estera, alla quale hanno partecipato tutto il corpo diplomatico e molte personalità politiche; e Bevln ha pronunciato un discorso — che è durato quasi un'ora — di particolare interesse, perchè e stato radiodiffuso all'America, e Bevin ne ha colto l'occasione per parlare ampiamente del piano Marshall, del Patto Atlantico e della controversa unità europea. L'Illustre uomo politico ha ricordato che nel 1947, proprio quando egli stava pensando come si potesse salvare quella civiltà occidentale che egli tanto ama, la civiltà della nostra vecchia Europa, era venuto il discorso di Marshall a Harward; poi era venuto il piano Marshall; poi egli, Bevln, aveva potuto annunciare alla Camera dei Comuni l'idea dell'unione occidentale: «La mia speranza aveva trovato eco in Francia, nel Belgio, in Italia e in altri Paesi; e cosi erano venuti altri organismi, il comitato economico anglofrancese, il comitato angloitaliano, nel quale l'ambasciatore Gal la rati Scotti mi ha cosi efficacemente aiutato; e poi avevamo avuto il trattato di Dunkerque con la Francia, e lo sono convinto che quel documento ha fatto molto per l'Europa e per la pace. E poi era venuto il comitato economico del piano Marshall: la prima volta, che diciannove Nazioni ai erano sedute allo stesso tavolo e avevano cercato di produrre un piano comune. « Cercheremo — ha detto Bevin, con calore — di creare una mentalità europea. Io ho sempre avuto in mente una federazione degli Stati europei; l'avevo propugnata negli anni antichi della mia vita politica, l'avevo discussa con Thomas e con Briand; e ho sempre sentito che se si vuole salvare l'Europa, l'Europa deve essere unita. Bisogna organizzare tutto, cominciando dall'economia; da questa ne deriverà la collaborazione politica. Chiave di un vasto Impero «Bisogna tuttavia tener-presente che noi, qui in Gran Bretagna, siamo la chiave di volta di un vasto impero. Non pertanto in questa organizzazione graduale dell'Europa occidentale c'è già stato un punto basilare; la commissione permanente che studia tutti i problemi economici, finanziari e, più di ogni altro importante, quello delle difese: è la prima volta che si è arrivati a creare una difesa unica dell'Europa, un solo esercito, una sola marina; < Ora siamo andati un passo più innanzi: la comunità delle Nazioni occidentali, di cui il Patto Atlantico sarà ilPttmUsrfresucevtsimbolo e la garanzia. Se il n o a o e o n i n e i i a i a à i l Patto Atlantico sarà compie, to, avremo il più grande con. tributo mai dato alla pace dei monto. Nè questo patto e la Unione Occidentale intendono sostituire le Nazioni Unite, Parlando poi dell'Unione europea, Bevin ha detto: « Io faccio questa solenne dichiarazione come ministro degli esteri: che se la salute mi sostiene, prima di lasciare il mio ufficio, io considererò come il coronamento della mia vita pubblica l'aver creato l'unità europea su basi solide. Ma io voglio evitare che l'unità europea diventi una mera bottega di chiacchiere per votare dei begli ordini del giorno; io voglio vedere in Europa un oi ganisrao pratico in cui cessino di esservi inglesi, o francesi, o italiani, o belgi, e vi siano solamente degli europei. Onde mi si deve perdonare se, in questo momento, io rifiuto di lasciarmi trascinare in un organismo puramente teorico, perchè io voglio un organismo concreto e capace di funzionare, e per questo spero che il consiglio dei cinque ministri degli esteri (i bruxel listi), che si raduna questa settimana, arrivi ad una soluzione verso un'unione reale. Salveremo la civiltà « E' increscioso che la Russia non aou-a voluto pariecapare al piani» Marshall e abbia veauto, tanto in questo quanto nell'Unione Occidentale, un complotto anti-sovietico; che la Russia, cioè non abbia compreso ciò che il piano Marshall e l'unità europea avrebbero rappresentato per l'Europa intera. Diciotto mesi fa io avevo salutato la comprensione che l'America mostrava di avere per l'Europa nel discorso di Marshall. Ora saluto l'affermazione di Tra man che le risorse americane saranno a disposizione "dell'Europa e di tutte quelle regioni del mondo non sufficientemente sviluppate, perchè io sono convinto che il più gran, de e il più forte argomento contro il comunismo sta nel sollevare il livello della vita, e che facendo rinascere »e masse lavoratrici dell'Europa e portandole nel più breve tempo possibile a migliorate condizioni, noi salveremo la civiltà europea per la libertà di tutti i pope®». E' chiaro che questo discor. so mirava a rispondere alle molte critiche della stampa americana, che si erano andate intensificando per la politica palestinese: il ministro degli esteri britannico ha voluto cioè dare a Trumaii una risposta non meno pronta ed entusiastica di quella che ave. va dato a Marshall dopo il discorso di Harward. Che il discorso odierno non contenesse alcun accenno alla questione palestinese e al riconoscimento de facto dello Stato d'Israele è comprensibile, in vista della discussione che avverrà domani ai Comuni e delle dichiarazioni che Bevin farà ap pena aperta la seduta. C. M. Franzero LnnctgpnGoridlnpdevrvibsolzbl L'offensiva di pace è già finita? Berlino, 25 gennaio. I massimi esponenti comunisti dell'intera Europa hanno oggi apertamente denunciato gli Stati Uniti e l'Inghilterra nei corso della prima giornata del congresso del partito di unità social-comunista, che si svolge a Berlino. Gli attacchi contro le potenze occidentali sono stati caratterizzati da una tale veemenza da indurre gli osservatori politici locali a ritenere già finita la famosa «offensiva di pace» iniziata recentemente da tutti i partiti comunisti europei. Alla prima giornata dei lavori erano presenti diversi rappresentanti dell'Unione Sovietica, dei partiti comunisti italiano, inglese, francese, belga, svedese, norvegese, spagnolo, olandese e greco, oltre ai delegati del paesi dell'Europa orientale. La deduzione che il congresso non abbia intenzione di seguire la tattica conciliativa adottata negli ultimi dieci giorni dai leaders comunisti dell'Italia e della Francia è risultata chiaramente nella seduta di stamani, quando il capo della propaganda russa, col. Serge Tulpanov ha dichiarato all'assemblea che l'Unione Sovietica si trova Baldamente alle spalle del popolo tedesco nel compito di «frustrare i plani criminali ed l'America ». aggressivi del-

Persone citate: Bevin, Briand, Franzero, Serge Tulpanov