Una situazione cupa e senza via di uscita di Ugo Zatterin

Una situazione cupa e senza via di uscita LE AGITAZIONI IN PUGLIA Una situazione cupa e senza via di uscita , e a . (Dal nostro inviato special») i Bari, 8 gennaio. Ce una tecnica, che gli agitatori hanno applicata in questi giorni nelle campagne intorno a Bari, ed è una forma molto rudimentale di scioperi a catena, che tocca or questa or quella località, che incomincia dal braccianti agricoli, si estende agli edili, trabocca nello sciopero generale di tutte le categorie, volenti e nolenti. Si tratta di strappare qualcosa agli agrari, soprattutto al piccoli agrari, quelli che vivono sul posto e devono difendere con la proprietà anche l'esistenza. Quanto al grandi agrari, 1 possessori del latifondo, essi vivono a Bari, a Napoli, magari a Roma e dalla loro lontananza si limitano a rispondere «no» alle richieste dei braccianti, sicuri che alla fine 1 carabinieri o la Celere risolveranno ogni problema. Restano i piccoli, dicevamo, quel ceto di borghesi campagnoli che fanno da cuscinetto fra 1 latifondisti e i braccianti che prendono le schioppettate dei rivoltosi, sono presi di mira dal fisco, formano le commissioni incaricate di trattare con la Camera del lavoro, allo scopo di stabilire un nuovo « imponibile di mano d'opera » Ora gli agitatori hanno diviso i borghesi di campagna, bar c rotto la loro solidarietà di ca tegoria attaccandoli in locali tà e in tempi diversi: • dove non hanno trovato i «padroni », perchè questi erano scappati per tempo, si sono lanciati contro i loro rappresentanti contro 1 sovrastanti, contro i clcbrgd i campieri considerandoli « de¬ legati» del padroni, 11 hanno costretti con la minaccia del bastone o del fuoco, a firmare un accordo, borgo per borgo, famiglia per famiglia. «Tu davi lavoro a 80 braccianti », dicono gli agitatori a questo o quel proprietario; «Devi impegnarti a farne lavorare 120». Soggiungono: «Tu hai 1 soldi, lo puoi fare ». Non è evidentemente una soluzione del problema, è una dilazione, una pausa nella miseria di pochi braccianti. Il piccolo proprie tarlo spesso deve ricorrere alla banca, chiedere un prestito, perchè 1 braccianti possano lavorare In più sulla sua terra; ma preferisce Indebitarsi piuttosto che fare la fine delle sorelle Porro, che vedere 11 proprio palazzo bruciato, in una giornata di follia collettiva; e paga anche per i grandi proprietari, quelli di Bari, di Napoli, di Roma, che non hanno paura e perciò si ridono delle minacce delia Camera del lavoro. I comunisti, che cercano di incanalare la lotta dei braccianti, sanno che tutte le vittorie sono contingenti. Sanno che appena terminata la strada di Minervino, appena trascòrse le 5 mila giornate lavorative strappate agli agrari tutto sarà come prima di questa battaglia, sarà una nuova battaglia da ricominciare, con gli stessi sistemi, con gli stessi « slogans ». Lo sanno anche gli agrari che hanno ceduto, lo sa 11 ministro Segni che ha concesso la costruzione della strada, cosi come avrebbe potuto concedere la costruzione di una Torre di Babele o di un pozzo per l'inferno. La tattica del palliativi è ormai tradizionale nel paesi schiacciati del Tavoliere. L'applicano 1 governi da secoli, la applicano gli agrari, l'applicano gli agitatori di ogni colore che si sono succeduti. Il governo stanzia qualche milione, 0 qualche centinaio di milioni In moneta svalutata, per non dover usare il moschetto. Il ministro Segni ha fatto un nobile discorso a proposito dell'ente Irriguo, ma con le sue belle parole non può aumentare 1 200 milioni stanziati per un'opera che ne richiede più di mille. Gli agrari locali pagano qualche migliaio di braccianti In più, per avere salva l'esistenza durante qualche mese. Gli agitatori accettano la costruzione di una strada, forse inutile, e altre magre concessioni, per non sfigurare, per scrivere la parola « vittoria » sul loro bollettini. C'è stato un solo periodo in cui l'Italia aveva dei miliardi da spendere per nuove strade, per nuovi pozzi, per nuove installazioni di bonifica, che avrebbero recato il miracolo in tutto 11 Meridione. Ma quei miliardi furono spesi nel Tigral e nel Goggiam, per far concorrenza al personaggi di cui parlano 1 libri di storia. Prima che l'occasione si riproponga, molti altri agrari saranno caduti sotto 1 colpi di pala dei braccianti, molti braccianti avranno troncato l'urlo della fame sotto la raffica di un mitra Beretta, calibro 9. Ugo Zatterin

Persone citate: Beretta, Minervino, Porro