Patetica arringa del primo difensore

Patetica arringa del primo difensore IL PROCESSO LO VERS O Patetica arringa del primo difensore Palermo, 18 gennaio. La serrata requisitoria del P. O. e la sua richiesta di condanna all'ergastolo per l'Imputato Lo Verso hanno riportato sol processo l'attenzione del pubblico ed un pubblico numeroso affollava oggi l'aula per udire le arringhe della difesa. Ha per primo la parola l'avvocato Romano Battaglia. L'oratore si propone di smantellare per amore della verità cine!le che egli definisce 1 tre assurdi del processo e cioè: primo, si è sostenuto che le iniezioni venefiche fossero diverse, secondo, che la signora Mulatto non fosse affetta di tossicosi gravidica, terzo, che il Lo Verso odiasse la moglie. Questi tre assurdi, appunto che ingombrano 11 processo, costituiscono lo scheletro dell'orazione dell'avv. Battaglia, il quale ricorda come attraverso le prove specifica e generica risulti in modo Indubbio che l'iniezione praticata dal Lo Verso alla moglie fu una e massiva ed e possibile che con una Iniezione di circa 50 cmc. di btcloruro di mercurio la signora Malatto potesse sopravvivere venti giorni. Passa quindi l'oratore all'esame della tesi difensiva, che cioè l'Iniezione fu praticata per errore, e a conforto di ciò ricorda che venne operata in presenza di tutti 1 parenti, che furono subito chiamati diversi medici per superare lo « choc », che vennero praticati tutti l rimedi per combattere l'avvelenamento e subito al professori Serio e Pavone il Lo Verso ebbe a comunicare 11 sospetto di avere avvelenato per errore la propria moglie. Riferendosi all'affermazione fatta ieri dal P. G.. che cioè U sospetto al professori • Serio e Pavone fosse stato comunicato dopo che il prof. Cusenza diagnosticò una tossicosi mercuriale, ne dimostra la infondatezza riferendosi alle date delle visite fatte e al contenuto della dichiarazione del prof Cusenza il quale ammise che, quando ebbe a fare la diagnosi di tossicosi mercuriale. Il Lo Verso gli disse che 11 prof. Pavone aveva proceduto all'esame della fiala. L'oratore legge quindi l'ultimo biglietto scritto dalla Malatto negli ultimi giorni di sua vita col quale pregava affinchè il suo Mimmo le stesse sempre vicino e la guardasse negli occhi e provvedesse ai suol bisogni per darle quell'assistenza che solamente un marito affettuoso può dare alla moglie Inferma. Se avesse saputo che il marito la odiava e avesse avuto Il sospetto di essere stata da lui avvelenata con riolo, la signora Malatto avrebbe visto con orrore 11 marito e non lo avrebbe chiesto vicino a sè. Passando all'esame della versione data dall'Imputato sull'errore, ricorda che le Iniezioni furono effettuate; la stessa suocera, infatti, nella prima sua dichiarazione ne aveva fatto cenno. Dimostra poi come, trattandosi di fiale > riiitì.iIettate •, l'errore fosse possibile e che in fondo alle fiale di btcloruro di mercurio non potevano rimanere 1 sedimenti, essendo la soluzione avvenuta In un recipiente. « Non ci risulta alcun precedente di avvelenamento per errore con sublimato»: aveva affermato il P. G.: e l'oratore della difesa cerca di smentirlo ricordando moltissimi casi del genere elencati net testi di tossicologia del Carrara e del Cecconi e cita alcuni processi celebratisi dinanzi alla Corte di giustizia francese per fatti analoghi. Dimostra che 11 blcloruro di mercurio veniva usato • viene usato tuttavia per cure antlluetlche. per cura delle plaghe torbide e per la disinfezlone. portando a conforto del proprio assunto diversi trattati di tossicologia e di far. macologia. Leggendo il rapporto dell'ispettorato di P. S.. dal quale si rileverebbe che esistevano In Palermo preparati di arsenobemzolo, rileva come gli stessi verbalizzanti ebbero ad affermare che tali prodotti venivano portati dagli • Intrallazzisti » al di qua delle 11-ee di combattimento ed erano In pochissima quantità e costosissimi. L'air. Battaglia sfiora quindi la causale che avrebbe spinto il suo difeso a sopprimere la moglie e rileva che, mentre in un primo tempo essa si faceva ricadere suli'ex-suora Filomena Salzillo, 11 P. G. in udienza invece ha -ffermato che era per l'odio che 11 marito aveva contro la consorte. Per dimostrare la infondatezza di tale affermazione, il patrono di difesa ricorda le dichiarazioni rese da tutti 1 testi e particolarmente dai congiunti della vittima e dal medici curanti e dagli amici di famiglia. 1 quali concordemente hanno affermato che, durante il decorso della malattia della signora Malatto, Il Lo Verso si mostrava preoc. cupatissimo e piangeva manifestando non già di avere odio ma amore verso la moglie, la quale nutriva per il marito tanto affetto si da scrivere li biglietto e le lettere allegate all'incartamento e la disposizione che se fosse morta le sue creature sarebbero dovute rimanere affidate al genitori di Mimmo.. L'avvocato chiude la sua arrin ga ricordando il sentimento della Malatto verso il marito, sentimento ricambiato, e la certezza che la stessa aveva della sua Innocenza. Dice che quella celeste creatura non trova riposo nella tomba, perchè non può permettere che per un altro errore si distrugga la sua famiglia. Avviandosi alla conclusione della sua arringa l'avv. Battaglia dice che Sofia Malatto è presente nell'aula accanto al suo Mimmo, che lo conforta e lo assiste e resterà In udienza fino a quando 1 giudici entreranno in camera di consiglio per giudicare; allora essa si avanzerà sul pretorio, si Inginocchierà davanti al Cristo e pregherà Dio perchè illumini 1 giudici r perchè per errore non commettano ilp. delitto. r. d. iiiiiiiiiiiimiiiiiiiiimiiimmiimiiiniiii ut Pigiama da donna a pantaloni. Molto originale la giacca ornata con figure geometriche nere su seta bianca

Luoghi citati: Palermo, Pavone