I pescatori francesi allentano il blocco (forse oggi una soluzione alla vertenza) di Alfredo Venturi

I pescatori francesi allentano il blocco (forse oggi una soluzione alla vertenza) Domenica di porti aperti a Boulogne, Dieppe, Dunkerque, Calais e Le Havre I pescatori francesi allentano il blocco (forse oggi una soluzione alla vertenza) Con i gesti di buona volontà, e l'allontanamento della flotta militare, arrivano segnali positivi sulle trattative in corso a diversi livelli - Mercoledì il governo affronterà la questione posta dai manifestanti: il «piano della pesca» DAL N08TRO INVIATO PARIGI —Dopo il brivido dell'intervento della Marina, sul fronte dei pescatori francesi in sciopero si registrano nuovi gesti di buona volontà. Mentre la flotta da guerra sembra finalmente tornata al suo compito istitusionale, die è di vigilare senna drammi sulla sicurezza nazionale, in molti scali consacrati alla navigazione da diporto ieri i .manifestanti hanno sospeso il blocco. Magari per poche ore, magari;con la minaccia di un assèdio ancora più duro: ma resta che c'è stdto un rifiorire di vele al largo, in una domenica che sulle coste settentrionali è stata ideale, fresca, setteggiata e ventosa. L'immagine delle barelle felicemente cullate dal vento dà un po' la misura iconografica di una trasformazione die da tempo si attendeva, la trasformazione del conflitto della pesca, che nei giorni scorsi è parso precipi. tare («Glscard all'abbordaggio», titolava ancora ieri un giornale d'opposizione, riferendosi alla mobilitazione della squadra navale), in quello die sempre doveva essere, un dossier politico-sociale. La decisione di lasciar salpare te àncore ai patiti della navigazione da diporto, che in Francia sono centinaia di migliaia, viene interpretata come il desiderio dei manifestanti di far pace con un 'opinione pubblica esasperata. Del resto non è stato, quello relativo alle barche da diporto, il solò segno di disgelo. Ieri erano aperti i porti di Boulczne, Dieppe, Dunkerque, Calais, che hanno alle spalle lunghi giorni di paralisi: soltanto da Cherbourg non è stato ancora possibile prendere il traghetto per l'Inghilterra, Inoltre a Le Havre la tregua decisa due giorni fa è stata .prolungata oltre • Io scadema inizialmente prevista, mentre perfino a Fossur-Mer, dóve pure ipescatori sono particolarmente inveleniti perché è stato proprio li che la flotta militare ha fatto la sua comparsa, le petroliere sono sfilate ieri, in tutta tranquillità, nei due sensi. Parallelamente, vengono segnali positivi dalle prime trattative che si sono avviate sabato. Ce ne sono state di vario livello e di varia natu' ra: in tutti i ventisei dipartimenti costieri i prefetti hanno raccolto elementi di valutazione dei problemi locali da trasmettersi al governo, mentre a Parigi i funzionari della direzione generale della pesca si sono intrattenuti j)er sei ore, fino a notte, con i rappresentanti dei pescatori di Normandia. Quest'ultimo negoziato viene ripreso oggi pomeriggio: ed è proprio a tale scadenza che da tutti i centri costieri si guarda or.a con ansia e speranza. Il problema' approderà poi mercoledì alla sua sede istituzionale, che è il Consiglio cM ministri. Da, quella sede si^attendono le proposte destinate a comporre la vertenza: «A meno che non decidano ancora una volta di mandarci con- ' tro i nostri compagni della Marina», osservano i pescatori più pessimisti. Ma l'aspettativa generale è un'altra: il varo di un «piano della pesca». La questione si trascina ormai da quasi quattro settimane. I primi pescatori a scendere in sciopero sono stati quelli di Boulogne: la protesta iniziale era contro il progetto degli armatori di ridurre da ventidusji diciatto uomini gli equipaggi delle barche d'altura. Subito dopo la protesta si è estesa, come una miccia accesa che ha percorso l'intero perimetro costiero del Paese, dall'estremo Nord (Boulogne) attraverso la Normandia, la Bretagna, la Vandea, la Gironda, fino al Mediterraneo. E non soltanto si è estesa da un porto all'altro,, ma anche da un gruppo sociale all'altro: élla manifestazione iniziale dei marinai salariati si sono infatti rapidamente uniti i proprietari di pescherecci. Questa coincidenza è sintomatica e significativa: quando la protesta unisce salariati e piccoli proprietari (qui si chiamano, «pescatori artigiani"), vuol dire che affonda le sue radici in una situazione di crisi strutturale del settore. Infatti il motivo per cui si volevano ridurre gli equipaggi è lo stesso per cui si chiedono interventi sul prezzo del carburante, o sostegni nel prezzo del prodotto. Il motivo è uno solo: la pesca non è più remunerativa in Francia, o almeno non lo è secondo la misura considerata irrinunciabile dagli interessati. Qualche esperto sottolinea che c'è stata una divaricazione insostenibile tra costi crescenti, gli equipaggi, il carburante eccetera, e ricavi calanti. I ricavi sono calati non già perché sia diminuito il prezzo del pésce all'origine (è un prèzzo che pur. essendo a volte fino a cinque volte inferiore a quello che poi pagano i consumatori, ha avuto una sua dinamica nel tempo), ma perché è calata costantemente la quantità di prodotto. ^Vent'anni fa — dicono t pescatori del Nord — il risultato di una notte in mare era esattamente dóppio, in media, rispetto ad oggi». Di qui la crisi che i ministri francesi si preparano ad affrontare. Di qui, anche, la sottolineatura di una sua profonda dimensione ecolo¬ gica e culturale. C'è di mezzo l'ecologia, perché come dicono a Le Havre «se continuiamo a trattare il mare come uno scarico di fogna non dobbiamo aspettarci le pesche miracolose di una volta». C'è dimezzo la cultura, perché fra te attività economiche la pesca è forse quella che più è rimasta indietro come concezione d'insieme. A quando per la pesca il salto di qualità che ha consentito alla caccia di diventare] zootecnia? La rabbiosa protesta dei pescatori francesi, con i suoi enormi costi e i suoi risvolti tragicomici, servirà forse a renderci familiare il grande problema del mare come risorsa alimentare dell'umanità. Dicono gli esperti che sarà proprio il mare a sfamare, il pianeta sovrappopolato delle pròssime generazioni. Purché si passi dal saccheggio alla coltivazione, proprio come abbiamo imparato a. ■fare sulla terraferma alcune migliaia di anni fa. Alfredo Venturi I os sur-Mer (Marsiglia). Un peschereccio preso di mira da due unità della marina militare

Persone citate: Boulogne, Gironda