Errori britannici di Enrico Emanuelli

Errori britannici L'AFFERMAZIONE ITALIANA NELLE ELEZIONI A TRIPOLI Errori britannici Probabile sindaco il capitano di fanteria Taher Bey Caramanli (Dal nostro inviato speciale) Tripoli, 22 gennaio. Anche a Tripoli, con le elezioni municipali, è arrivata qualcosa che si può chiamare democrazia. Gli italiani e gli arabi sono d'accordo nel dire: « E' arrivata con molta entezza e con parecchi difetti ». Ad ogni Triodo, detto questo, martedì scorso gli abitanti di Tripoli sono andati a votare per scegliersi dieci consiglieri arabi, tre italiani, due ebrei e un maltese. Sono andati ai seggi con ordine, poi sono tornati a casa e hanno aspettato tre atomi per conoscere i risultati. Bi trattava di ■ verificare poco più di 12 mila schede, un lavoro che si poteva sbrigare in poche ore. Invece durante il mercoledì, il giovedì e il venerai, quelle poche schede sono state contate e ricontate parecchie volte. Finalmente ieri mattina, tutti potevano conoscere in forma ufficiale l'esito. Vale la pena di dirlo subito: su 10 arabi nominati, il capolista è Taher Bey Caramanli, ex-capitano del nostro esercito, da tutti conosciuto come amico dell'Italia (con 11.556 voti), l'ultimo è Hag Taher Scerif, sicuro amico degli inglesi (con 3^78 voti) Dei rimanenti 8, ben 7 hanno dichiarato simpatia per l'Italia e uno soltanto, cioè Ali Fighi Hassan, da buon estro mista, è contro tutti, contro di noi e contro gli inglesi. Il « Comitato rappresenta tivo italiano » aveva suggerito tre nomi; quello del dottor Corbella, del dottor Longo, di Carlo Giusti, e la terna è stata la vincitrice (contro altri 7 candidati). I due ebrei eletti e U maltese formano un'altra terna di filo-italiani. E gli italiani di Tripoli, da ieri, passeggiando sotto i portici di corso Vittorio Emanuele, di cono: « Ecco, dopo sei anni questa è la prima consolazione che abbiamo ». E aggiungono: tCon simili risultati, il primo sindaco di Tripoli sarà un arabo, ma un arabo che è nostro amico, un capitano di fanteria ». Il brigadiere Travers Ro: bert Blackley, da parecchi anni Amministratore Capo della Tripolitania, proprio il giorno della votazione era partito per Londra. Lo aveva chiamato il ministro- Bepin. E' tornato venerdì sera, in tempo per essere lui a dare al governo di Londra la notizia dell'esito di questa prima votazione. Come tutti ormai hanno capito, dal punto di vista inglese è una ben magra notizia, perchè rivela umori e passioni che molti ignorano. Gli arabi, gli italiani, gli ebrei sono quasi tutti concordi nel dire: l'amministrazione inglese ha creato l'atmosfera adatta per una simile affermazione filo-italiana ». E per spiegare simile frase, bisogna riprendere la storia delle elezioni di Tripoli dall'inizio. E' una storia non lunga, nemmeno complicata e comincia con il proclama n. 180, che porta la data del So maggio 19^8. Vi si legge: « Io, Travers Robert Blackley, ufficiale dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico, brigadiere, Amministratore Capo, proclamo quanto segue ». E se- sptipspsizlesompQmntgdaB(gdriib—qraFBlglpa«attivano 27 articoli, in cui si diceva che sarebbero stati eletti i consigli municipali in Tripolitania, in cui si diceun chi poteva votare, e cioè soltanto i capi-famiglia, di sesso maschile (gli arabi, alle donne, certi atti non li lasciano compiere), in cui si dicevano molte altre cose, facilmente immaginabili, e tutto andava bene. Ma davanti all'articolo 24 e all'articolo 26, gli arabi, gli italiani e gli ebrei rimasero eoa gli occhi spalancati per la meraviglia. Dice il primo di quei due articoli: « L'Amministratore Capo può a sua discrezione sospendere o annullare in qualsiasi tempo Qualsiasi deliberazione del Consiglio Municipale ». Dice altro: « L'Amministratore Capo può sospendere o sciogliere qualsiasi consiglio municipale per motivi di incapacità o di ordine pubblico ». Quando lessero simili parole, moltissimi arabi, molti italiani e molti ebrei, tutti suscettibili e diffidenti per varie ragioni, pensarono: « Ad elezioni di questo genere se ci vuole andare- vada lui, il brigadiere Blackley, noi staremo a casa », (E infatti il SO per cento degli elettori non vi andò). Era il primo colpo a vuoto del brigadiere Blackley. Eppure simile proclama, nelle sue intenzioni, doveva portare agli inglesi le simpatie degli arabi: « Vedranno — si pensava — che gli inglesi danno loro qualche soddisfazione ». In realtà tutti i partiti politici arabi (il Partito Nazionale, il Fronte Nazionale Unito, il Blocco Nazionale di cui si parlerà meglio un'altra volta) vogliono in un modo o nell'altro l'indipendenza della Tripolitania; ma numerosi loro aderenti ragionano poi così: « In definitiva tale indipenden¬ za ci dovrebbe essere data da qualcuno .che sta a Parigi o a Londra. Se ce la negassero, allora piuttosto che altri, tornino pure gli italiani. Hanno lavorato e lavorano con noi, li conosciamo già, parliamo la loro lingua-». Gli arabi dal 19lfS ad oggi, non hanno mai fatto un gesto ostile contro gli italiani. Invece contro altri si; prima (nel 19^5) contro gli ebrei, dopo (il 17 febbraio dell'anno scorso) contro gli inglesi. Il brigadiere Travers Robert Blackley è un ottimo funzionario sudanese, parla molto bene l'arabo e, nelle sue faccende, sa prendere buone precauzioni, così pensò di saggiare il «regalo» prima in centri minori a Zliten, a Boms, a Taruna, a Cussabat, a Garian, a Jefren, a Nalut. Dal suo punto di vista le cose non dovettero andar bene. Gli elementi filo-inglesi rimanevano indietro, tanto indietro da far brutta figura. Tripoli poteva dare dunque una delusione più grossa e davanti a questa incognita Blackley commise un nuovo errore. Infatti poche settimane prima delle elezioni di Tripoli, venne pubblicato l'Avviso Generale n. 5S1, in cui si diceva: «Il consiglio municipale di Tripoli sarà composto da 16 consiglieri elettivi e da un numero di consialieri non superiore a 7 nominati dall'Amministratore Capo ». Gli arabi, gli italiani, gli ebrei sul subito credettero a un errore, pensarono d'aver letto male; quando poi seppero che non vi era errore, che non avevano letto male, esclamarono: « Adesso é troppo; l'Amministratore Capo ci vuol prendere in giro ». / votanti, grosso modo, a TripoH erano cosi suddivisi: 16 mila arabi, 10 mila italiani, 1 mila ebrei, 2 mito maltesi. Di costoro metà rimase a casa, forse di più, gli altri andarono a votare; e più ohe al consiglio municipale pensarono di difendersi dalla falsa democrazia del brigadiere Blackley. Oggi sicuramente si sa che 8 fra gli eletti arabi, che i tre italiani, che i due ebrei, che l'unico maltese quando si troveranno riuniti per la nomina del sindaco voteranno per Taher Bey Caramanli, che saranno z.J voti. Anche con l'aiuto dei 7 consiglieri di nomina inglese, un probabile avversario avrà dunque soltanto 9 voti. Così il primo sindaco di Tripoli sarà un capitano di fanteria dell'esercito italiano, un amico dell'Italia, e qui lo si dice senza stupide nostalgie. Enrico Emanuelli