La "Giulio Cesare,, sta per partire

La "Giulio Cesare,, sta per partire La "Giulio Cesare,, sta per partire I marinai russi sono sulla nave assieme a quelli italiani - La vita dei comandanti a bordo ed a terra • Consigli per divertirsi a Odessa - 11 passaggio dei Dardanelli è libero Augusta, 8 gennaio. La partenza dal nostro porto del primo scaglione di navi da guerra italiane cedute alla Russia in base al trattato di pace è imminente. Si ritiene che il convoglio raggiungerà Odessa verso il 16 di gennaio. D'altra parte una notizia di oggi informa che la Turchia non ha nulla in contrario al passaggio delle navi dallo stretto del Dardanelli. Questa partenza di unità da guerra dal Mediterraneo, In buono o cattivo arnese, sarà seguita dall'arrivo nel medesimo mare di una sessantina di unità britanniche della « Home Fleet », tra cui due corazzate, cinque portaerei e due incrociatori. Il primo gruppo delle navi cedute alla Russia è costituito dall'ex-corazzata Giulio Cesare, ribattezzata Z. 11, da due sommergibili, (Nichelio di 600 tonn. e Marea, di 800) e da unità minori, come dragamine e rimorchiatori. Successivamente partiranno l'incroclatore Duca d'Aosta, con i cacciatorpediniere e la nave-scuola Colombo. Per scortare le navi fino al porto di Odessa occorreranno circa 600 uomini di equipag-gio, tutti italiani, che sono alcomando del capitano di fre- gata Ugo Giudice, designato dal Ministero della Difesa, il quale gli ha attribuito anche la funzione di ufficiale di collegamento con 11 capitano di vascello della marina soviet! ca Juri Costantinovich Zino-vieff, giunto ad Augusta in- sterne a 40 tecnici sovietici nell'ultima decade di dicembre. Si calcola che i nostri uomi- ni dovranno sostare a Odessa almeno una settimana perportare a compimento tutte leformalità necessarie alla ces-sione delle navi e per l'inven- tario del materiale di bordo. ll ritorno in patria avverrà abordo della nave sovietica per passeggeri Ucraina, un'unità di 8 mila tonn. che apparteneva alla marina germanica. La nave toccherà i porti di Istan bui, Alessandria d'Egitto, e getterà le ancore a Genova oa Napoli. Si era pensato in un primo tempo di rimpatriare 1 marinai italiani seguendo la via dell'Orlent Express, ma difficoltà di natura politica e burocratica (bisognava, tra l'altro, attraversare anche la Jugoslavia), hanno fatto opta- re per la via marittima. Ad affiancare 1 tecnici sovie- tici sono giunti ad Augustaldue alti funzionari dell'amba-i sciata sovietica di Roma, l'In-|gegner Anatolj Somltko e il signor Gurian. Il primo è ac- compagnato dalla giovane mo-glie, ed entrambi hanno presoalloggio all'Hotel des Etran- gers, nella vicina Siracusa. DI solito la coppia consuma i suoi pasti a bordo dell'ex-Gfiulio Ce. sare, insieme al signor Gurian, al comandante russo Zinovieff, al comandante italiano Giudi- ce e a 15 ufficiali di marina sovietici, che indossano però abiti civili. Quando gli Somi tko non mangiano a bordo, li si può trovare al «• Miramare » di Augusta, 0 al « Bar Sport », locali gestiti entrambi da comunisti. Gli altri componenti della missione russa,_sottuffi ciali e soldati di marina, gamellino alla mano, dividono il rancio con i nostri marinai. La venuta qui dei funzionari dell'ambasciata ha coinciso con le voci di sabotaggi che sarebbero stati preparati a danno delle navi da elementi nazionalisti e da ex-appartenenti alla X Mas; voci che furono riportate da qualche settimanale della capitale. Nel frattempo il Ministro della Di¬ fesa, Pacciardi, aveva dato or- dine che la Santa Barbara del. l lo Z. 11 venisse immediata- 1 mente sgomberata, che tutte ile munizioni dei piccoli e medi calibri e delle mitragliere ve- | Dissero trasportate a terra, salvi restando a bordo fino ad Odessa i proiettili per i cannomi da 320 mm. e i siluri dei due sommergibili, privi peròLdella testata carica di tritolo, j 1 quaranta tecnici sovietici ! sono biondi ragazzoni paffuti, piuttosto alla buona corretti e disciplinati; quelli che appar-! tengono ai gradi minori sono; propensi a fraternizzare con i1 o0^^1"'1^" ? baSn dÌ g6,?ti' e grandi manate sulle spalle. |I sovietici decantano il loro Paese e affermano che, se gli italiani vogliono divertirsi, a Odessa debbono portare calze di nylon e orologi da polso. Non rubli o lire, ma dollari. La moneta americana ha raggiunto alla borsa nera sovietica cifre elevate, ma il rischio del traffico è grosso. I « compagni » della marina rossa affermano che solo portando queste cose gli italiani potranno ottenere, a relativo buon mercato, volpi azzurre o stole di astrakan, oppure champagna russa o sigarette « Papiroat », che sono del tipo di lusso. I nostri marinai ascoltano attentamente; presto partiranno. Fino a Odessa le nari batteranno bandiera mer- cantile italiana, e ciò è essendo state radiate dai qua-dri della nostra marina da i guerra, J

Persone citate: Duca D'aosta, Gurian, Juri Costantinovich Zino-vieff, Pacciardi, Ugo Giudice