Stanotte si decide se Carter è candidato

Stanotte si decide se Carter è candidato Tensione e polemiche alla Convention Stanotte si decide se Carter è candidato Se i delegati saranno svincolati dalPobbligo delle primarie potrebbe emergere una votazione a favore di Mondale o di Muskie NEW YORK — Questa sefa, si decidono al congresso del partito democratico le sorti del presidente Carter, di.Kennedy e dei candidati del «compromesso» alla presidenza; nel contempo si decidono le sorti della politica economica ed estera americana e quindi anche dei rapporti della superpotenza con l'Europa. All'ordine del giorno è infatti la questione procedurale . che condizionerà tutti i lavori: se lasciare i delegati liberi di scegliere una candidatura o se costringerli a rispettare-la scelta compiuta nelle «primarie». Qualora prevalesse la prima tesi, il Presidente potrebbe essere battuto, anche sé non ne-r cessariamente da Kennedy; ' qualora prevalesse la seconda, la sua nomina diverrebbe automatica perché egli conta sull'impegno di 1985 delegati contro appena 1234 del senatore. Il voto si terrà quando in Italia sarà ormai notte, e noti se ne saprà quindi l'esito sino a martedì mattina. Le previsioni sono favorevoli al Presidente, che con. le sue dichiarazioni sul «Billygate» sembra aver, riconquistato, in parte la fiducia dei democratici. Ma non si può escludere una sorpresa. E ciò per due ragioni: innanzitutto perché i delegati sembrano orientarsi verso un congresso «aperto», in cui cioè votare secondo i propri desideri; e in secondo luogo perché i candidati del compromesso, il vicepresidente Mondale e il segretario di Stato Muskie,. risultano assai meno svantaggiati di Carter nei confronti del candidato repubblicano Reagan, stando almeno ai sondaggoi d'opinione. Vale la pena di riferire le statistiche: Reagan otterrebbe oggi il 47 per cento dei consensi elettorali contro il 21 per cento di Kennedy, il 27 per cento, di Carter, il 33 per cento di Muskie e il 35 per cento di Mondale. . Qualsiasi cosa succeda questa sera, il congresso si augura che porti il partito all'unità perduta, e al recupero di una politica che possa essere efficacemente contrapposta al programma repubblicano. Sono i presupposti indispensàbili per respingere l'offensiva di Reagan. Talmente precaria è la condizione democratica con ' Carter, che il partito rischia di perdere il controllo esercitato sul Parlamento per l'ultimo quarto di secolo. Sbeffeggiato sino a qualche settimana fa come un ex attore sull'orlo della senilità, Reagan appare adesso capace di rivoluzionare la scena politica come Roosevelt fece per -i democratici nel 1932: di dare cioè ai repubblicani non solo la Casa Bianca ma anche la maggioranza in Parlamento. La tensione che circonda il congresso è grande. Reagan ha proposto «un nuovo inizio», il ritorno cioè ai valori tradizionali del neocapitalismo, il rilancio della produzione attraverso gli investimenti e la riduzione delle tasse, il riarmo per negoziare con l'Urss da posizioni.di forza, il consolidamento della Nato. Egli chiederebbe un maggior impegno atlantico all'Europa e un maggior distacco dall'Urss. La strategia democratica è ancora avvolta nella confusione. Kennedy si è pronunciato per le riforme sociali; il con¬ trollo degli armamenti, el'appoggio statale all'industria contro la disoccupazione. Il Presidente ha parlato di piani di ..sviluppo senza precisarli. Né l'uno né l'altro hanno chiarito il problema dei rapporti con la Cee. Intorno al congresso ruotano più di 25 mila persone: oltre seimila tra delegati e supplenti, un migliaio tra parlamentari, governatori, sindaci, capi di federazione del partito — da 10 mila a 12 mila giornalisti e tecnici dei mass media e inóltre gli agenti di polizia, gli ospiti e gli impiegati. Nel congresso New York ha investito quasi cinque milioni di dollari; quattro miliardi e mezzo di lire. A esso le radio e le televisioni consacrano metà dei programmi giornalieri.. Se a Detroit il congresso repubblicano si è limitato a ratificare la candidatura di Reagan e la sua linea, a New ,York — conviene ripetere — il congresso democratico è chiamato invece a prendere decisioni di fondo. Non deve ingannare l'atmosfera da baraccone che circonda i lavori. L'isteria dei delegati per i propri favoriti, quasi da concerto pop; la musica ininterrotta, gli abbigliamenti bizzarri improntati per lo più al ciuccio, il simbolò del partito, l'oratoria istrionica dei leaders: tutto questo è un involucro che nasconde una battaglia cruciale. Senza dubbio sotto tutti i punti di vista il congresso sarà il più spettacoloso della storia Usa. e. c.

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